CAPITOLO 33

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(Luz Pov)

Mi osserva con il suo solito sguardo severo mentre pettina i suoi capelli scuri e un pò sconpigliati.

"Non comprendo perché tu debba ancora vedere quella ragazza.
Hai rischiato di romperti qualcosa a causa della caduta"

Porto gli occhi al cielo mentre lei intanto avanza e poggia la spazzola sul piccolo comò posizionato in bagno.
Mette entrambe le mani sul mio viso e inizia a lasciare piccoli baci sul mio collo

"Sai che non voglio che accada niente di male alla mia bambina e non voglio vedermi costretta a toglierti la moto, so quanto ti piace"

Le metto le mani sui fianchi per poi attirare il suo corpo sul mio

"Non dovrai togliermi la moto è stato solo un incidente.
Credo che io e Katrin potremmo essere ottime amiche"

Alza gli occhi al cielo anche lei questa volta per poi allontanarsi e iniziare ad abbottonare la sua camicetta bianca

"Che c'è? Sei gelosa?"

"Non capisco perché non vuoi presentarmi ai tuoi amici"

Tengo lo sguardo basso e mi concentro per risponderle in modo che non si offenda

"Io non ho amici, Katrin è la sola.
Sai che dopo la morte di Ander..."

Non mi permette di finire e ancora una volta prende tra le mani il mio viso per indirizzare il mio sguardo sul suo

"Si, lo so bene.
Penso solo che tu ti vergogni di me"

Sapevo che lo avrebbe detto, gioca sempre questa carta quando conosco qualcuno

"Perché dovrei?"

Si lascia scappare un ghigno per poi osservarmi da capo a piedi

"Oh andiamo Luz, non fingere.
Ho quarant'anni e tu venti, ti vergogni di dire che frequenti una persona così vecchia"

La raggiungo e prendo le sue mani nelle mie per poi spiegarle che non è affatto così.
È vero, Amalia è molto più grande di me ma questo non è mai stato un problema, anzi tutto il contrario.
La sua personalità è così matura da assicurarmi tutta la protezione che mi è sempre mancata, non a caso circa tre anni fa è stata proprio lei a sottrarmi dalle grinfie di mio padre.
Il suo lavoro le ha permesso di salvarmi, e le permette di farlo ancora oggi, non a caso è la mia psicoterapeuta ed è anche se tutto questo non è professionale, entrambe abbiamo ceduto.
Ci siamo conosciute nel periodo più buio della mia vita, continuavo a ricevere percosse da parte di mio padre, avevo perso tutto, gli amici, Ander ed anche Ema.

Dio, Ema.
È accaduto tutto troppo in fretta e probabilmente il motivo principale per cui non voglio che Amalia veda Katrin è proprio Ema.
Vederla dopo ben tre anni ha dato conferma a tutti i miei dubbi.
Non ho smesso un attimo di pensare a lei durante questi lunghi anni, nonostante la presenza forte e dominante di Amalia, una piccola parte di me è sempre stata riservata alla piccola novellina, dopotutto ancora oggi non faccio altro che domandarmi se quello che provo per Amalia sia amore o solo un grande affetto, di certo so che non è per niente paragonabile a quello che abbiamo vissuto io ed Ema ed anche se per l maggior parte del tempo trascorso in insieme io mi sono comportata da stronza, l'amore che provavo era autentico e cosi forte che quando è  
arrivato mi ha travolto come un tornado.
Ho passato questi anni a maledire me stessa per non aver sottratto Ema dai cazzoti di quei balordi, io stessa mi pento per aver usato tanta violenza, questo sembra essere il problema, non riesco a gestire la rabbia ed è per questo motivo che da tre anni a questa parte ho costantemente bisogno di stupidi calmati o robe simili.
Non so davvero cosa ci sia che non va in me ma ogni giorno che passa mi sento sempre più persa, devo ammettere però che quando l'altra sera il mio sguardo si e posato su quello di Ema, mi sono sentita viva, elettrizzata all'idea di averla a pochi passi da me e sinceramente, non mi capita tutti i giorni di sentirmi viva, anzi è una sensazione che avevo dimenticato, nemmeno Amalia riesce a disinescare questo mio meccanismo di autosabotaggio, per quanto lei mi ami io mi sento semplicemente assente e l'idea che Ema sia stata l'unica a far scaturire in me qualcosa, ancora dopo tutti questi anni mi spaventa.

"Smettila di dire cazzate.
Posso avere le mie gocce?"

Mentre lei si muove in giro per casa la seguo come fa un cane con il padrone in attesa del suo biscottino giornaliero, ho bisogno di quelle gocce per stare calma, frenano la mia ansia.
Mi odio cosi tanto per quella che sono diventata, dopo la morte di Ander tutto è letteralmente cambiato, dovrei essere da qualche parte del mondo con lui adesso, invece sono qui con una persona per la quale non comprendo appieno cosa provo, in attesa di prendere delle stupide gocce e con la testa piena zeppa di pensieri che riguardano solo Ema.

"Sai cosa penso Luz? Penso che tu stia con me sono per gli ansioliti"

Cazzo, sembra sempre che possa leggermi nel pensiero ma per quanto mi riguarda Amalia è molto prevedibile, attua lo stesso schema di gesti, di frasi o di parole ogni volta che crede che qualcuno possa essere una minaccia per la nostra relazione, in questo caso credo proprio che la minaccia in questione per lei sia Katrin, non oso immaginare come reagirebbe se solo scoprisse di Ema.

"Oh...credi davvero sia cosi? Quante volte ne abbiamo parlato?"

Prende posto sul letto matrimoniale posizionato al centro della stanza

"Credo solo che..."

Non le permetto di finire la frase, prendo il suo viso tra le mani proprio come lei ha fatto in precedenza e la osservo rivelando un piccolo sorriso malizioso.

"Cosa credi?"

Continuo e sorridere mentre inizio ad accarezzarle il collo molto lentamente, lei dal canto suo mi sorride e avvicina il mio corpo al suo, iniziando ad accarezzare i miei capelli

"Credo che tu sia dannatamente bella e parecchio furba"

Entrambe ci lasciamo andare ad un bacio.
Mi lascio andare al contatto cercando in tutti i modi di scacciare dalla mia mente i ricordi legati ai baci con Ema, dannazione i baci con quella ragazza erano i migliori che io abbia mai potuto ricevere, le sue labbra fremevano per possedere le mie e tutto questo mi faceva sentire cosi desiderata.

Il suono del telefono di Amalia distrae entrambe, dopo aver osservato lo schermo per qualche secondo, mi sorride e mi passa la piccola boccettina contenente le mie gocce.

"Grazie.."

Mi lascia un piccolo bacio sulle guance per poi raggiungere la porta e andare via.
Sono per l'ennesima volta da sola con me stessa, io e i miei pensieri.
Osservo il piccolo contenitore contenente il liquido trasparente, mi domanda come io sia potuta cadere cosi in basso da essere cosi dipendente da queste gocce, dannazione.

Mentre raggiungo la cucina lo schermo del mio telefono si illumina, il nome sullo schermo mi suscita un piccolo sorriso.

-Katrin!-

-Luz, come stai?-

La sua voce non sembra essere entusiasta quanto la mia

-Va tutto bene?-

-Si, possiamo vederci? Dobbiamo parlare di Ema-

Presto mi si forma un nodo alla gola e le mani tremano un po'

-Oh...Si, certo va bene-.



Eccoci al capitolo 33! Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento, se così fosse non dimenticate di lasciare una stellina ed un commento:).

A presto!:)

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