(Ema Pov)
Mi faccio avanti e accendo le luci del locale dal quadro generale, il fatto che io sia qui alle sei e trenta del mattino sorprende anche me, dopo l'ennesimo incubo però ho pensato bene di uscire di casa e dove andare se non nell'unico posto che riesce a distrarmi almeno per un po'?
Il locale.
Questo piccolo bar è come un piccolo rifugio, mi sento a casa ogni qualvolta che osservo le pareti colorate di rosso, o semplicemente quando mi avvicino al bancone dove ogni giorno mi accingo ad accogliere una moltitudine di clienti, e sebbene io non lo dimostri, mi importa davvero molto di questo posto, un po' come il camper di Luz.
Dannazione perché è sempre nella mia testa?Faccio un respiro profondo e mi avvicino al bancone iniziando a sistemare le varie tazzine e bicchieri.
Per l'ennesima volta i miei occhi vagano per tutto l'ambiente, non avrei mai immaginato di finire a lavorare in un bar, quando Katrin mi ha assunto pensavo che stesse solo scherzando in quanto non avevo mai messo piede dietro un bancone da bar, eppure era seria e mi ha sempre spinto ad impegnarmi e non solo sul lavoro ma su ogni cosa che la vita mi ha messo davanti, da tre anni a questa parte lei è sempre stata al mio fianco, non ricordo un solo momento in cui non abbia messo da parte i suoi problemi per fare spazio ai miei, un po' come Mark, la distanza non ha fatto altro che rafforzare il rapporto tra me ed il ragazzo e non vedo l'ora di vederlo non appena possibile.Mi lascio andare ad un lungo sospiro, sembra davvero che io abbia trovato la stabilità che ho tanto desiderato, eppure il pensiero quasi ossessivo di non avere lei al mio fianco mi distrugge e non fa altro che trasformare la mia vita in un enorme incognita, credo tra l'altro che la cosa che più mi disturbi sia il fatto di non avere delle risposte.
Perché si è comportata in quel modo? Perché ha dovuto rovinare tutto?Una leggera pressione sulla mia spalle destra fa si che io abbandoni il circolo vizioso dei pensieri a lei legati in cui mi ritrovo a fluttuare ogni maledetto giorno senza una vera e propria risposta.
Mi volto e presto il mio pugno destro raggiunge il viso di quello che sembra essere Thomas, il ragazzo dai capelli rossi e la cotta per Katrin.
"Cazzo!"
"Thomas...Scusami davvero io pensavo che tu volessi aggredirmi"
Sono una totale idiota, non so davvero cosa mi sia saltato in mente.
La verità è che da quando quei coglioni mi hanno picchiata per bene davanti alla persona che credevo mi amasse, non faccio altro che guardarmi le spalle e difendermi da qualsiasi persona estranea che si avvicina a me, non mi fido più di nessuno, mi ha tradito la persona per cui avrei davvero rischiato tutto.Thomas però è forse l'eccezione, è un ragazzo timido e impacciato che da quasi un anno non ha fatto altro che recarsi al locale per bere il suo solito caffè, e a quanto pare sservare la sua cotta, dubito davvero possa fare del male a qualcuno.
"Aggredirti? Ma di cosa stai parlando Ema?"
"È una storia lunga davvero, aspetta, come sai che mi chiamo Ema?"
Continua a premere con entrambe le mani sulla ferita che gli ho appena provocato, mi osserva dritto negli occhi e sbuffa per qualche minuto
"Katrin non fa altro che chiamarti"
Giusto.
Si, adesso è confermato, sono una stupida."Giusto, hai ragione.
Davvero scusami, ti prendo del ghiaccio"Mi muovo velocemente per prendere del ghiaccio dal piccolo frigo sotto il bancone e passarglielo.
"Che cosa ci fai qui cosi presto?"
Mentre tiene il ghiaccio a tamponare la ferita sul volto, il ragazzo abbassa lo sguardo e si lascia andare ad un piccolo sorriso
"La mia abitazione dista molto dal vostro bar, quindi se voglio vedere Katrin e arrivare in orario al lavoro devo svegliarmi molto presto"

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Crepe~
RomanceEma è una ragazza di diciasette anni costretta a trasferirsi in un piccolo paesino a causa del divorzio dei suoi genitori. Quest'ultima, si dovrà cimentare quindi in un nuovo inizio: un nuovo capitolo della sua vita. Ben presto la strada di Ema i...