CAPITOLO 18 (pt.2)

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Camminiamo per circa un quarto d'ora fino a quando non raggiungiamo un luogo che sembra essere abbandonato.

Mi indica un vecchio camper e ancora un volta mi limito a seguire i suoi passi senza dire una parola.

Una volta saliti tre gradini o forse quattro, non so, quello che c'è davanti ai miei occhi mi lascia senza parole, quello che sembrava essere un vecchio catorcio all'esterno, all'interno è tutto il contrario.

C'è un piccolo divano e due sedie, una piccola televisione e persino un piccolo lettino, il tutto è circondato da piccole luci simili a quelle che si usano per gli addobbi di Natale.

"Questo è il mio posto segreto"

La ragazza avanza di qualche passo per raggiungere la fine del camper ed estrarre da un piccolo frigo un pacchetto di ghiaccio.

È davvero un posto carino.

"Siediti dobbiamo curare quelle ferite sul volto"

Senza esitare porto il mio corpo sul piccolo lettino mentre lei inizia a passare il ghiaccio su tutto il mio viso

"Che è successo dopo?"

"Credo si siano stancati di picchiarti e siano andati via.
Mi dispiace io ho cercato di aiutarti ma loro erano troppi ed io.."

Mi osserva mentre i suoi occhi si fanno sempre più lucidi, tanto che credo che un momento all'altro possa mettersi a piangere.

Le sorrido e avvicino il suo corpo al mio per darle un piccolo abbraccio.
Lascia che le mie braccia circondino il suo punto vita senza opporsi, anzi, non appena poggio la mia testa sul suo petto, le sue mani stringono le mie spalle mentre mi lascia piccoli baci sulla nuca.

"È passato Luz"

Si allontana dal mio corpo mentre continua ad osservarmi da capo a piedi

"Togliti la maglietta credo che tu abbia dei lividi anche sulla pancia e sulle spalle"

"Cosa? No..io"

"Toglila"

Faccio roteare gli occhi per poi fare ciò che dice.

Cristo ha ragione, ho lividi ovunque.

Mantiene lo sguardo fisso su i miei occhi mentre si abbassa per passare il ghiaccio su tutto il resto del corpo

"Mi dispiace"

"Cosa volevano da te?"

Fa spallucce per poi continuare a parlare

"Io non lo so, non li ho mai visti.
Io non so davvero chi siano o cosa vogliano.
Cazzo, ho rovinato tutto, sono un idiota.
Non era questo quello che avevo in mente per questa sera"

Non ho mai visto cosi tanta dolcezza in vita mia, soprattuto da parte sua.
Sembra quasi che io stia parlando con un'altra persona.

"Cosa avevi in mente allora?"

"Innanzitutto volevo picchiarti io"

Metto sul viso un espressione seria e la osservo con parecchio dissenzo

Il suo piccolo sorriso si evolve in una risata che echeggia per tutto il camper

"Ema...sto solo scherzando"

I suoi occhi sono gonfi, forse ha pianto.

Muove lentamente le mani tamponando quelli che sono i lividi più evidenti, ogni tanto sorride forse in preda all'imbarazzo o forse ai sensi di colpa.

Adesso che siamo chiusi in questa bolla di metallo arrugginito e arredato in modo estremamente carino, tutto sembra avere senso e non importa se i lividi fanno parecchio male, sto osservando la ragazza che ho sempre saputo essere qualcosa di più, qualcosa oltre la violenza e i capricci da bambini.
Sto guardando la mia Luz e credo fermamente di esserne davvero innamorata.

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