CAPITOLO 45

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(Pov Alicia)

Osservo un punto della stanza a caso, non importa dove io indirizzi il mio sguardo, non importa a cosa io possa pensare, non importa nulla, qualsiasi cosa io faccia continuerò a sentire il peso di numerose mani viscide che toccano il mio corpo.

Questa è solo una giornata come le altre.

Emetto un gemito che si rivela poi essere un sospiro pesante dato dalla stanchezza mentre senza delicatezza alcuna, l'uomo che sta sul mio corpo afferra i miei capelli e mi obbliga a tenere bassa la testa, lo sento emettere un ghigno all'idea di possedermi e in me che non si dica sento una certa nausea farsi strada all'interno del mio stomaco

"Stai zitta"

Tengo gli occhi chiusi mentre faccio come dice.

Forse dovrei apprendere una sorta di apatia ma a quanto pare per una come me è impossibile, nonostante io faccia questo da un po' non mi abituerò mai a gli abusi che il mio corpo è costretto a ricevere solo per soldi.

Mi odio cosi tanto per permettere a gente infame di approfittarsi cosi tanto di me, eppure non sembra che io abbia scelta.
Una ragazza senza nessuno non ha scelta.

Il suono del mio cellulare richiama la mia attenzione e a quanto pare anche quella dell'uomo

"Ignoralo!"

Faccio cenno di si ma mentre il cellulare smette di squillare, il cigolio della porta distrae entrambi ulteriormente.
Solo una persona ha le chiavi di casa, non può che essere Amalia.

"Hai invitato un'altra puttana?"

"Fermati per favore..."

Cerco di convincerlo non appena i passi della persona appena entrati in casa si fanno più vicini alla camera da letto

Mi osserva e sembra non volerne sapere, anzi continua divertito

"Per favore"

"Zitta, ho pagato per questo!"

Non appena termina la sua frase, la porta della camera si spalanca, gli occhi di Amalia non mi sfiorano nemmeno, la sua attenzione è indirizzata sull'uomo che non toglie dalla faccia il suo sorriso beffardo

"Vattene"

L'uomo mi osserva per poi tirare fuori le sue parti basse dal mio corpo.
Cazzo, che squallore.

"Tu saresti?"

Amalia fa qualche passo avanti per poi tirare fuori dei soldi, non riesco a capire con esattezza quanti

"Non importa chi sono, ho detto che adesso te ne vai.
Tieni questi tienili per il prossimo servizio"

La fulmino con lo sguardo mentre metto addosso qualcosa che mi copra.
Non comprendo come questa donna possa anche lontanamente essere amata da qualcuno è cosi vile e vigliacca.

L'uomo sorride mentre rimette i pantaloni.
Prende i soldi di Amalia e mi rivolge un ultimo sguardo viscido prima di uscire dalla stanza.

Entrambe rimaniamo in stanza e mentre Amalia inizia a parlare la mia mente è cosi confusa che capisco a stento quello che sta dicendo.
Quello che ha appena fatto mi ha colpito, non le importa nulla di nessuno se non di se stessa e non ha fatto altro che alimentare questa mia sensazione di squallore che sembra perseguitarmi

"Mi stai ascoltando?"

Mi volto in fretta tenendo le braccia strette sul petto

"Hai appena dato a quell'uomo dei soldi per tornare da me..."

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