Il re sotto la montagna

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I nani si fermarono per qualche settimana a Gran Burrone, a riposare e prepararsi per la tappa successiva. Come avevo indovinato, volevano andare a riprendersi Erebor. Speravo solo che avessero un piano. Quando avevo chiesto a Gandalf del drago era stato sospettosamente vago.

Il giorno dopo l'arrivo dei nani scesi al mio posto accanto al fiume con coperta e cuscini. Quello che chiamavo il mio posto era semplicemente un sasso piatto che si estendeva sul fiume per un paio di metri. Era abbastanza distante dalla grande casa da essere tranquillo e abbastanza solitario. Andavo spesso lì a leggere e quel giorno avevo preso un grosso tomo sulla storia di Numenor dalla biblioteca.

Stesi la coperta, misi il cuscino a mo di schienale e aprendo il libro mi persi presto nella storia dei miei antenati.

Passi pesanti mi riscossero dalla lettura. Mi girai e vidi sul sentiero che portava al masso Thorin. Camminava con le mani intrecciate dietro la schiena, il volto cupo, gli occhi fisse sui suoi piedi. Non mi aveva vista. Esitai un attimo, era talmente perso nei suoi pensieri che probabilmente sarebbe passato senza nemmeno vedermi.

"Thorin" chiamai. Lui si bloccò e alzando la testa di scatto mi guardò. Mi sentii trafitta dalla brillantezza di quegli occhi azzurrissimi.

"Miriel" salutò guardandosi in giro, come se non si capacitasse di come fosse finito lì "Temo di essermi perso"

"Gran Burrone non è tanto grande, basta ripercorrere il sentiero per tornare alla casa"

Lui guardò dubbioso dietro di sé. Mi ricordai che Bilbo mi aveva detto qualcosa riguardo allo scarso senso di orientamento di Thorin.

"Partirete presto?" chiesi curiosa

"Qualche settimana al massimo" rispose lui "Sperando che Lord Elrond sappia leggere la mappa che abbiamo in nostro possesso"

"Se c'è qualcuno che può farlo è lui"

"Hai grande stima di quell'elfo" disse lui quasi sputando la parola

Scollai le spalle: "È saggio e molto intelligente. Ha vissuto molte era della Terra di Mezzo"

Lui fece qualche passo in avanti e si sedette accanto a me, guardando il fiume scorrere.

"Non amo gli elfi, ma quelli di Gran Burrone sembrano diversi da quelli di Bosco Atro"

Stavo per lanciarmi in una dettagliata descrizione di cos'era successo eoni prima quando gli elfi si erano svegliati per la prima volta sulle sponde del lago Cuivienen ma mi trattenni e dissi solo: "Perché lo sono. Sono Eldar, non elfi Silvani"

"Come mai vivi qui?"

"I miei genitori sono morti quando ero giovane, erano entrambi Dunedain, Lord Elrond mi ha accolta, cresciuta e addestrata finché non sono stata abbastanza grande da diventare una ranger. Vago spesso per le terre selvagge con i Dunedain rimasti e con i figli di Elrond. Ma ogni tanto è bello tornare a casa" lasciai vagare lo sguardo sulla valle.

"Casa" sospirò Thorin

"Quella che andrete a riconquistare"

Lui annuì

"Raccontami di Erebor" dissi e quella fu l'inizio di molti pomeriggi passati alla pietra piatta a parlare dell'antico regno dei nani. Thorin era una fonte inesauribile quando iniziava a parlare della sua casa perduta. Ogni tanto venivano anche i nipoti, Fili e Kili, anche loro interessati alla storia della loro casa che non avevano potuto mai vedere. Tra noi nacque una profonda amicizia, nonostante il poco tempo passato insieme.

La biblioteca di Elrond era molto ricca ma i nani era molto gelosi delle loro conoscenze, quindi non c'erano molti libri su di loro. Quelli scritti dai nani erano nella loro lingua segreta, che non insegnavano a nessuno. Quindi mi deliziai dei racconti di Thorin, tanto vividi che potevo quasi vedere con i miei occhi Erebor e le grandi fucine dei nani.

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora