Elfi, elfi ovunque

183 10 0
                                    

Con una puntualità che solo degli elfi potevano avere, la mattina di mezz'estate quasi venni travolta da un messaggero a cavallo che galoppava verso la cittadella come se avesse le defunte orde di Mordor alle calcagna. Sapendo che giorno era corsi dietro di lui e quando arrivai alla sala del trono vidi Estel che sorrideva da un orecchio all'altro.

"Arrivano?" chiesi con il cuore in gola

"Arrivano" confermò lui. Poi chiamò servitori e consiglieri che iniziarono a preparare una festa degna di un re per dare il benvenuto agli ospiti.

Lo lasciai alle sue preparazioni e saltellai felice alle case di guarigione.

"Cos'è quel sorriso?" mi chiese Lothiriel
"Stanno arrivando gli elfi, finalmente" le dissi cercando di trattenermi dal saltellare suo posto.

"La tua famiglia adottiva quindi?"

"Esatto, e la vostra regina"

Alzò un sopracciglio delicato: "La nostra regina"

Ci pensai un attimo: "Immagino che concettualmente sia giusto, ma non riesco a vedere Arwen come regina, così come non riesco a vedere Est...Aragorn come re. Sono famiglia per me"

"Mmmh, forse posso capire. Anche mio padre per me resta sempre prima un genitore che un principe. Ma dimmi, ci sarà una festa stasera?"
"In grande stile" confermai

"Allora appena finiamo qui, verrai a casa con me" decretò.

Una sensazione di pericolo si fece strada in me: "E come mai?" chiesi con gli occhi ridotti a fessure.

"Per l'incoronazione andavano bene i vestiti che avevi addosso visto che tornavate da una battaglia" disse lei con uno sguardo carico di significato alla tunica e ai leggings che indossavo anche in quel momento "Ma per stasera dovrai brillare, è la prima festa come si deve data dal re e la nobilità ha delle aspettative. Per certe cose è meglio assecondare le vecchie tradizioni della corte, anche se penso e spero che con il nuovo re qualcosa cambi. Ci sono un paio di miei vestiti che dovrebbero andarti bene...e sono sicura di riuscire ad avere ragione di quei ciuffi ribelli nei tuoi capelli"

Sopressi un gemito.

"Lothi, ci saranno Arwen e dama Galadriel. Nessuna umana potrà mai brillare con loro due presenti" e anche con Glorfindel pensai ma non dissi nulla.

Lei scrollò le spalle: "Questo non ti esime dal provarci comunque" decretò concludendo la discussione.

"Non respiro!" protestai quando l'ancella di Lothiriel mi strinse il corpetto del vestito.

La principessa sollevò gli occhi al cielo: "Se riesci a portare un'armatura e combattere non vedo come un corpetto possa darti fastidio"

"Le armature non comprimono i polmoni"

"Non dovrai fare troppi sforzi fisici, non ti serve respirare" disse facendomi l'occhiolino

Borbottai qualcosa di non troppo simpatico in Kuzdul

"Vedila come un armatura femminile" aggiunse Lothiriel "Per aiutare re Aragorn a vincere i membri più reticenti e retrogradi della nobilità, per far piacere a Denethor...e anche a mio cugino" disse facendomi l'occhiolino.

"Non credo che gli interessi più" dissi amaramente. Da quella sera in giardino non ci eravamo più parlati e il solo pensarlo mi faceva male. Davvero non mi voleva più perché non ero vergine? Non riuscivo a capirlo. Lothi mi strinse la spalla empatia:

"Non corrucciarti, vedrai che gli passerà" mi assicurò "Conosco mio cugino".

Quando fu il momento di andare alla cittadella ad aspettare gli illustri ospiti (sentivamo che erano già entrati in città dalle ovazioni che arrivavano dalle cerchie inferiori) Imrahil e i suoi figli ci aspettavano in giardino. L'espressione sorpresa che mi rivolsero mi fece improvvisamente rivalutare tutto il tempo che Lothiriel aveva passato ad affaccendarmisi intorno. Amrothos, sempre il solito, mi porse il braccio con un inchino e appoggiai la mano nell'incavo del gomito, come una vera signora.

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora