L'ombra di Sauron

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Mi sembrava di aver appena chiuso gli occhi quando un grido mi svegliò. Mi misi a sedere di scatto, la daga in mano.
Era ancora buio e quasi tutti dormivano ancora. Una commozione alla mia destra diresse i miei passi su di un letto di foglie di felce appassite che crepitavano sotto i miei passi precipitosi.

Gandalf stava chino su Pipino che mormorava qualcosa, gli occhi aperti e terrorizzati.

"Che é successo?" mormorai rivolta ad Estel che era arrivato prima

"Pipino a guardato nel Palantir" rispose cupo

"Oh, Pip" mormorai guardando il piccolo hobbit tremare un po' sotto lo sguardo pressante e implacabile di Gandalf.
Poco dopo lo stregone si rialzò, permettendo a Merry di raggiungere l'amico per confortarlo.

"Venite, andiamo dal re" fu tutto quello che ci disse.

Lanciai un'occhiata ai due hobbit e decidendo che sarebbero stati bene seguii l'ombra bianca di Gandalf.

Théoden era già in piedi, seduto su uno sgabello vicino a uno dei fuochi da campo. éomer ci porse una tazza calda del forte the nero dei rohirrim che accettai grata.

Dopo aver spiegato come, approfittando del sonno dello stregone, Pipino avesse sostituito il Palantir con un sasso, lo hobbit aveva guardato nella pietra veggente scorgendo Sauron in persona. O meglio, non in persona visto che senza l'anello non poteva assumere forma fisica...

"Uno sciocco, ma uno sciocco onesto. Fortunatamente Pipino non ha detto niente di Frodo e Sam al nemico. Sauron avrà immaginato che fosse prigioniero ad Orthanc e Saruman lo facesse guardare nel Palantir per torturarlo. La fortuna era dalla nostra parte perché Pipino ha scorto i piani del nemico: attaccherà in forze Minas Tirith. Avranno bisogno del vostro aiuto, rinnoverete il patto di Eorl?" chiese lo stregone a Théoden. Lui annuì lentamente

"Sì, andremo a Mundburg. Se loro cadono niente potrà fermare l'oscurità che avanza".
Mi lasciai scappare un sospiro di sollievo: Solo se tutti si sarebbero uniti ci sarebbe stata una possibilità di sconfiggere il nemico. Presi un sorso di the caldo e mi ustionai la lingua nel processo.

"Quanto tempo ci vorrà per radunare i rohirrim?" chiese Boromir mentre inspirai piano con la bocca leggermente aperta per dare sollievo alla lingua scottata.

Il re sospirò, guardando il fuoco "Siamo un popolo che vive sparso sulle pianure, almeno cinque giorni. Quando arriveremo a Edoras aspetteremo la luna nuova per permettere a tutti di arrivare e poi partiremo verso Mundburg"

Aragorn annuì tristemente. Da édoras a Minas Tirith ci volevano poi altri 3-4 giorni di viaggio e non potevano cavalcare al massimo della velocità ma conservare le forze per la battaglia. Tuttavia non si poteva fare diversamente.

In quel momento un'ombra oscurò la luna crescente e un terrore ci immobilizzò sul posto. Sembrava che il mio stesso sangue si fosse ghiacciato nelle vene, un terrore atavico e senza nome che mi invadeva il corpo.

Sentii la mano di Elladan che mi si posava sulla spalla e sentii il terrore recedere. L'ombra passò e scoprii che riuscivo di nuovo a respirare. Rilasciai un respiro tremante e Elladan mi strizzò la spalla prima di lasciarla andare. Notai che tutti nel campo lo avevano sentito ma solo pochi tra noi avevano già provato quella sensazione. Sapevo cos'era l'ombra che ci aveva appena passati.

Gandalf alzò le braccia e parlò con voce tonante.

"Cavalca Théoden re! Non aspettare il giorno, la guerra è su di noi. Cavalca a Dunclivio attraverso le montagne per non rivelare i tuoi spostamenti al nemico, ma una volta radunato l'esercito cavalca apertamente e in fretta verso Minas Tirith. Il fato della Terra di Mezzo incombe"

Detto questo s'incamminò a grandi passi verso Pipino, afferrò il mezz'uomo e il suo bagaglio, li caricò su Ombromanto e annunciò: "Andrò a Minas Tirith, vanno avvisati. Ci rivedremo dopo la battaglia, se saremo ancora vivi".

Vidi Pipino deglutire a vuoto alle parole di Gandalf ma prima che potessi aggiungere qualcosa Gandalf esclamò: "Avanti Ombromanto, mostraci cosa vuol dire avere fretta" e con un rimbombare di zoccoli lo stregone si dileguò nel buio.

Restammo un attimo immobili a guardare l'oscurità, processando l'improvvisa partenza dello stregone.

"Bé...immagino dovremmo rimetterci in marcia" commentò éothain con finta allegria rompendo l'incantesimo. Il re annuì ed éomer, riscuotendosi, cominciò ad abbaiare ordini. 

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora