Il campo di Cormallen

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Così si chiamava la grande radura dell'Ithilien in cui l'esercito si accampò. Lo spazio era delimitato da betulle che avevano già le foglie e l'aria era tiepida e profumava di primavera.

"La terra sente che il male se n'è andato e festeggia a modo suo" mi disse Legolas quando mi trovò a ispezionare curiosa un vecchio albero di fichi che non avrebbe dovuto avere già tutte le gemme che aveva.

Lasciai scorrere la mano sul tronco liscio: "Sarà un anno di abbondanza" predissi e lui annuì. Quello che ci voleva dopo la guerra.

"Frodo e Sam?" chiesi mentre insieme all'elfo tornavo verso il campo.

"Dormono ancora, ma sono fuori pericolo. Pipino invece è già in piedi a combinare disastri".

Risi di gusto. Dopo un solo giorno a letto Pipino si era ripreso e intrufolato di nascosto nella cucina da campo facendo sparire diverse provviste. Fortunatamente erano arrivati rifornimenti da Minas Tirith, insieme ad alcuni guaritori e Imrahil aveva assicurato che altre navi da Dol Amroth stavano risalendo l'Anduin con ulteriori provviste di cibo e di medicinali.

Una folta corrispondenza andava avanti e indietro da Minas Tirith. A quanto pareva Denethor non era così pronto a lasciare il trono al legittimo proprietario, nonostante Boromir gli avesse assicurato che Aragorn era davvero l'erede di Isildur e Faramir avesse confermato (dopo giorni interi passati in biblioteca, da quanto mi disse il fratello) la linea dinastica di Estel.

Ogni volta che arrivava un messaggero Boromir lo trafiggeva con lo sguardo e spesso dovetti ricordargli che il poveretto non ne poteva niente su quello che scriveva il padre.

Ci avvicinammo ad alcuni rohorrim e cavalieri del cigno e ranger dell'Ithilien che per passare il tempo si stavano sfidando a una gara di tiro con l'arco. Legolas li guardava divertito.

"Non c'è bisogno di quel sorrisetto accondiscende, mellon" dissi divertita

"Non so a cosa ti riferisci" rispose lui con un brillio divertito negli occhi

"Eccovi finalmente! " una profonda voce baritonale esclamò dietro di noi e Gimli ci raggiunse con tre boccali di birra scura.

"Com'è possibile che da quando abbiamo finito di combattere sei sempre in giro con una boccale di birra?" chiesi

"Essere della Compagnai dell'Anello ha i suoi vantaggi" ammiccò lui.

Alzai gli occhi al cielo ma presi comunque il boccale che mi porgeva il nano bevendo un lungo sorso.

"Andrei a cercare Boromir" mi disse Gimli con uno sguardo significativo "è passato dalle cucine diretto verso il fiume e sembrava pronto a assassinare qualcuno"

Se anche un nano, solitamente ignaro delle sottili emozioni umane, aveva avuto quell'impressione immaginai che la situazione fosse davvero brutta.

"Sarà andato a cercare qualche orco scampato alla battaglia da fare a pezzi" sospirai alzandomi dalla staccionata alla quali mi ero appoggiata. Guardai il mio boccale mezzo pieno, poi alzai le spalle e me ne andai con la birra in mano. Per le delusione di Gimli che sperava di accaparrarsi la mia birra.

Non ci misi molto a trovarlo. Seduto su un masso lungo il fiume guardava con sguardo omicida l'acqua scorrere.

"Quel povero fiume non ti ha fatto niente di male, smettila di guardarlo così!"

"Miriel" disse voltandosi a guardarmi con espressione corrucciata

"Cosa succede?" chiesi sedendomi accanto a lui

"Mio padre" rispose lui con un ringhio, ma mi mise il braccio intorno alle spalle e mi tirò più vicino a sé. Mi sentii subito a casa e mi sistemai più comodamente con la testa sulla sua spalla. Il fatto che avesse smesso di indossare la cotta di maglia migliorava le cose di parecchio.

"Cos'ha ancora da dire riguardo ad Est...Aragorn" mi corressi. Boromir non lo chiamava mai con il nome che gli avevano dato da bambino a Gran Burrone.

"Per Aragorn più nulla. Le carte trovate da Faramir non lasciano dubbi sulla sua discendenza. Come se gli servisse un'altra scusa per disprezzare Faramir" disse quasi a se stesso l'ultima frase. Avevo intuito che tra Denethor e Faramir non corresse buon sangue e la cosa faceva soffrire Boromir che si sentiva quasi in colpa del fatto di essere stato messo sul piedistallo dal padre a discapito del fratello.

Gli presi la mano che aveva posato sulla mia spalla e la strinsi dolcemente. Lui ricambiò la stretta posandomi un bacio sulla corona della testa.

Per un attimo guardammo l'acqua scivolare vero il mare. Ma ero curiosa, così dopo un po' chiesi ancora: "Cos'ha scritto tuo padre? Non ti ho mai visto reagire così"

Lui sospirò profondamente e dopo qualche istante rispose:

"Mi ha scritto di te"

"Di me?" chiesi sorpresa "Che ha scritto di me? Ci siamo visti una volta..."

Lui mugugno qualcosa in risposta

"Che?" chiesi decisa a non lasciare cadere la cosa

Lui con la mano libera si frugò un tasca e trasse una pergamena stropicciata. Sembrava che l'avesse stretta nel pugno. Me la passò e ci misi un attimo a distenderla in modo che fosse leggibile. La scorsi velocemente finché non trovai la parte che mi riguardava:

"Per quanto riguarda la ragazza Dunedain, ho capito che siete diventati intimi. Attento figlio mio, non abbiamo bisogno di altri legami con i Dunedain del Nord a Gondor. Inoltre non sarebbe un buon partito per te. Sarebbe meglio forgiare nuove alleanze e legami più stretti con nuovi e vecchi alleati. Guarda a Rohan, vi è dama éowyn e anche a Dale ci sono delle candidate interessanti. Questa Miriel non ti porta nulla e anche se pensi di amarla ricordati del tuo dovere".

"Simpatico tuo padre" commentai ironica

"Non è sempre stato così" replicò lui "Quando nostra madre è morta lui l'ha presa molto male. Non l'ha mai superato. E con la guerra è solo peggiorato"

"Mi dispiace" dissi sinceramente "Com'è morta?"

"è...sbiadita" replicò lui piano. Sentivo il dolore nella sua voce "Dicevano che le mancava il mare...veniva da Dol Amroth e a Minas Tirith, con la minaccia di Mordor così vicina...semplicemente non ce l'ha fatta" la sua voce tremò alla fine della frase

"oh, Boromir, mi dispiace molto. Scusa non dovevo chiedertelo"

"No" disse lui facendo un profondo respiro e ritrovando il controllo della voce "Hai il diritto di saperlo. Non mi importa di quello che pensa mio padre. Ho dato a Gondor la mia vita, non voglio dargli anche la mia felicità. Ti sposerò alla faccia di dama éowyn e di chiunque ci sia a Dale"

Lo baciai di slancio facendogli perdere l'equilibrio. Cademmo insieme sull'erba, ridendo nonostante il bacio. Mi interruppi bruscamente quando mi resi conto che ero a cavalcioni su di lui, e non c'era nessuno in giro. Anche una parte precisa del suo corpo se ne rese conto, mentre le sue mani si spostavano sui miei fianchi.

Mi chinai di nuovo su di lui mentre vedevo che lottava per non perdere il controllo.

"Farai meglio a fare in fretta a sposarmi" dissi a un centimetro dalle sue labbra prima di rotolare via e rialzarmi ridendo al suo verso di protesta.

"Dici che Aragorn ci darà la sua approvazione?" chiese mentre raccoglieva la lettera del padre e con un gesto deciso la riappallottolò e la gettò nel fiume.

"Non vedo perché non dovrebbe" dissi guardando la palla di pergamena scivolare via cercando di ignorare il dolore al petto. Avrebbe dovuto chiedere ad Halbarad, non ad Aragorn.

"Inoltre non mi serve il consenso di nessuno per sposarmi" aggiunsi solo per rendere chiara la cosa.

Lui rise: "Sì, ma lascia a questo Gondoriano alcune delle sue tradizioni"

"Retrogrado" scherzai, grata di vederlo sorridere di nuovo. 

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora