Non dormii benissimo quella notte. Il russare di Gimli per una volta non mi conciliò il sonno. In qualche modo però anche quella notte passò e in men che non si dica mi trovai in testa all'esercito. Davanti a noi marciavano Estel e Gandalf affiancati da Imrahil ed éomer. Seguivamo in ordine più o meno sparso la Compagnia, con Pipino seduto davanti a me sulla sella, Elladan ed Elrohir, e i figli di Imrahil. Ancora dietro vi erano di Dunedain, la guardia di re éomer, e i Cavalieri del cigno che precedevano le éored di Rohan e i fanti di Gondor. Era una vista rincuorante, ma sapevo che non eravamo niente rispetto alle forze che ci attendevano a Mordor. Potevo quasi sentire Sauron ridere di noi, sicuro che avessimo fatto il passo più lungo della gamba. Sorrisi anch'io però. Folle! Guardava noi e non vedeva il pericolo che, piccolo ma indomito, marciava verso Monte Fato. Almeno, speravo che non lo sapesse. Altrimenti eravamo tutti condannati e con noi tutta la Terra di Mezzo. Pensai a Aethestan e a Lothiriel...erano così giovani e pieni di vita! Si meritavano di vivere in un mondo libero e in pace. Avrei volentieri dato la mia vita se questo voleva dire preservare la loro. Era con questi pensieri che marciai verso il Morannon.
I primi giorni non successe nulla. Procedevamo senza fretta. Nessuno aveva particolarmente voglia di arrivare alla nostra destinazione. Ogni tanto Estel mandava avanti degli araldi che annunciavano: "Il Re di Gondor è tornato. Egli reclama di nuovo per sé queste terre che furono sottratte da Sauron, l'ingannatore". Nessuno raccoglieva la sfida. Nella regione dell'Ithilien, una contrada ricca di boschi, fiumi ed erbe aromatiche, tutto taceva. La natura era silenziosa, non un uccello cantava, non uno scoiattolo si muoveva sui rami o una lucertola sui sassi che costeggiavano la strada. Creava una sensazione di vuoto inquietante. Parecchie volte al giorno sentivamo la presenza cupa dei Nazgul che ci sorvolavano, osservandoci. Restavano però molto in altro, solo gli occhi di Legolas riuscivano a scorgerli, ma quando passavano sopra di noi tutti rabbrividivano.
Eravamo nel fitto dell'Ithilien quando alcuni ranger ci informarono che poco più avanti, dove il sentiero passava in una stretta gola, alcuni orchetti avevano preparato un imboscata. Erano perplessi però, gli orchetti erano in pochi, troppo pochi per essere una vera minaccia per il nostro esercito. Scambiai uno sguardo con Estel e vidi che anche lui aveva pensato la stessa cosa: era un esca. Per farci credere di essere in grado di sconfiggere facilmente le forze di Mordor. Sauron giocava con noi. Tuttavia una rapida vittoria poteva rincuorare un po' anche le nostre truppe. Fu così che due compagnie di ranger, con alcuni rohirrim che si erano offerti volontari sorpresero alle spalle gli orchetti che aspettavano noi così che la compagnia poté passare incolume il sentiero tra le gole. Non ci furono perdite e quella sera si sentirono alcune canzoni attorno al fuoco.
Il giorno dopo però nessuno cantò più. Eravamo vicinissimi ai confini di Mordor e man mano che marciavamo avanti la terra diventava brulla, morta. Niente cresceva così vicino alla nera terra di Sauron.
Quella sera ci accampammo presto. Avevamo raccolto tutta la legna che riuscivamo a portare prima di lasciare definitivamente l'Ithilien e accendemmo fuochi tutto intorno al campo, a poca distanza l'uno dall'altro. Sentivamo cose oscure strisciare appena fuori dalla luce dei fuochi ma non scoprimmo mai cosa fossero.
Al centro del campo accendemmo un grande fuoco e tutti quelli che non erano di guardia si riunirono lì per mangiare e passare un po' di tempo insieme, cercando di non pensare all'indomani. Mi accomodai accanto a Boromir dopo mangiato e lui mi circondò le spalle con il braccio.
Alzai un sopracciglio: "Che gesto ardito per un gondoriano bene educato" scherzai. Lothiriel, tra una pausa e l'altra alle Case di Guarigione mi aveva istruita un po'. Ero abbastanza inorridita e decisa a rompere parecchie etichette di comportamento. Amrothos che sedeva di fronte a noi scoppiò a ridere. Boromir si limitò a stringermi un po di più a se con un sorrisetto. Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai trasportare dalle conversazioni intorno a noi, godendomi il calore di quel contatto. Per i Valar! Come avrei voluto rimanere viva per continuare a gioirne!
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Miriel dei Dunedain
FanfictionLa storia di Miriel si intreccia con i grandi eventi della Terza Era della Terra di Mezzo. Incontra la compagnia di Thorin Scudodiquercia e anni dopo entrerà a far parte della Compagnia dell'Anello. Lotterà per lasciare andare il passato e per dare...