La compagnia si scioglie

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Tutta la compagnia era immersa in cupi pensieri. La poca varietà del paesaggio poi non aiutava. Guardavo le rive spoglie e brulle scorrere via apatica. Erano ormai due giorni che viaggiavamo via fiume. Io e Boromir ci evitavamo accuratamente. Il suo sguardo diventava sempre più cupo, a volte mormorava sottovoce e di notte si girava e rigirava dormendo poco come testimoniavano le sue occhiaie. La sera prima lo avevo sentito litigare con Estel. Voleva che andassimo a Minas Tirith ma anche il ranger non ne aveva la minima intenzione. Tra tutti, gli uomini erano quelli più sensibili al potere dell'anello e più evitavamo le città meglio era. Inoltre andare a Minas Tirith era quello che il nemico si aspettava e la poca speranza che avevamo era nell'effetto sorpresa.

Ma mano che il nostro viaggio procedeva un senso di pericolo di faceva strada in me. Anche Estel e Legolas lo sentivano, lo leggevo nei loro occhi per questo non mi stupii quando all'imbrunire, invece di tirare le barche in secca e fermarci a riposare, Aragorn ci fece proseguire nella notte. La luna era piena e la notte chiara Gimli, che come nano vedeva meglio al buio, stava di vedetta a prua della nave. Scrutava nell'oscurità per vedere eventuali sassi o altri ostacoli ma in quel tratto l'Anduin scorreva tranquillo e liscio.

Improvvisamente però sentimmo aspre grida sulla sponda sinistra del fiume e frecce iniziarono a piovere su di noi.

"Yrch" sibilò Legolas con odio

"Approdiamo" esclamò Aragorn virando verso la sponda destra del fiume. Ma i nostri assalitori aveva scelto bene il luogo dell'imboscata. In quel punto la corrente dell'Anduin ci spingeva verso la riva sinistra! Direttamente tra le braccia dei nostri nemici.

Gimli prese l'altro remo e si mise a lottare contro la corrente insieme a Legolas. Io incordai velocemente l'arco e scrutai la riva opposta in cerca di bersagli. Vedevo solo vaghe figure correre qua e la. Non aveva senso sparare alla ceca, ma incoccai comunque una freccia, determinata a sparare non appena avessi un bersaglio chiaro. Con la luna piena, fuori nel mezzo del fiume eravamo un facile bersaglio ma i mantelli di Lorien si fondevano con il paesaggio, mimetizzandoci agli occhi dei servitori dei nemico. Quindi nessuna freccia ci colpì, se non contavamo quella che rimbalzò addosso a Frodo (deviata dalla cotta di maglia e indebolita dalla distanza) e quella che centrò la barca in cui erano Boromir con Merry e Pipino. Piantandosi a pochi centimetri dalla mano di Pipino che la fissò con orrore. Passarono secondi che ci sembrarono ore, mentre lottavamo contro la corrente, restando fermi nello stesso punto fino a che non sentii un leggero cambiamento...la barca si era spostata un pochino in avanti?! Sì, decisamente!

"Ce la facciamo!" esclamò Gimli moltiplicando gli sforzi e prima piano poi sempre più velocemente riuscimmo a uscire dalla corrente principale e a raggiungere la riva opposta. Aragorn ci fece risalire per un tratto, dove un grande salice faceva scendere i suoi rami fino all'acqua. Ci nascondemmo per quanto possibile lì sotto. Legando le barche una insieme all'altra. Legolas saltò giù dalla barca, incordando l'arco. La sponda opposta era troppo lontana anche per l'arco lungo dei Galadhrim ma in quel momento più che vedere sentimmo una grande sagoma alata avvicinarsi e sorvolare la compagnia. Il terrore mi gelò il sangue nelle vene, conoscevo quella sensazione. La stessa sensazione che provai a colle vento e ai guadi del Bruinen: i Nazgul! In quel momento Legolas sospirò: "Elbereth Gilthoniel"' e l'arco di Lorien cantò. La freccia trovò un bersaglio perché sentimmo un verso gracchiante a l'ombra cadde sulla riva opposta del fiume tra i versi sgomenti degli orchetti. Poi tutto tacque. Legolas risaltò agilmente in barca, riponendo l'arco.

"Benedetta sia la mira degli elfi" disse Gimli "Sono contento che tu abbia ucciso quella bestia"

"Non penso che io l'abbia uccisa" disse Legolas, pensoso "Quanto meno dovrei aver ferito la sua cavalcatura"

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora