I morti non permettono ai vivi di passare

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Aragorn ci condusse a tappe forzate verso Dunclivio. Non ebbi occasione di parlare ancora con Boromir ma c'era un nuovo calore nei nostri rapporti. Era come un germoglio che timidamente faceva capolino e sperai che tutto potesse tornare com'era nei giorni di Lothlorien, prima che la partenza e la nostra missione ci allontanassero l'uno dall'altra.

Arrivammo a Dunclivio, tra le Montagne Bianche, al crepuscolo. Alcune tende si alzavano già nell'oscurità ai piedi della ripida parete rocciosa dov'era appollaiato il villaggio vero e proprio: l'adunata dei Rohirrim era cominciata.

Salimmo lentamente, in fila indiana, lo stretto sentiero che si arrampicava verso la fortezza. Ad ogni curva vi erano dei grossi massi, scolpiti grezzamente in tozze forme umane. Dovevano essere molto antiche: la pioggia avere levigato le loro fattezze, a volte cancellandole quasi completamente e licheni coprivano la pietra. Non potei fare a meno di rabbrividire di fronte a quelle orbite vuote.

"I Rohirrim li chiamano Pukel" disse Elladan da dietro di me "Erano popoli che un tempo abitavano queste terre. Si narra che ora ve ne siano molto pochi, e solo nella foresta di Druadan"

"Cosa sono?" chiesi

"Non lo so con precisione, forse mio padre ne sa di più. Ma sono una sorta di uomini delle foreste, anche se non sono propriamente Edain. O forse qualche razza di uomini dimenticata e che si è trasformata per sopravvivere nelle ere della terra di Mezzo quando ancora Melkor regnava e gli orchi davano loro la caccia. Una volta erano considerati protettori da chi viveva qui. Ma gli uomini dimenticano facilmente e furono spesso scacciati, le loro foreste prese con la forza"

Dopo le parole di Elladan il loro sguardo vuoto mi sembrò solo triste.

Alla porta della fortezza ci aspettava éowyn. Il suo vestito bianco sembrava tinto di rosso alla luce del tramonto.

Alcuni ragazzi si fecero avanti per prendere i cavalli e portarli nella scuderie ed éowyn diede ad Aragorn la coppa di benvenuto. Le loro mani si toccarono e notai che le mani della donna tremavano. Sospirai tristemente: avevo notato la sua attrazione per Estel. Quello che non sapeva era che combatteva una battaglia persa. C'era solo Arwen nel cuore del ranger e ci sarebbe sempre stata solo lei. Le altre donne della casa si fecero avanti dopo dama éowyn e porsero a ognuno di noi la coppa di idromele di benvenuto. Dopo giorni di cavalcate estenuanti accolsi con piacere il gusto dolce e rinvigorente dell'idromele. Mi sentii rivivere e rilassai le spalle che non mi ero accorta di tenere contratte.

Una domestica mi condusse alla camera di éowyn che avrei condiviso con lei quella notte. Dopo essermi rinfrescata velocemente stesi il mio materasso da campo accanto al camino e raggiunsi la hall per la cena.

Aragorn e Boromir non c'erano e immaginai che anche a loro fosse stata data una camera e si stessero preparando per la cena. Mi sedetti al fianco di Legolas con Gimli seduto in faccia a noi che già si era impossessato di un boccale di birra.

"Come trovi la birra dei Rohirrim mastro Nano?" chiesi divertita

"Non male...certo niente a che vedere con la birra di malto nanica! Ah con quella non c'è paragone" disse sicuro.

Legolas sorrise sornione e mi sussurrò: "Che ci trovate voi mortali in quella bevanda non potrò mai capire..."

"é tuo padre che ha i gusti troppo raffinati" ribattei.

In quel momento sentii qualcuno sedersi accanto a me e dal calore che mi pervase il corpo capii che era Boromir. Ogni tanto mi inquietava l'effetto che mi faceva.

Mi accarezzò fugacemente la coscia con la mano e sperai che solo Legolas si rese conto dell'improvvisa perdita di regolarità del mio respiro.

Quando arrivò anche Aragorn fu portata la cena. Zuppa d'orzo, pane appena sfornato e formaggi di capra stagionati furono portati in tavola. éowyn si scusò per la magra cena ma le scorte erano razionate.

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora