Dite amici, ed entrate

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L'imbrunire aveva iniziato a strisciare lungo i pendii delle montagne quando giungemmo alle miniere di Moria. Almeno così disse Gandalf. Vedevo solo una parete di roccia a strapiombo e un piccolo lago. Che non mi piaceva per nulla. Per fortuna c'era ancora una lingua di terra asciutta tra il lago e la parete di roccia da cui passammo per raggiungere un punto della parete di roccia incorniciato da due altri alberi di agrifoglio.

"Le porte di Moria" sussurrò Gimli con reverenza

"Dove?" chiese Pipino dando voce anche ai miei pensieri

"Le porte dei nani sono invisibili quando chiuse. Se i loro misteri sono persi, nemmeno i nani riescono a trovarle" spiegò Gandalf.

"Chissà perché la cosa non mi stupisce" sussurrò Legolas guadagnandosi un'occhiataccia da Gimli. Mi morsi la lingua per non ridere, ma non potei impedire agli angoli della mia bocca di sollevarsi.

Intanto Gandalf stava passando le mani sulla roccia mormorando qualcosa che non udii. Si girò poi verso il cielo e in quel momento la luna uscì da dietro una nuvole e, illuminando la parete di roccia, rivelò le porte di Moria.

"Ithiliden" mormorai mentre le linee argentate si accendevano sotto i raggi della luna disegnando i contorni della porta.

"Qui c'è scritto: Le Porte di Durin, signore di Moria, dite amici ed entrate. Io Narvi le feci, Celebrimbor dell'Agrifogliere tracciò questi segni"

"Cosa vuol dire?" inquisì ancora Pipino

"Semplice, se uno sa la parola d'ordine la dice e le porte si aprono"

"E qual'é?"

"Non lo so" ammise tranquillo lo stregone

"E allora come faremo ad entrare? Avevi detto che avevi già attraversato Moria, com'é possibile? Siamo intrappolati tra il lago e la montagna ora" disse aspro Boromir

"Non mi hai ascoltato prima?" disse Gandalf e dal tono della voce intuii che era irritato "Sono entrato dall'altra parte, non da questa"

"E allora cosa intendi fare?" domandò Pipino per niente intimorito dal tono dello stregone

"Colpire le porte con la tua testa, Peregrino Tuc. E se ciò non le frantuma e mi sarà concesso un po' di tempo per pensare cercherò di trovare la parola d'ordine"

Non dubitai che prima o poi le avrebbe trovate, era Gandalf dopotutto.

Dopo aver tolto i bagagli da Billy e averlo rimandato indietro (per il dispiacere di Sam) dividemmo il carico tra di noi, lasciando parte degli indumenti più pesanti. Non ci sarebbero serviti dall'altra parte. Sempre se ci fossimo arrivati. Le storie che circolavano su Moria erano nere come il lago che ora si estendeva davanti ai suoi cancelli. Facemmo un piccolo falò sedendoci intorno ad esso, mentre Gandalf sedeva davanti alla porta mormorando parole in elfico. Legolas le fissava come se le potesse aprire con la forza di volontà e Gimli ci camminava davanti, dando ogni tanto dei piccoli colpetti con l'ascia, come se cercasse di sentire dove suonasse vuoto.

"Mi domando cosa stanno facendo a casa" si domandò Frodo

"A Rivendell staranno cantando nella sala del fuoco" provai a indovinare

"Il mio vecchio Gaffiere probabilmente starà bevendo una birra al Drago Verde" disse con un sorriso Sam

"Ah, la birra del Drago Verde" disse Pipino sognante.

"La migliore di tutta la Contea" confermò Merry "Anche se Sam non ci andava per la birra" disse con un sorriso malizioso. Sam arrossì fino alla punta dei capelli e così tirandogli fuori le parole quasi a forza ci raccontò di Rosie Cotton. La ragazza hobbit di cui era innamorato pazzo ma alla quale non si era ancora dichiarato: "Dovevo fare questa cosa con il padron Frodo, prima, non so se mi capite" si giustificò.

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora