Un esercito di elfi per tredici nani

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Erano passati mesi da quando erano arrivati i nani a Gran Burrone. L'anello di Thorin pendeva da una catenella al mio collo e la rosa l'avevo fatta seccare e la conservavo nel mio diario. L'inverno era quasi alle porte. Notizie inquietanti arrivavano dal mondo esterno. Il male a Dol Guldur si era risvegliato, ma nessuno sapeva con esattezza chi o cosa infestasse quelle antiche mura. Niente di buono in ogi caso. Spinta da uno strano impulso decisi di partire. Sarei andata a Bosco Atro da Thranduil e da lì a Erebor. Elrond era partito qualche giorno prima, convocato dal Bianco Consiglio, e Glorfindel non provò nemmeno a fermarmi, sapeva che quando mi mettevo in testa qualcosa nessuno poteva deviarmi dal mio proposito. Inoltre ero ormai adulta anche se gli elfi mi considerassero poco più che una bambina e anche secondo il conto dei numenoreani ero giovanissima.

Sellai il mio cavallo e partii nella bruma del primo mattino. A tappe forzate valicai le montagne e proseguendo sull'antica strada elfica ben presto mi inoltrai nel Bosco Atro. La strada passava abbastanza lontana da Dol Guldur, ma stetti bene con i sensi all'erta. Fu con sollievo che vidi il palazzo di re Thranduil, Bosco Atro era peggio di quello che mi ricordavo ma con una combinazione di fortuna e sorveglianza costante ce l'avevo fatta a passarlo incolume.

Avevo con me il sigillo di Elrond quindi le guardie mi fecero passare senza problemi. Lasciai il cavallo all'entrata e seguii una guardia che mi condusse dal re. C'era un gran andirivieni, e molte voci sussurravano concitate. Vidi molti, troppi, elfi in armatura e non erano guardie. Tuttavia non chiesi niente al mio accompagnatore.

"Miriel di Gran Burrone, benvenuta" mi accolse Thranduil, comodamente seduto sul suo trono.

"Mio signore Thranduil" salutai a mia volta chinando il capo. Mi ero dimenticata di quando fosse bello.

"Cosa ti porta qui in quest'ora buia?"

"Sto cercando notizie, mio signore e il permesso di passare per raggiungere Erebor"

"Erebor?" chiese cercando di restare impassibile ma vidi un lampo di interesse passare nei suoi occhi

"Erebor. Un gruppo di nani è passato qualche mese fa a Gran Burrone, erano diretti alla montagna" dissi non sapendo quanto rivelare

"Sono stati miei...ospiti" replicò lui con una smorfia "Ora mi è giunta voce che sono riusciti a reclamare la montagna"

Il cuore prese a battermi più forte nel petto. Ci erano riusciti?

"E il drago?"

"Morto. Un uomo di Pontelagolungo, mi dicono, l'ha ucciso"

Smaug morto. L'ultimo drago del Nord era finalmente stato sconfitto...e i nani avevano ripreso la montagna! Ma qualcosa negli occhi di Thranduil mi faceva sospettare che ci fosse dell'altro. Scelsi la via dell'attacco:

"Stai partendo in guerra mio signore?" chiesi come se fosse un dato di fatto. Se rimase sorpreso non lo diede a vedere

"Sì, parto con l'esercito e con provviste. Pontelagolungo è stata devastata dal drago, i superstiti non hanno niente e si sono rifugiati a Dale. Ma Thorin è stato preso dalla malattia del drago e non gli vuole dare nemmeno un 'oncia del suo oro. Voglio fargli cambiare idea...e riprendermi le gemme di Lasgalen che sono mie di diritto".

Una lama di ghiaccio mi penetrò nel cuore. La malattia del drago. Ne avevo solo sentito parlare e sapevo che aveva colpito il nonno di Thorin. Un amore geloso e malvagio per l'oro e per l'arkengemma, il cuore della montagna, che era il tesoro principale di Erebor. Rabbrividii.

"Ho risposto alle tue domande?"

"Sì mio signore. Posso venire a Dale con voi?"

"Come mai vuoi andare alla Montagna? Quali sono gli interessi che ti legano ai nani?"

"Amicizia e forse la speranza di poter riuscire a fare ragionare Thorin"

"Ragionare con un nano?" alzò un sopracciglio divertito "Voi umani non imparate mai... puoi venire con noi. Ma ti terremo d'occhio. Non ho intenzione che tu ti rivolta contro di noi per aiutare i tuoi amici nani"

"Non ho intenzione di schierarmi da nessuna parte se non dalla parte lesa" dichiarai. Senza specificare quale fosse la parte lesa. Avevo ascoltato solo una campana per il momento.

Thranduil annuì.

"Partiamo tra qualche ora" disse e mi congedò.

Un'ancella mi condusse in una stanza in cui potei rinfrescarmi e riposarmi e quando suonò il corno della partenza uscii dalla camera e quasi mi scontrai con un elfo.

"Perdonami" dissi

"Scusami tu, non guardavo dove andavo" rispose lui. Mi ricordava qualcuno...

"Legolas?" chiesi

Lui mi guardò confuso poi la consapevolezza gli si dipinse in viso: "Miriel! Non sapevo che fossi tornata"
"Sono solo arrivata qualche ora fa. Da sola" aggiunsi visto che l'ultima volta che eravamo venuti in visita a Bosco Atro c'erano anche Elladan ed Elrohir.

"Non hai scelto un buon momento"

"Lo so, verrò con voi...andiamo?"

"Andiamo" annuì e ci dirigemmo alle scuderie. La maggior parte degli elfi marciava a piedi, ma Legolas e i comandanti andavano a cavallo. Per Thranduil invece i cavalli erano troppo poco maestosi, lui cavalcava un enorme alce.

Guardai il re e poi guardai Legolas che scrollò le spalle come a dire: "Sai com'è fatto".

Avevo conosciuto Legolas nella mia precedente visita. Era il figlio di Thranduil, principe di Bosco Atro. Era l'opposto del padre: modesto, con un animo gentile e con la curiosità di scoprire il mondo al di fuori del bosco. Mi piaceva e speravo che non diventasse come il padre. Thranduil era un buon re, aveva fatto e faceva molto per il suo popolo, ma era un po' isolazionista e poco si curava delle altre razze che non fossero gli elfi Silvani. Senza contare il suo lato teatrale e drammatico. 

Miriel dei DunedainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora