Giungemmo al fosso di Helm che era mattina. Sfiniti dalla cavalcata notturna aiutai i Dunedain a montare il campo appena fuori dalle mura. Srotolai il mio letto da campo nella tenda di Halbarad e mi ci tuffai grata. pochi minuti dopo già dormivo.
Mi risvegliai qualche ora dopo, per niente riposata ma decisa a rendermi utile. Il fosso di Helm sembrava un formicaio. Tutti erano presi dal prepararsi alla partenza o dal riparare le mura distrutte. Non vedevo i miei compagni da nessuna parte, quindi mi diressi alle caverne scintillanti per dare una mano ai guaritori.
L'aria era fresca e salubre nelle caverne.
Devono avere delle aperture che prendono l'aria dall'esterno pensai mentre entravo nella caverna per la cura dei feriti. Rispetto alla mia ultima visita regnava un clima molto più pacifico e ovattato. Nessun grido di dolore, nessun arto amputato e buttato in un angolo...l'angoscia delle conseguenze della battaglia era scemata. Tutti i pazienti avevano il proprio giaciglio e i guaritori non si muovevano più tra i pazienti con borse nere sotto gli occhi per la mancanza di sonno. Un paio di mani in più furono comunque bene accette e per le ore che seguirono mi occupai di cambiare medicazioni, pulire ferite, somministrare antidoti.
Fu Gimli che mi trovò. Evidentemente non riusciva a stare a lungo lontano dalle caverne scintillanti.
"Vieni ragazza" mi disse "Aragorn e il re vogliono parlarci"
Finii di bendare il braccio di un cavaliere e mi alzai mormorando una parola di conforto. L'arto stava guarendo bene, la prima volta che avevo visto la ferita avevo avuto paura che potesse essere necessaria un amputazione ma l'athelas e le doti di Elladan che lo avevano curato aveva evitato il peggio. Chissà dov'erano di due gemelli pensai distrattamente mentre mi lavavo le mani in una bacinella d'acqua pulita. Mi asciugai velocemente con uno straccio e seguii Gimli che borbottava sottovoce i vari piccoli cambiamenti che gli sarebbe piaciuto apportare alle caverne. Sorrisi sotto i baffi. Se fossimo sopravvissuti e davvero Gimli sarebbe riuscito a tornare e a dimorare alle caverne in pochi anni sarebbero diventate ancora più meravigliose.
Sbattei gli occhi alla luce del sole appena fuori dalla penombra delle grotte. L'attività ferveva sempre intorno a noi e Gimli lanciò uno sguardo di apprezzamento agli uomini che stavano riparando le mura. Immaginai che gli avesse dato qualche suggerimento perché quando passammo loro accanto ci salutarono con cenni cortesi del capo, guardando Gimli come per chiedere se avesse qualcosa da suggerire ma lui disse solo: "Va bene, avanti così!" e loro si rimisero a sollevare e collocare massi. Quando stavamo per raggiungere il Trombatorrione da una porta ai piedi del maschio uscì Boromir. Mi sembrava di ricordare che era la porta che portava alle cucine e a una sala da pranzo. Una bambina gli corse incontro ridendo e lui la prese in braccio di slancio, facendola girare intorno a sé in uno scoppiò di ilarità. Lo guardai sorridendo mentre una strana sensazione si faceva strada dentro di me fino a che non sentii una fitta di ghiaccio al cuore quando vidi la donna che lo aveva ringraziato dopo la battaglia avvicinarsi con un sorriso.
"Hilde! Ti avevo detto di non andare via" riproverò la bambina senza convinzione
"Oh, non è un problema" disse Boromir riconsegnando Hilde tra le braccia di sua madre. La bambina però aveva altri progetti e si divincolò così sua madre la lasciò a terra, guardandola correre verso un gruppo di altri bambini.
"é così indisciplinata da quando suo padre è venuto a mancare...siamo solo io e lei ora" disse con un tono e uno sguardo che mi fece digrignare i denti.
Boromir sorrise tristemente, posandole una mano sulla spalla.
"Mi dispiace, la guerra costa sempre più caro a chi non se lo merita"
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Miriel dei Dunedain
FanfictionLa storia di Miriel si intreccia con i grandi eventi della Terza Era della Terra di Mezzo. Incontra la compagnia di Thorin Scudodiquercia e anni dopo entrerà a far parte della Compagnia dell'Anello. Lotterà per lasciare andare il passato e per dare...