Raise a glass to freedom
Something they can never take away
No matter what they tell you
( Hamilton, The Story of Tonight)Ophélie aveva trascorso l'intera settimana a cucire fino a farsi lacrimare gli occhi e ferirsi le dita. Tutto per quel giorno: il giorno che avrebbe determinato la fine dei Taciti per sempre. Saoirse le aveva dato indicazioni molto precise: nessun colore e neanche l'ombra di una decorazione, solo il cremisi dei mantelli ricamati d'oro. Quando la ragazzina vide gli abiti pronti sulle sue labbra indugiò un mezzo sorriso.
– Con questi sarà più facile passare inosservati – commentò.
– Ho disegnato io tutti i costumi di scena per questo circo. Sono felice di poter fare per una volta qualcosa di importante, oltre che bello – raccontò Ophélie a bassa voce.
Saoirse si avvicinò, gli occhi fissi su un mantello dell'esatta sfumatura di rosso di quello che lei stessa aveva portato tanto a lungo.
– Il suo lavoro donerà la libertà a molte persone e a molti animali, – disse. – Deve andarne fiera.
– Grazie, Saoirse.
Saoirse sobbalzò. Era la prima volta da quando aveva cominciato a lavorare per il circo che qualcuno pronunciava correttamente il suo nome. Fu un gesto piccolo, apparentemente insignificante, ma le infuse coraggio. Per tutta la settimana aveva temuto che sua sorella potesse metterla di nuovo in gabbia, aveva avuto un'inconfessata paura al pensiero di rivederla. Ma quando sentì pronunciare il proprio nome ricordò che doveva essere forte. Saoirse. Libera. "Ricorda cosa significa," si disse. "Hai avuto la tua libertà, è il momento di lottare perché altri possano avere la loro".L'aria era satura dell'odore di alloro, addolcito da una calda nota di legno di sandalo. Sarebbe stato molto piacevole se il fumo di quelle piante bruciate non avesse invaso totalmente la piccola tenda, rendendo impossibile respirare aria pura e fresca. Martha si costrinse comunque a inspirare a fondo dal naso ed espirare dalla bocca, cercando di non vomitare.
– Continua così, stai andando bene. – la incitava Owen mentre attizzava il fuoco e aggiungeva altre foglioline di alloro.
– Perché non posso berlo come le altre volte? – chiese Martha, sperando di non morire asfissiata.
Il vecchio si ripulì gli occhiali appannati dal fumo. – Bruciare foglie di alloro e legno di sandalo può rimuovere maledizioni e annullare incantesimi di Magia Nera.
– Che vuol dire, che potrei guarire del tutto?
– Ecco... è difficile dirlo... – Owen parve incerto, cosa più unica che rara per lui.
– Non voglio essere illusa – disse Martha accorgendosene. – Voglio la verità.
– La tua non è una semplice maledizione, figliola. Ormai è nel tuo sangue, è praticamente impossibile estirparla del tutto – spiegò Owen. La sua voce era dolce, ma dire quelle parole gli costava molto. – Tuttavia respirare questi fumi ritarderà l'inevitabile. So che non è comodo come bere pozioni, ma è molto più efficace e non puoi correre il rischio di trasformarti mentre sei nella Casa del Silenzio. Lo capisci, vero?
Martha annuì, chiedendosi cosa ne sarebbe stato di lei, del circo, della sua famiglia di artisti quando la maledizione avesse fatto effetto. Forse se la sarebbero cavata lo stesso, mentre lei avrebbe perso ogni cosa. Ebbe paura di dimenticare tutta la sua vita umana: non le sarebbe rimasto altro che ricordi, non voleva perdere anche quelli.
– Sento che è arrivato il momento che anche gli altri sappiano – confessò. Nonostante pronunciare quelle parole fosse difficile per lei, non perdeva il suo piglio concreto e razionale. – Sono stanca di nascondermi e loro hanno il diritto di scegliere se restare comunque oppure no. Non subito, dobbiamo essere tutti uniti e concentrati sulla missione, non posso rischiare che qualcuno vada via a causa mia. Se usciremo vivi da quel posto, però, dirò tutta la verità.
Owen smise di bruciare foglie e comandò alla sua sedia di legno di fluttuare verso la ragazza. La guardò con tenerezza mista a un profondo dolore, nascosto nei suoi occhi azzurri e nella sua espressione sempre bonaria. – Questo è molto saggio da parte tua.
– Mi odieranno? Avranno paura di me?
– Non soffermarti su quello che gli altri possono pensare di te, ma su quello che la tua anima può pensare delle tue scelte. Quello è l'unico giudizio che conta.
Martha credette di capire. Abbracciò Owen e uscì.
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Unitevi a me... o morite
FanficSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...