You can take the things they say
As the bitter truth
Don't throw it all away
On second hand news
(Birdy, Second Hand News)Quella stessa mattina, Queenie prese in prestito da Newt alcuni ingredienti per le pozioni e con grande maestria, sebbene interrotta di tanto in tanto da un improvviso senso di nausea, preparò uno strano distillato che Newt non era stato in grado di riconoscere neppure dalla ricetta. La strega si rifiutò di dare troppe spiegazioni, semplicemente chiese a Newt di bere tutta la pozione fino all'ultima goccia. Lui, anche se con riluttanza, obbedì, aspettandosi che qualcosa di strano e mai visto prima accadesse al suo corpo, invece non successe nulla. Queenie sembrava molto soddisfatta di quel risultato inesistente, guardava l'amico, perfettamente identico a cinque secondi prima, annuendo in silenzio. Durante la giornata, Newt notò che intorno ai suoi occhi si andava formando un alone scuro. Dapprima pensò fossero semplici occhiaie, ma con il passare delle ore queste iniziarono ad assumere un colorito nero. Queenie non era affatto allarmata da quella reazione, mentre Newt iniziò a sospettare che quello che aveva bevuto potesse essere Somnus Sero. Ebbero appena il tempo di finire le prove, quando Newt avvertì una tremenda sensazione di stanchezza. Stava cominciando. In quel momento i due stavano tranquillamente conversando con Jacob e, quando Queenie si rese conto che Newt faticava a tenere gli occhi aperti, baciò in fretta il povero Jacob, che era ignaro di tutto, e senza una parola trascinò il Magizoologo nel suo vagone. Fece appena in tempo ad adagiarlo sul materasso e a spiegargli quello che doveva fare: Newt si addormentò.
Newt tentò di ricordare quello che Queenie gli aveva spiegato, ma trovava molto difficile rimanere presente a se stesso: era stato come venire un'altra volta al mondo. Si guardava intorno e si chiedeva dove si trovasse, la parte ancora lucida di lui rispondeva: "in nessun luogo". Il suo corpo gli sembrava privo di peso e riusciva quasi a sentire il suo cervello, ingannato, in lotta contro se stesso. Queenie gli aveva promesso che non sarebbe esploso. Era già qualcosa. Certo, c'erano altri rischi, ad esempio quello di impazzire o di restare bloccato lì per sempre, ma iniziò a pensare che forse non sarebbe stato poi tanto male: si stava bene in quel non-luogo, non aveva nulla da inseguire, nulla che lo inseguisse, semplicemente esisteva... o forse non esisteva... era proprio quell'incertezza a dargli uno strano senso di libertà. Si morse la lingua, pur senza sentire dolore: non poteva restare lì, non aveva detto addio a Jacob né messo al sicuro le sue creature. Avrebbe fatto quello che doveva e poi sarebbe tornato indietro, sì. Fece qualche passo, eppure non gli sembrava affatto di avanzare dal momento che non aveva alcun punto di riferimento. Se avesse dovuto descrivere lo scenario che lo circondava non avrebbe potuto spendere che una parola: distorto. Somigliava a tutti i paesaggi della nostra terra contemporaneamente, e insieme a nessuno di essi. I colori erano stinti, le tonalità scure, occasionalmente rischiarati da lampi porpora o verde foresta che gridavano nella penombra, subito soffocati. E poi fu bianco. Newt non vide che luce intorno a sé, una luce abbagliante che pure non lo infastidiva minimamente. Fisicamente, s'intende, perché il suo cuore era pervaso da sensazioni inspiegabilmente angosciose. Una voce dentro di lui, intanto, rammentava di essere già stata in un simile luogo.
I piedi del mago passeggiavano su una sabbia bianca fine come zucchero all'interno della quale si apriva, poco più avanti, un laghetto: uno squarcio di estrema perfezione, colmo di acqua limpidissima su cui riposavano decine di ninfee. Le ninfee erano di vetro. Newt era troppo occupato a preservare la sua sanità mentale per preoccuparsi di come accidenti facessero a galleggiare. Il lago era attraversato da un ponte di cristallo che sembrava potesse cadere in frantumi con un solo soffio di vento. Eppure Newt sentiva, senza un apparente motivo, il bisogno impellente di attraversarlo.
— Non farlo.
Una voce lo richiamò nel momento stesso in cui quel pensiero affiorò nella sua mente. Newt non poteva sbagliarsi: era la voce di Tina. Sollevò lo sguardo e la vide là, sull'altra sponda del lago, al lato opposto del ponte. Non aveva né gli abiti né lo sguardo di Thunder, era come se tutto fosse tornato come prima. Lo guardo era malinconico, gli occhi circondati da un alone scuro, i vestiti stropicciati e i capelli in disordine: Newt la trovò bellissima. Un'unica cosa ricordava la sua appartenenza a Grindelwald: il suo collare rappresentante il simbolo dei Doni della Morte.
— Non puoi attraversare il ponte, o perderai te stesso — aggiunse lei.
— Sono già perduto — ribatté lui.
— Non sei affatto cambiato... non si può dire lo stesso di me — Tina si rabbuiò. — Questa è l'ultima cosa che vorresti sentirti dire da una come me, ma... sono felice di poterti vedere. Lo sono davvero.
I loro occhi si incontrarono, e a quel punto le parole non furono più necessarie. Fu come se non si fossero mai separati, le loro anime comunicavano quello che le parole non potevano esprimere, per un attimo dimenticarono tutto e furono felici.
— Perché sei andata via? Credevo... credevo fossi... no, non voglio dirlo!
— Sono qui, sono sempre stata qui. — Tina provò ad aggiungere qualcos. Più volte aprì la bocca per parlare, ma non una volta riuscì nel suo intento: annaspava in cerca di aria, come se mani invisibili le stringessero il collo per impedirle di emettere alcun suono.
— Sono una traditrice, — ammise alla fine. — non posso biasimarti se non ti fidi più di me...
— Mi fido di te — la interruppe lui istintivamente. Rimase immobile a riflettere su quello che aveva appena detto: non aveva alcuna motivazione per fidarsi di Tina, sapeva cosa aveva fatto, quanta sofferenza aveva causato. Ma il suo istinto percepiva qualcosa che nemmeno la più geniale delle menti avrebbe potuto vedere, si rese così conto che quello che aveva appena detto era vero, e aggiunse: — profondamente.
— Allora ci vediamo dall'altra parte — sussurrò Tina. — Ti chiedo solo una cosa, anzi due: di' a Queenie che le voglio bene e ti prego, non rovinare tutto per delle notizie di seconda mano.
Newt abbassò lo sguardo nel tentativo di comprendere quelle parole. Quando alzò di nuovo gli occhi, Tina non era più lì. Provò a chiamarla, ma sapeva già che non avrebbe risposto. Sentiva che era sul punto di piangere e improvvisamente le lacrime iniziarono a scorrere per davvero. Aprì gli occhi, sorpreso: aveva di nuovo il suo corpo, ne avvertiva il peso, e si accorse che era steso sul materasso di Queenie. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma si sentiva come se avesse dormito per un'eternità
— L'hai vista? — chiese la Legilimens, impaziente. Aveva l'aria sfinita.
— Non capisco... — mormorò Newt. — Quello che è successo era reale?
— Non più né meno di quanto tu non fossi reale in quel momento. Allora, l'hai vista?
— Non per molto, ma sì. Ha detto che ti vuole bene.
— Per Morrigan, — disse Queenie, a metà tra la gioia e il dolore, — mia sorella è viva!
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Unitevi a me... o morite
ФанфикSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...