Viviamo ormai su un'isola in mezzo alle insidie, e le nostre mani si posano più sovente sulla corda dell'arco che non su quelle dell'arpa.
(J.R.R. Tolkien, La Compagnia dell'Anello)Il mistero della freccia sconvolse molti animi nelle ore successive. Queenie era stata immediatamente soccorsa e portata da Owen, la cosa più vicina a un dottore che avessero a disposizione, e un'interminabile processione di circensi era accorsa a curiosare, tutti con lo stesso sguardo preoccupato impresso sul volto. Erano stati attaccati, o quella freccia era rivolta a qualcun altro? Era arrivata la fine del loro periodo di pace e splendore? Le menti più drammatiche, ad esempio quella di Chase Puglio, arrivavano a sospettare complotti che avrebbero portato all'inizio della fine del mondo.
Alla fine Martha e Credence furono gli unici a rimanere nella stanza, fianco a fianco, gli occhi puntati sul misterioso artefatto che trasudava magia oscura. Non capivano cosa fosse, ma quando i loro sguardi si incontravano Credence riusciva a vedere tutto il terrore annidato nel profondo degli occhi della ragazza. Era una paura diversa, che non aveva nulla a che fare con tutte le emozioni che aveva visto attraversare il suo volto fino a quel momento. Sembrava più profonda e intima, come se Martha avesse appena appreso un orribile segreto. Ma lei taceva. L'Obscuriale si avvicinò cautamente al muro. Lo sfiorò, prima con tocco incerto, poi con maggiore fiducia, alla ricerca del punto della parete che era stato colpito dalla freccia. Non lo trovò. Il legno era completamente intatto, nemmeno un graffio lo ripercorreva, come se il foro creato dalla freccia si fosse richiuso. Anche Martha si avvicinò, e senza una parola capì quale fosse l'oggetto della ricerca dell'amico. Anche a lei la parete parve intatta, ma per un attimo le sembrò di vedere delle sottilissime venature cremisi che pulsavano debolmente. I filamenti erano così piccoli da apparire quasi invisibili, ma guardando bene se ne riuscivano a indovinare i contorni.
— Che cos'è? — chiese a bassa voce, indicando le venature.
— Cosa? — Credence aguzzò la vista, ma non riusciva a vedere niente.
— Questi... — Martha si interruppe e spalancò gli occhi: sul muro non c'era più nulla.Intanto, Newt e Jacob erano tornati nella loro carrozza. Londra stava iniziando a sfilare davanti a loro, mostrando le prime case dall'aspetto tipicamente inglese che sembravano pregne dello stesso grigiore delle nubi che coprivano il cielo. Jacob trovò la città bella esattamente come ricordava, anche se gli trasmetteva uno strano senso di malinconia. Avrebbe voluto guardarsi intorno con più attenzione, ma il timore fu più forte e coprì la finestra con lo schienale di una sedia, nell'eventualità che arrivasse un'altra freccia. La preoccupazione era tale che persino l'americano per un po' non ebbe voglia di parlare. Aveva visto la mano di Queenie completamente ustionata, che assumeva un colorito sempre più strano. Aveva visto la ragazza impallidire prima di perdere i sensi, e non poteva togliersi quell'immagine dalla testa.
Newt camminava nervosamente per la carrozza, misurando il minuscolo spazio a grandi passi e percorrendola da una parte all'altra. Pensava. Quella freccia era rivolta a lui, ne era sicuro, era come se il fischio della punta che fendeva l'aria gli avesse sussurrato all'orecchio parole di morte. Se non fosse stato per Dougal sarebbe morto. Era un Demiguise intelligente, non era la prima volta che lo salvava. Eppure restava il fatto che T avesse attentato alla sua vita, e non riusciva a capire perché. Non aveva causato problemi a nessuno, se non accidentalmente, ma quello lo faceva praticamente da dal giorno in cui era nato. Doveva per forza essere qualcuno determinato a impedire la loro missione di salvataggio. Gli risultava sempre più difficile credere che quella "T" fosse la firma di Tina. Anche se i suoi amici sembravano propensi a pensare il contrario, Queenie in particolare, il mago era convinto che Tina non potesse compiere azioni tanto crudeli come uccidere una persona o... il suo pensiero volò all'Ippogrifo Bob, ed ebbe voglia di piangere. Jacob se ne accorse, e fece per parlare, ma Newt scosse appena il capo. Non voleva pensarci, ma dopo qualche istante fece qualcosa di totalmente inaspettato: si avvicinò a Jacob con fare impacciato e lo abbracciò. Il No-Mag sorrise, felice per quel gesto che sapeva molto difficile per l'amico; ricambiò l'abbraccio, e per un attimo entrambi sentirono i loro affanni un po' più leggeri. Nessuno dei due poteva risolvere i problemi dell'altro, ma di certo nessuno dei due li avrebbe affrontati da solo. Questo è ciò che c'è di così magico nell'amicizia.
Ancora più magico fu quello che Jacob vide appena il suo strambo amico si sciolse dall'abbraccio: il Magizoologo iniziò a raccogliere i suoi calzini da terra, riordinandoli e disponendoli per colore, uno per uno, con una precisione tale che Jacob quasi si spaventò.
— Che ti prende, amico? — chiese. — tutt'a un tratto mi diventi ordinato?
— Quello mai — rispose Newt, rosso in volto, riponendo i calzini ordinatamente nella valigia. — mi sono solo reso conto che tu hai sempre fatto di tutto per me, e pensavo potesse farti piacere se io facessi qualcosa per... be', essere almeno un buon compagno di stanza. Volevo provarci. Sempre se non ti dà fastidio, certo. Le cose semplici sono una bella distrazione, da quello che stiamo vivendo, intendo. E poi, siamo quasi arrivati...
— Sai, Newt... — sorrise Jacob — per quanto tenti di capirti, penso che per me rimarrai sempre un mistero. Forse il tuo cuore è troppo grande per essere esplorato, boh, non lo so, ma una cosa è certa: le persone ti sottovalutano —.
— Io... — il mago stava tentando di decidere cosa rispondere, quando la porta si aprì facendo sobbalzare entrambi.
— Sono io, sono io — li tranquillizzò Credence, sporgendosi all'interno.
— Tutto ok, Cred? — chiese Jacob.
— Diciamo di sì. Sono solo venuto ad avvisarvi che arriveremo con un po' di ritardo perché c'è una strada chiusa e dobbiamo cambiare percorso —.
— Non c'è problema, davvero — Newt lo ringraziò e lo salutò al posto di Jacob, che era rimasto impietrito, come folgorato da un'illuminazione.
— Lavori in corso, strada momentaneamente chiusa... — disse appena Credence se ne fu andato, e continuò a ripetere più volte quella frase.
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Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...