Una brutta giornata a Londra è comunque meglio di una bella giornata altrove.
(Anonimo)Fu una bella serata, di quelle che Newt e Jacob non trascorrevano da tempo immemore. Faceva freddo e le nuvole coprivano le stelle, ma i due amici si erano muniti di cappotti e sciarpe: il clima rigido e tipicamente inglese non sarebbe stato un problema per loro.
Camminarono parecchio prima di raggiungere una zona abitata, tanto che quando le case pallide e dall'aspetto austero ma caratteristico e pittoresco apparvero, i due amici non poterono fare a meno di esultare. Fino a un istante prima, Newt aveva temuto di aver sbagliato strada, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo a Jacob. Fu particolarmente sollevato quando scoprì che il suo senso dell'orientamento da grande viaggiatore qual era non l'aveva tradito neppure quella volta.
Giunsero alla fermata di una metropolitana, ma nessuno dei due aveva molta voglia di usufruirne; per quanto avesse i piedi stanchi, Jacob voleva vedere la città il più possibile e Newt tendeva a non fidarsi troppo dei mezzi di trasporto Babbani, inoltre il ricordo di ciò che era accaduto l'ultima volta che avevano provato a spostarsi con la metropolitana, quando ancora erano in quattro, li rendeva ancora più riluttanti. Procedettero a piedi, e quanto camminarono! Jacob, il meno atletico tra i due, risentì maggiormente della lunga passeggiata, ma non si lamentò neppure per un istante: stava bene, si trovava in una città meravigliosa con una persona a cui voleva bene, non avrebbe potuto chiedere di più. Newt sembrava una guida turistica: raccontò a Jacob curiosità e aneddoti su ogni angolo della città, non si fermò un attimo se non per respirare, dimostrando una conoscenza impressionante e appassionata. Era raro per un mago conoscere così bene una città Babbana, ma lui era sempre stato un osservatore e aveva uno spirito curioso. Si poteva intravedere quella particolare versione di Newt che emergeva solo quando parlava delle sue Creature, gli occhi luminosi e le labbra che si trattenevano a stento dal sorridere. Jacob era stato tra i pochi in grado di portare alla luce quel suo lato anche in un contesto differente; era raro vedere Newt così a suo agio, e il suo amico fu orgoglioso di lui. Dimenticò molte delle informazioni che Newt gli fornì, ma quando svoltarono in Leinster Gardens, il mago gli parlò di un segreto che lo colpì particolarmente. Si fermò per indicargli una casa, perfettamente identica alle altre. Jacob osservò il palazzo senza capire dove volesse arrivare: era molto bello, bianco e decorato da stucchi fini ed elegantissimi, ma in nulla differiva dal palazzo al lato opposto della strada.
— Quando costruirono la ferrovia sotterranea —, raccontò Newt, — hanno dovuto buttare giù il palazzo che era lì. I londinesi detestavano lo spazio vuoto che era rimasto, lo trovavano antiestetico
— Doveva esserlo —, commentò Jacob, immaginando come doveva apparire quella strada così pittoresca solcata da una simile cicatrice. Nemmeno lui approvava tutti quei lavori che avevano iniziato a New York, avevano trasformato la sua amata città in un enorme cantiere a cielo aperto che gli fece comprendere all'istante come dovessero sentirsi gli abitanti di Londra.
— Sì, un po' lo era. Ma hanno trovato una soluzione: ufficialmente è stata ricostruita una finta facciata, ma in realtà i maghi hanno fatto di quel posto una specie di negozio di piante magiche. Ci sono stato una volta, è davvero straordinario. Purtroppo la zona è circondata da incantesimi e temo che i Babbani non possano entrare... mi dispiace, avrei voluto portartici — concluse con una punta di imbarazzo.
— Va tutto bene, amico! Lo vedrò attraverso i tuoi racconti. È un po' come la tua valigia?
Newt lanciò un'occhiata alla sua valigia, che si era curato di portare con sé: — molto, molto più grande! Immagina questo immenso orto botanico che si estende a perdita d'occhio... — mentre parlava, riprese a camminare. — a ogni passo vedi davanti a te piante di specie diverse, che brillano al buio, che abbracciano i passanti, piante carnivore, velenose, altre utili per le pozioni...
Continuò a descrivere quel luogo idilliaco a lungo, finché non raggiunsero un grazioso pub al numero 17 di Leinster Terrace. L'esterno era grazioso e invitante, dipinto con un azzurro tenue e ingentilito da piantine fiorite che pendevano dalle finestre in grossi vasi. Entrarono e vennero accolti dalla penombra tipica dei pub inglesi, che creava un'atmosfera intima e rilassata. Newt, in reazione a quel cambiamento, non era affatto rilassato. Non era tipo da pub, non c'era dubbio, e Jacob capì che era la prima volta che entrava in quel posto.
Jacob ordinò un gustoso cheeseburger, Newt invece si limitò a un'insalata, evitando accuratamente di mangiare carne come faceva ogni volta che poteva.
— Spero di non averti annoiato — sorprendentemente, mentre aspettavano i loro piatti, fu Newt il primo a parlare. Non lo faceva mai.
— Scherzi? Non sono mai stato così bene. Grazie di tutto!
Newt sorrise in risposta e abbassò lo sguardo. Era tornato il solito, timido Newt e di certo l'ambiente affollato non aiutava. Non amava quel viavai di persone, lo trovava soffocante, in più avrebbe volentieri fatto a meno della band jazz che suonava proprio accanto a loro. Jacob si sentiva in colpa perché sapeva che, anche se non lo avrebbe mai ammesso, il suo amico lo aveva portato lì controvoglia solo per farlo felice. Cercò di coinvolgerlo in una conversazione per metterlo come minimo a suo agio e gli fece tantissime domande sulla magia; Queenie gliene aveva già parlato ampiamente, ma scoprì che sentire gli stessi racconti dal punto di vista di un inglese era totalmente diverso ed era curioso di sapere come funzionassero le cose in Gran Bretagna. Ascoltò rapito il suo amico, visibilmente rianimato, mentre gli raccontava dei suoi anni nella scuola di magia inglese, di cui non riuscì mai a ricordare il nome. Arrivarono le pietanze e persino la semplice insalata di Newt aveva un aspetto meraviglioso. Dopo aver camminato tanto avevano molto appetito. Mangiavano di gusto, scherzavano, parlavano e non si accorgevano che un uomo in divisa da Auror li guardava da lontano.
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Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...