La grandezza precipita su se stessa: questo limite han posto gli dei al crescere della prosperità.
(Lucano, Pharsalia)John Pall sollevò appena un dito e senza il minimo sforzo fece tremare il terreno. Contemporaneamente, il suo secondo in comando puntò la bacchetta verso il cielo e, prima che potesse anche solo processare quello che stava accadendo, Thunder vide l'ombra di un masso sovrastare il suo esercito.
— NO! — evocò una barriera magica che inglobò tutta l'area circostante come un'enorme cupola. Il masso esplose in una fitta pioggia di pietre più piccole, che rimbalzarono contro la barriera e schizzarono a velocità triplicata verso l'esercito avversario. Parte del pietrisco colpì la colossale figura del secondo in comando negli occhi mettendolo fuori gioco, ma Thunder si sentiva già stanca e dolorante e si sorprese ad ansimare. Quell'improvvisa debolezza la mise in allarme e capì subito che sostenere la Maledizione Imperius non sarebbe stato semplice, ma non liberò nessuno dei No-Mag sotto il suo controllo. Il terreno tremava sempre più forte e questo rendeva difficile anche solo restare in piedi e concentrarsi. Gli scossoni aumentarono e alcuni dei suoi caddero colpendo violentemente il terreno, ma era più che sicura che nessuno fosse stato tanto idiota da farsi già uccidere.
— Alzatevi!
Nonostante fossero alle sue spalle percepì la presenza dei No-Mag, quasi fossero parti del suo stesso corpo; distinse con chiarezza il momento esatto in cui ciascuno di loro si alzava nonostante il dolore. Thunder registrò l'informazione nella sua mente superficialmente, avvolta da un senso di sopore che le impediva di mettere a fuoco il mondo circostante. I fucili dei suoi tuonarono, lasciando Thunder a osservare ammirata il loro effetto distruttivo e a chiedersi come fosse possibile ottenere tanta forza senza usare nemmeno un po' di magia. Un odore acre e intenso riempì l'aria e lei sperò che tutti i Grindelwaldiani vedessero. "Guardate cosa sono in grado di fare," avrebbe voluto urlare. "Temetemi".
La battaglia già infuriava. Qualcuno morì e in Thunder tutto taceva, ogni pensiero cosciente era inghiottito dal fragore delle armi, sovrastato dal senso di fatica e da una nuova sensazione che si faceva strada ogni volta che manovrava come burattini i No-Mag sotto il suo controllo: il potere inebriante che pervadeva ogni parte di lei. Era folle, era incontrollabile, lo sentiva nel petto e in gola. Era piacevole. Non voleva smettere.
— Si sta divertendo? — gridò John Pall.
— Molto, ma mi divertirò ancora di più a vederla perdere.
— Oh, temo che lei abbia sbagliato! Il torneo di Spara Schiocco per mocciosi Auror è dall'altra parte. Dove altro potrebbero dirigersi una ragazzina e quei quattro soldatini straccioni che si ritrova?
— Schiocco? Ah, certo! Intende il suono che faranno le sue ossa quando le calpesterò.
— In tal caso...
Tutti i No-Mag di John Pall è il suo secondo in comando, che era tornato a combattere nonostante avesse il volto coperto di sangue, sollevarono la bacchetta nello stesso istante per lanciare una serie di Schiantesimi, ma le bacchette pre-incantate di Thunder riuscirono a bloccarli. La strega notò che tra i ranghi di John Pall nessuno imbracciava un'arma No-Mag, e il suo corpo reagì spontaneamente con una risata che le bruciò la gola quando capì che era perché né lui né il suo secondo in comando avevano capito come usarle. A lei era bastato che fossero i No-Mag liberi dalla Maledizione Imperius a sparare e loro lo stavano facendo, Buon Lewis, lo stavano facendo ed era devastante, colossale, bellissimo. L'esercito di John Pall rispose con una raffica di incantesimi, e nei momenti che seguirono proiettili e incantesimi attraversarono ininterrottamente il campo da parte a parte. Urla di trionfo e di dolore si mescolavano in un'inquietante armonia. I No-Mag di John Pall non sbagliavano un colpo, si muovevano a un ritmo perfettamente cadenzato e ogni gesto era orchestrato fin nei minimi dettagli. Non un solo dito era mosso in modo diverso o un sopracciglio alzato più degli altri, era come guardare un'unica grande macchina, un concerto terribile e implacabile agli ordini di un direttore d'orchestra senza scrupoli.
Non impiegarono molto a prendere il sopravvento.
Dopo un iniziale momento di euforia, Thunder iniziò ad avvertire sempre più forte la stanchezza. Le sembrò di perdere progressivamente la cognizione prima del proprio corpo e poi anche dello spazio intorno a sé. John Pall e il suo secondo invece erano imperturbabili, sembrava quasi che si stessero divertendo. Mossero entrambi le braccia in un ampio movimento perfettamente coordinato e una folata di vento scaraventò per aria Thunder, che represse a stento un grido quando, nella caduta, il suo braccio sinistro si piegò in un'angolazione ben poco naturale. Lampi verdi saettarono verso di lei, ma rotolando di lato riuscì a schivarli. Si rialzò e si sforzò di piantare bene i piedi a terra.
— Confringo! — urlò, ma la detonazione fu molto più debole del previsto.
John Pall abbassò leggermente lo sguardo e lingue di fuoco divorarono il suolo come se le avesse evocate con il solo pensiero. Thunder non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi come avesse fatto: spense meglio che poté le fiamme evocando un fiotto d'acqua, ma subito i No-Mag di Pall colpirono di nuovo. Lampi verdi così forti da illuminare le nubi attraversarono la scogliera a velocità impressionante. Questa volta Thunder sentì alcune delle coscienze che controllava sfuggirle, smise di sentirne il calore come se fossero state delle candele su cui qualcuno avesse soffiato. Che macabra torta di compleanno, fu il suo unico pensiero. Una spinta quasi meccanica la costringeva a continuare a lanciare incantesimi, ma i nemici erano troppi e i tonfi dei caduti erano più numerosi alle sue spalle che di fronte a lei.
Si voltò appena un istante e nei suoi occhi si impresse l'immagine del suo esercito devastato, dipinta con i colori pallidi della morte e il rosso del sangue. Solo in quel momento, da lontano, come un ricordo quasi del tutto sbiadito, in lei si fece strada un sentimento che somigliava alla pietà.
Se solo Emily fosse qui...
Decise che era il momento di fuggire. Era inutile continuare a lottare, metà del suo esercito era andato e l'altra metà non avrebbe resistito oltre.
— Ritirata! — gridò.
— Dal numero 1 al numero 95: inseguiteli. Gli altri restino qui con Griswold — ordinò John Pall.
— Ma capo... — tentò di protestare il secondo in comando, ma John Pall prontamente lo zittì: — Esatto, sono il capo, le decisioni le prendo io. Siamo troppi per correre dietro quei maledetti. Andremo soltanto noi, li raggiungeremo e... non so nemmeno perché sto dando tutte queste informazioni, voi tutti dovreste obbedirmi e basta! O devo lanciare la Maledizione Imperius anche su di te?
La discussione regalò a Thunder qualche secondo di vantaggio prima di ritrovarsi alle calcagna un mago che faceva magie senza bacchetta e 95 No-Mag armati di bacchetta. In altre condizioni forse avrebbe riso per l'ironia della situazione.
La corsa fu disperata. Lo schieramento nemico continuava a lanciare incantesimi senza pietà. Erano una preda facile adesso, John Pall non si sarebbe fermato di fronte a quella fuga che gli faceva pregustare la dolcezza della vittoria.
Thunder guidò il suo esercito lontano dalla scogliera, schivando incantesimi che saettavano in ogni direzione, strappando la stoffa del suo vestito ogni volta che si impigliava nelle rocce.
— Basta così. Non vedete che siete spacciati?
Thunder cadde a terra, incapace di continuare a correre, e annaspò in cerca di aria. John Pall aveva ragione, in quelle condizioni non solo non avrebbe potuto batterlo, ma non sarebbe riuscita nemmeno a sfuggirgli. Sotto lo sguardo beffardo del suo avversario, si coprì il volto con le mani e scoppiò in lacrime.
— Su, su, — disse John Pall, — non è grave. Ci ha provato, ma il posto di Primo Incantatore non è fatto per una signorina come lei. Lasci che le dia un consiglio però: la prossima volta prima di fare la spavalda si accerti di avere effettivamente delle qualità. Non disperi, comunque. Può sempre tornare a leggere qualcuno di quei romanzi che piacciono a voi streghette innocenti e magari la chiamerò quando avrò bisogno di lei per qualcosa di più adatto. Potrà pulire la mia stanza tutte le volte che vorrà. Immagino che il Primo Incantatore avrà diritto ad alloggi più confortevoli... — si avvicinò a lei, e Thunder represse a stento un conato. — Perché non viene a trovarmi, qualche volta? Sono certo che saremo... ottimi amici.
Thunder si asciugò le lacrime e sostenne lo sguardo di John Pall, che adesso era a pochi centimetri da lei. Si alzò in piedi. — Che sbadata, — disse. — Ho dimenticato di dirle che altri invitati ci avrebbero raggiunti alla festa!
— Cosa? — John Pall si voltò e divenne paonazzo.
— In se magna ruunt, signor Pall — Emily si materializzò alle spalle del mago, — E badi, le ho dato del "grande".
John Pall impiegò qualche istante a mettere insieme una frase di senso compiuto. — Lei? Come può essere qui? Era sulle piattaforme ad assistere, l'ho vista io! Pensavo che... pensavo...
— Il problema del pensiero è che fa vincere le battaglie solo se lo si usa nel modo e nel momento giusto. Incarceramus!
— Maledetto spettro!
Una corda si strinse intorno alle caviglie e ai polsi di John Pall, mentre Thunder gli puntava la bacchetta dritto in mezzo agli occhi.
— Che cosa aspettate? Colpitele! — John Pall chiuse gli occhi nel tentativo di recuperare il controllo sui suoi No-Mag.
— Non credo proprio — disse Thunder, e abbassò la bacchetta quel tanto che bastava perché lui potesse vedere cosa stava accadendo: decine di nuovi No-Mag stavano accorrendo e stavano attaccando quelli di John Pall. Il Grindelwaldiano si era distratto e aveva allentato la Maledizione Imperius abbastanza a lungo da permettere al resto dell'esercito di Thunder di mettere fuori gioco i No-Mag di John Pall, incapaci di usare una bacchetta da soli e pertanto indifesi.
— Non c'è stato nessun ammutinamento... — mormorò Pall, sentendosi evidentemente l'uomo più intelligente del Mondo Magico per essere arrivato a quella conclusione. — Era una notizia falsa! I suoi Babbani non l'hanno abbandonata, semplicemente non li ha portati con lei in battaglia!
— Lasci che le dia un consiglio — sussurrò Thunder con la sua voce più tagliente, premendo la bacchetta contro il collo del Grindelwaldiano. — la prossima volta prima di credere a un pettegolezzo faccia attenzione a chi lo ha messo in giro. Le voci sono insidiose.
— Va bene, va bene, avete vinto! — gli occhi di John Pall erano spalancati in una smorfia di puro terrore.
— Non così in fretta.
— Thunder, no!
Le parole di Emily sfiorarono appena le sue orecchie. Un'altra voce molto più forte affollava i suoi pensieri:Su, su... non è grave.
Si accerti di avere effettivamente delle qualità.
Il torneo di Spara Schiocco per mocciosi Auror è dall'altra parte.— Thunder, non ne vale la pena!
Potrà pulire la mia stanza tutte le volte che vorrà.
Sono certo che saremo... ottimi amici.
Non è grave...
Mocciosi Auror...— Tina!
Mocciosi Auror...
Perché non viene a trovarmi, qualche volta?
Ottimi amici...
Ottimi amici...
Saremo ottimi amici...
Saremo...Sì, mi sto divertendo.
— Crucio!
STAI LEGGENDO
Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...