Don't you dare look back
Walk away
Catch up with the sunrise
(Daughter, Landfill)L'ultima carrozza dell'allegro corteo posò solo un'ora dopo le sue cigolanti ruote di legno sul terreno fangoso del grande campo. Era una zona sconfinata e completamente vuota, un po' squallida, a dire il vero, con un albero spoglio come unica decorazione. Persino camminare era un problema, dal momento che i piedi rischiavano di affondare nel fango a ogni passo, per di più c'era una specie di profondo burrone alla fine della distesa fangosa che sembrava tuffarsi nel vuoto, ma fortunatamente era abbastanza lontano e non costituiva un pericolo. Greefoz, che quel giorno era particolarmente ottimista, anche più del solito (da notare che per i suoi standard il "solito" era già ben superiore alla media), aveva insistito nel sostenere che il piccolo problema del fango potesse essere risolto semplicemente con un po' di magia. Alla fine Owen aveva appoggiato le sue fantasticherie offrendosi personalmente di fare qualcosa per quel terreno, e nello scetticismo generale tutti avevano deciso di fermarsi e montare il tendone lì.
Il lavoro da fare era tanto, per di più quello era solo l'inizio della lunga lista di cose che avrebbero dovuto portare a termine prima dello spettacolo, ma tutti avevano voglia di lavorare e sporcarsi le mani, nessuno si tirò indietro quando si trattò di rendere tutto perfetto in tempo, e un attimo dopo tutti i maghi e le streghe, Newt compreso, avevano le bacchette tese verso l'alto e facevano fluttuare un tendone bianco e rosso di dimensioni impressionanti, cercando di decidere quale fosse il punto migliore per posizionarlo. Jacob se ne stava qualche passo indietro e, con un bastoncino di legno teso in avanti al posto della bacchetta, fingeva di collaborare, dando indicazioni che in realtà non servivano a nessuno, giusto per fare qualcosa di interessante, il che faceva ridere i circensi; d'altronde il pensiero di essere divertente faceva stare meglio anche lui, quindi ci guadagnavano tutti.
Finito di montare il padiglione tutti i circensi, come se si fossero già accordati in precedenza, tornarono nelle loro carrozze e quando uscirono avevano tra le mani, o in testa, come nel caso di Chase Puglio che non sapeva dove altro mettere i suoi venti cappelli, tutti gli oggetti di scena che avrebbero usato nei loro numeri. I loro movimenti esperti lasciavano intendere che avessero fatto quel procedimento milioni di volte e Newt, che ormai non poteva fare altro per essere d'aiuto, fece quello che gli riusciva meglio a parte causare problemi e piacere agli animali: sedersi in disparte e osservare.
Queenie non si era ancora ripresa e Jacob era evidentemente triste per questo, infatti anche nella sua simpatia Newt, che aveva imparato a conoscerlo, lo vedeva più spento del solito. Marion e Ophélie cantavano insieme mentre cucivano, rammendavano e aggiustavano i vestiti di scena, sedute su sgabelli improvvisati con scatoloni di cartone, Credence parlava con Owen di un argomento che sembrava molto serio, anche se Greefoz continuava a interrompere, mentre l'uomo dal nome impronunciabile conduceva gli animali nel tendone, urlando frustrato quando la sua pazienza si esauriva, cioè molto spesso. A Newt bastò un'occhiata per capire che non amava poi così tanto gli animali, e gli animali non amavano lui, così si alzò per correre in suo soccorso, lasciando la sua valigia nel punto in cui era seduto per poter avere le mani libere; vedere degli animali che non si sentivano a proprio agio batteva anche la timidezza. Attraversando il campo, fu quasi coinvolto nell'accesa discussione tra Chase Puglio, che voleva a tutti i costi fare uno spettacolo a Mosca perché sperava di essere notato dal suo idolo, un certo Stanislavskij, e diventare suo allievo, e la povera Martha, che non sapeva come spiegargli di non poter mettere a repentaglio le sorti del circo includendo nella tournée una meta tanto costosa e difficile da raggiungere per un semplice castello in aria.
Con un'abile mossa che aveva messo a frutto per tutta la vita, Newt finse di non esistere e nessuno lo notò finché non arrivò alla carrozza degli animali, dove l'uomo dal nome impronunciabile si stava ancora disperando. Il Magizoologo si avvicinò e si rese conto che era tanto alto e robusto da costringerlo ad alzare la testa per guardarlo.
— Salve, Brang... — lo salutò Newt. Stava per provare a dire anche il suo nome, ma poi pensò a quanto fosse lungo e decise di limitarsi al "salve". — Serve aiuto?
— Tu sei quello del ragno — rispose lui con voce profonda, così dura che Newt si spaventò, credendo che volesse urlargli contro o tirargli un pugno. — sembri a posto — aggiunse poi.
—Oh... grazie — rispose Newt, che tutto si sarebbe aspettato meno che un complimento (era un complimento?). — Lascia che ti aiuti —.
Ci volle un bel po' di tempo per sistemare tutti gli animali, anche perché Newt continuava a insistere perché le condizioni di ogni singola creatura, anche la più insignificante delle formiche, fossero impeccabili, così lavorò senza sosta con Bren... insomma, lui, finché non fu sicuro che ogni singolo animale fosse nelle giuste condizioni; c'era da riconoscere che in quei casi diventava sorprendentemente testardo.
— Tu sei uno bravo. Si vede che ti piace quello che fai — osservò alla fine l'uomo dal nome impronunciabile.
— Mi chiamano Magizoologo perché suona più elegante, autore perché sembra quasi un lavoro serio — disse Newt, spazzolando con minuzia la criniera di un cavallo. — Ma in realtà non sono altro che un incapace che ama gli animali più degli esseri umani —.
— A me non piacciono né gli animali né gli esseri umani — confessò l'uomo forzuto con il suo vocione profondo. — Però ti apprezzo, ci vuole coraggio ad amare tanto qualcosa — aggiunse. Newt non sapeva come rispondere ai suoi complimenti, dato che continuava a sembrare che l'uomo volesse spezzarlo a metà e non riusciva a capire se dicesse sul serio o meno. Aveva però la netta sensazione che in fondo fosse sincero.
— Ti ringrazio — disse timidamente. Aveva ricevuto diversi complimenti negli ultimi giorni, per lui non era una cosa normale.
Mentre per qualche strana ragione l'improbabile conversazione andava avanti, il sole aveva fatto il suo corso e stava lasciando il posto alla sera. Giungeva per Newt il momento di tornare nella valigia e, come ogni giorno, fare il solito giro di rito per nutrire tutte le sue Creature Magiche. Tornò indietro, prese la valigia e ne aprì giusto uno spiraglio. Percepiva una nota strana nell'aria, come se sapesse che qualcosa era fuori posto, ma più guardava, più non capiva cosa lo turbasse. Si muoveva lentamente, con espressione guardinga, un po' come quando ai tempi di Hogwarts Leta gli aveva raccontato una storia agghiacciante riguardante un assassino che si aggirava per i sotterranei e, anche se sapeva benissimo che si trattava solo di una storia inventata per spaventarlo, aveva preso l'abitudine di guardarsi sempre bene intorno prima di addentrarsi nei sotterranei del castello. Gli sembrava di avere di nuovo l'assassino dietro di lui, la sensazione di ansia era la stessa. Sfoderò la bacchetta prima di aprire completamente la valigia, trattenne il fiato, in quel momento non riusciva ad essere razionale e spiegarsi per quale motivo fosse tanto turbato. Nel frattempo, il cielo aveva iniziato ad assumere un colore rosso scuro, come se una nebbia fitta lo avesse ricoperto al punto da farlo sembrare irreale e decisamente inquietante. Sentiva il cuore che batteva velocemente e le gambe che tremavano, si guardava costantemente intorno per capire cosa stesse accadendo, se tutto quello fosse solo frutto della sua immaginazione, pensò di andare a chiamare Jacob, fu il primo pensiero che gli venne in mente, ma mentre stava per allontanarsi una mano bianca e scheletrica emerse dall'interno della valigia e gli afferrò il polso.

STAI LEGGENDO
Unitevi a me... o morite
FanfikceSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...