When the world becomes a fantasy
And you're more than you could ever be
'Cause you're dreaming with your eyes wide open.
(Come Alive, The Greatest Showman)Greefoz non si presentò alle prove per due giorni di seguito. Dal momento che la sera dello spettacolo si avvicinava sempre di più, questo mise di cattivo umore tutti i circensi; avevano sempre adorato Greefoz e continuavano a considerarlo un ragazzo dal cuore d'oro, ma disapprovavano totalmente la leggerezza con cui sembrava aver preso lo spettacolo e le prove e, abituati com'erano a mettere il circo prima di tutto il resto, vissero quella situazione come un'imperdonabile mancanza di rispetto. Ogni volta che tornava al tendone, ormai a prove terminate, Greefoz raccontava di aver visto dei fiori magnifici e di essersi fermato ad osservarli o di aver provato a indovinare la forma delle nuvole smarrendo così la via. L'innocenza con cui parlava appariva così genuina che riusciva ogni volta a convincere i suoi compagni, a cui importava più di Greefoz che del loro stesso orgoglio. Non uno dei circensi nutriva la minima sfumatura di dubbio nei suoi confronti, soprattutto dal momento che era sempre stato un po' distratto. Se solo avessero saputo la verità! Sarebbe bastato poco per smascherarlo; una semplice chiacchierata con Owen o con Queenie avrebbe fatto emergere, grazie alla saggezza dell'uno e la Legilimanzia dell'altra, la verità, mettendo a nudo chi era davvero Greefoz: una spia di Grindelwald. Ma chi poteva nutrire il minimo sospetto? A nessuno passò per l'anticamera del cervello di adottare tali precauzioni, e Greefoz evitò accuratamente sia Owen che Queenie. Il perdono, tuttavia, non fu mai totale: Martha, che tendeva a trattare gentilmente i suoi circensi ma non sopportava che venisse infranta quella che lei amava chiamare "Condotta dell'Artista", escluse Greefoz da tutti gli spettacoli di quella tournée, ignorando i tentativi di Credence di convincerla a dargli un'altra possibilità.
Per rimpiazzare il numero di Greefoz, Credence e Martha implorarono Queenie, Jacob e Newt di esibirsi e fare qualunque cosa, purché fosse spettacolare. Ovviamente Jacob esultò al pensiero di esibirsi in un circo magico e anche Queenie si dimostrò entusiasta. Com'era prevedibile, convincere Newt fu molto più difficile, dato che odiava stare al centro dell'attenzione e, a detta sua, non sapeva fare nulla che non includesse il combinare guai. Decise di partecipare solo perché sentiva di dovere molto al circo, soprattutto dopo che si erano offerti di andare con loro a Dover appena fossero finiti gli spettacoli. Non mancò però di imporre alcune condizioni: non avrebbe indossato neppure l'ombra di una paillette, il che sembrò ragionevole dato che era costantemente a rischio Snaso; avrebbe lavorato con le Creature, ma non avrebbe permesso che facessero ciò che non era nella loro natura, né avrebbe accettato un numero che non divertisse gli animali. Chiese infine che nessuno lo annunciasse con il suo vero nome, dato che non voleva essere riconosciuto dalle persone sbagliate (a dirla tutta, sperava di non essere riconosciuto affatto, tanta era la vergogna che provava).
La prima prova avvenne il giorno dopo, prima ancora che i tre potessero prepararsi in alcun modo. Si incontrarono all'ombra del tendone e a turno tutti i circensi eseguirono i loro numeri: erano tutti straordinari, impeccabili, al punto che i nuovi arrivati ne rimasero ammaliati e si chiesero che bisogno avessero di continuare a provare, dato che avevano evidentemente già raggiunto la perfezione. Quando tutti ebbero provato il loro numero due volte, si sedettero intorno al ring e chiesero a Newt, Queenie e Jacob di mostrare loro il meglio che sapevano fare. E a quel punto fu l'ansia più totale. Nessuno dei tre aveva pensato di preparare qualcosa, pertanto non ebbero che a provare la prima cosa che venne loro in mente. Inutile dire che le loro esibizioni furono un totale disastro in confronto a quelle degli altri.
Queenie cantò una canzone in modo esemplare: arrivava con disinvoltura a note altissime e aveva una voce dolce che scuoteva gli animi, in più c'era in lei un ardore che fece correre un brivido lungo la schiena di Jacob. Non si sarebbe mai detto che fosse appena uscita da un periodo di convalescenza. I circensi applaudirono educatamente, ma non sembrarono particolarmente impressionati.
Newt decise di puntare sui Mooncalf, dato che erano Creature tranquille e fondamentalmente socievoli. Ne scelse tre e li condusse fuori dalla valigia, poi prese un secchio e iniziò a lanciare loro delle palline arancioni, che gli animali rincorrenvano divertiti prima di mangiarle di gusto. Andò avanti così per diversi minuti; erano divertenti da vedere, soprattutto quando si muovevano con piccoli saltelli che ispiravano simpatia. Di nuovo, i circensi sembrarono inteneriti ma non stupiti. I loro occhi sembravano dire: "tutto qui?".
Jacob fu quello che ebbe più fortuna: si cimentò in una breve dimostrazione di alcuni trucchetti di illusionismo che suo nonno gli aveva insegnato quando era piccolo, e si rivelò anche parecchio bravo. Doveva aver acquisito manualità col tempo, perché i suoi gesti erano precisi e veloci, e ogni volta otteneva l'effetto sperato. Se non altro, riuscì a impressionare i presenti, che iniziarono quasi a sfiorare l'idea che lui non fosse realmente un No-Mag. O un Babbano. O un Non-Magique.
Finiti i tre numeri, fu chiesto a Newt, Queenie e Jacob di tornare al centro del ring così che i professionisti potessero dare il loro parere. Si consultarono a lungo, indicandoli e osservandoli con occhio critico a intervalli regolari per poi affidare a Credence il compito di riassumere le loro impressioni: — Siete stati tutti e tre bravi... davvero, avete fatto cose forti e ci sono buone basi su cui lavorare, — disse, esitando nella scelta delle parole perché nessuno si sentisse offeso, — tuttavia questo è un circo, la gente viene qui per vedere fenomeni, più che talenti.
— Mancano di personalità — aggiunse con la massima schiettezza Chase Puglio, vanificando i tentativi di Credence di avere tatto e beccandosi un'occhiata di fuoco da tutti gli altri.
— Diciamo che ci toccherà fare qualche piccola modifica per rendere i vostri numeri più d'impatto. Vanno perfezionati e adattati — lo corresse Martha.
— Lasciate fare a noi, siamo i migliori in questo! — disse Marion.
— Basterà aggiungere qualche effetto speciale in modo da ottenere qualcosa di più elaborato — suggerì Ophélie.
Parlarono così per ore e chiesero ai tre di provare lo stesso numero in innumerevoli versioni diverse così da poter scegliere la migliore. Lavorarono senza sosta finché non furono soddisfatti e a fine giornata le esibizioni avevano subito notevoli miglioramenti, al punto che persino Newt si sentì miracolosamente a suo agio e molto più incline a mettersi in gioco.Quando si salutarono il sole era appena tramontato. Queenie, Jacob e Newt erano distrutti, mentre tutti gli altri si mostravano gioiosi come sempre, come se non avessero lavorato affatto. Queenie, che aveva iniziato ad avvertire di nuovo il dolore pungente dell'ustione alla mano, baciò dolcemente Jacob, sorrise a Newt e andò a riposarsi.
— Sai, Newt... — disse Jacob mentre guardava Queenie che si allontanava, — stavo pensando, visto che sei il migliore amico...
— Devo ancora abituarmi a sentirmi chiamare così. Sei proprio sicuro che io lo sia?
— Cosa, il mio migliore amico? Certo. La nostra amicizia è tanto profonda e passiamo così tanto tempo insieme che ormai ti considero un fratello.
— Provi davvero tutte queste emozioni nei confronti della mia persona?
— Eccome! No, non rivolgermi quello sguardo sorpreso, è la verità. Dunque, dicevo...
— Anche tu per me sei mio fratello, Jacob — lo interruppe di nuovo Newt. — Quindi siamo i fratelli Scamander o i fratelli Kowalski?
— Io credo... be', non è il momento di farci certe domande. Stavo per dirti la mia idea!
— Giusto. Scusa.
— Ecco... noi siamo così amici, eppure non abbiamo mai fatto nulla di normale insieme, nulla che non avesse a che fare con magia, creature fantastiche o persone che non ci avrebbero pensato due volte a ucciderci. — iniziò Jacob con cautela, temendo che Newt rifiutasse il suo invito. — Insomma, mi chiedevo se ti andasse di andare a bere qualcosa stasera, e magari dopo fare una passeggiata in giro per Londra, per una volta senza rischiare di morire. L'ultima volta che ci siamo stati non è stata proprio una visita di piacere, ma ho sempre voluto visitarla!
— Una serata tra amici — Newt sorrise timidamente. L'idea sembrava piacergli, anche se non sapeva come comportarsi dato che non era abituato a quel genere di cose. La presenza di Jacob aveva però il potere di farlo sentire a suo agio, così accettò senza pensarci troppo. Avvisarono gli altri che non avrebbero cenato al circo quella sera e, ridendo, si avviarono a piedi verso il centro di Londra.
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Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...