Only wake each morning
To remember that you're gone
(AURORA, Winter Bird)— Quindi queste sarebbero... Rune Antiche? — chiese Queenie in tono scettico. — È impossibile, i simboli sono diversi da quelli del... dell'altro messaggio — aggiunse. In realtà aveva pensato ai simboli incisi sul Talismano che Tina le aveva regalato e di cui lei si era sbarazzata quando aveva sentito la sua fiducia più che mai tradita. Preferì tuttavia evitare di nominare quel medaglione, era qualcosa di troppo personale di cui non le andava di parlare.
— È questo il punto, — rispose Newt, — sono criptate. Owen mi ha spiegato qualcosa su degli aiettr... alettr... ettr... be', non sono sicuro di aver capito bene di cosa si tratti, mi sono perso alla seconda frase —.
— Ma quindi non sono l'unico a sentirsi stupido quando parla con Owen! — esultò Jacob. — Grazie amico, mi fai sentire meno solo —.
— Continuo a non fidarmi... — confessò Queenie. — Tina sapeva benissimo che nessuno di noi è in grado di leggere quella roba, perché usare due linguaggi diversi? Avrebbe potuto utilizzare le stesse Rune, così avremmo potuto tradurle in un batter d'occhio, e invece... no, era troppo semplice! Magari si sta solo divertendo a renderci la vita impossibile. Sarebbe decisamente da lei, visto come ci ha abbandonati... Be', non è affatto divertente! Deve smetterla di pensare a noi, anzi, sapete cosa? Magari quel messaggio non era nemmeno per noi, ma per uno dei suoi nuovi amichetti vestiti in maniera assurdamente antiquata! Be', può anche andarsene al diavolo, quella traditrice! — all'inizio le parole faticavano ad uscire dalla sua bocca, come se nemmeno lei credesse a quello che diceva, eppure qualcosa che non comprendeva, come una forza superiore, la spingeva a parlare così, e sentiva quell'urgenza di autoconvincersi del tutto che sua sorella ormai non fosse che un mostro, un demone senz'anima. Forse semplicemente era stanca di soffrire, forse sperava di evitare altre delusioni, così man mano che parlava, il suo tono accusatorio si faceva sempre più deciso, urlava, finché il suo fervore si convertì in pianto e la sua voce si spezzò. Sentì qualcosa di caldo scorrerle lungo la guancia, una lacrima, e in quel momento si rese conto di quanta debolezza ci fosse in realtà nel suo cuore. Non ne poteva più. — Scusate. — disse. — Sono solo stanca di tutta questa storia...
— Va tutto bene, Queen? — chiese Newt, avvicinandosi leggermente a lei ma non sapendo esattamente come comportarsi.
— Tesoro... — sussurrò Jacob, passandole un braccio attorno alle spalle. — non tenerti tutto dentro, sfogati... cosa ti succede?
— Basta così, non voglio più parlarne, è stato solo... un momento, ecco tutto. Non vi chiederò di smettere di pensare a Thunder come un cucciolo da salvare, ma se tenete davvero a me, vi prego, non cercate di cambiare la mia idea su questa missione suicida. — disse lei con calma, sapendo già cosa le avrebbero detto se avesse accettato di continuare il discorso. — Dicevamo, perché queste rune criptate?
— Per impedire a qualcuno di leggerle, evidentemente — suggerì Newt, trovando più saggio lasciar perdere lo sfogo di Queenie e cambiare argomento. — Eppure noi siamo riusciti a tradurre il messaggio per pura fortuna, lei non poteva sapere che avremmo incontrato Owen... non ha nessun senso inviare un messaggio che quasi sicuramente non verrà compreso —.
— Per come la vedo io, — intervenne Jacob, — ci stiamo semplicemente ponendo le domande sbagliate. Ormai è inutile commentare i singolari metodi di comunicazione di Tina, Thunder, o chi diavolo sia, creerà solo discussioni e dispiaceri che faremmo meglio a evitare — guardò Queenie, le cui gambe tremavano impercettibilmente, e il suo tono si addolcì. — Ormai il messaggio è tradotto, no? Sappiamo cosa voleva dirci...
— Non esattamente. — Newt esitò. Per un istante valutò l'alternativa di tenere quell'informazione per sé. Non gli sarebbe dispiaciuto continuare a pensare che quel messaggio fosse indirizzato a lui e a lui solo. Si rendeva conto, tuttavia, di quanto i suoi pensieri fossero egoisti, e quell'atteggiamento non era da lui. In più, una volta tradotto, quel messaggio restava ugualmente più enigmatico che mai, aveva bisogno di aiuto per capire: — c'era scritta un'unica parola: "cartello". Niente di più —.
I tre rimasero in silenzio, cercando una soluzione a quell'enigma, ma nessuno sembrava avere idee a riguardo. Cosa poteva mai avere a che fare un cartello con quell'intera faccenda? Sarebbero probabilmente rimasti in silenzio per tutto il giorno se la valigia di Newt non avesse incominciato ad agitarsi come impazzita.
— Per la barba di Merlino, che ore sono? — chiese Newt — Ho dimenticato di preparare il pranzo per Dougal! Oh, sono una mamma terribile... —
Si precipitò ad aprire la valigia, e si rese conto che era stato effettivamente il Demiguise a bussare, arrampicato sulla scala di legno.
— Povero Dougal, hai ragione, devi perdonarmi... sono in ritardo — disse il Magizoologo, maledicendo la sua distrazione. La Creatura non sembrava arrabbiata, nel suo sguardo c'era qualcosa che somigliava più alla paura. Si limitò a prendere Newt per mano e a tirarlo delicatamente verso la valigia, come per chiamarlo. Di colpo i suoi occhi diventarono blu. Fu un attimo: Newt ebbe appena il tempo di notarlo, si voltò allarmato, percependo qualcosa che non andava, e quasi per istinto si abbassò. Qualcosa spostò violentemente l'aria, e l'istante successivo una freccia incandescente proveniente dalla piccola finestra era conficcata contro il muro, proprio dietro di lui. Newt non trovava il coraggio di muoversi, teneva semplicemente stretto Dougal al petto, proteggendolo con le sue braccia come se fosse un bambino. Non riusciva a rendersi conto di cosa fosse appena successo, non lo comprendeva. Jacob emise un verso indecifrabile che somigliava a quello di qualche strano animale e che probabilmente voleva dire: "Perdinci, quella cosa stava per farci fuori", si avvicinò alla finestra e controllò che non ci fosse nessuno. Non riuscì ad individuare chi potesse aver scagliato la freccia, non c'era nessuno e la carrozza era in movimento, ma fece del suo meglio per chiudere l'apertura in modo che più nulla potesse entrare. Queenie prese l'iniziativa: si alzò e osservò la freccia. Provò ad estrarla, ma appena le sue dita si strinsero intorno al metallo, urlò di dolore.
— Queenie, mettila giù! — esclamò Jacob, che accorse immediatamente in suo aiuto, nel panico.
Le dita della strega erano rosse e gonfie, coperte di ustioni che le causavano insopportabili fitte di dolore. La freccia era ancora incandescente.
— T... — riuscì a dire Queenie prima di svenire tra le braccia di Jacob.
Newt guardò la freccia e rabbrividì: su una delle alette era incisa proprio una T, e poteva significare una cosa sola.
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Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...