Tu non cedere ai mali, ma affrontali più audace
di quanto ti permetta la Fortuna.
(Virgilio, Eneide libro VI)Quando Tina fu presa a lavorare al MACUSA era una ragazzina piena di speranze e con la voglia di cambiare il mondo.
Gli aspiranti Auror erano sottoposti a un addestramento serrato, che non ammetteva errori pena l'espulsione. Molti rinunciavano, ma Tina non era un tipo arrendevole, non rinunciava ai suoi sogni così facilmente. Qualche volta, quando faceva buio e le paure legate a un buio ben più profondo la assalivano, Thunder si ritrovava a rimpiangere la determinazione della vecchia se stessa, di quella strega che voleva così disperatamente combattere il male, arrivando a consacrare la sua intera vita a questo obiettivo.
Combattere il male era un'utopia. Era ciò che Tina si era sempre rifiutata di apprendere ma che Thunder aveva capito a sue spese. E nonostante questo, appena si guardava intorno si accorgeva di cosa stava ancora tentando di fare: combattere il male con altro male. Persino Thunder vedeva ancora come il male non facesse che alimentare il male. Ma c'era forse una terza via?
Il suo corpo rimase immobile così a lungo che i suoi piedi cominciarono a formicolare, ma la sua mente galoppava senza sosta.
Prima di essere presa a lavorare al MACUSA, Tina fu sottoposta dagli Auror anziani a una prova: una settimana di tempo per risolvere un caso di contraffazione di manufatti magici. Ora aveva solo due giorni. Due giorni per capire come uscire da quella situazione, uscirne vittoriosa o morire.
Il quartier generale che le era stato assegnato non era altro che una tenda sgualcita che la magia aveva reso più ampia all'interno. Aveva le dimensioni della sala da ballo di un palazzo, e lei si trovava al centro. La sala era piena di gente, ma nessuno ballava, nessuno era vestito a festa. Al posto di specchi e lampadari dorati, intorno a sé Thunder non vedeva altro che armi. C'erano armi No-Mag di ogni sorta, molte delle quali così sofisticate che le ponevano un frustrante enigma senza risposta. Come poteva elaborare una strategia se non sapeva nemmeno come usare le armi a sua disposizione?
E non c'erano solo armi No-Mag.
Aprì, per la decima volta in quella giornata troppo breve, un baule abbandonato tra uno scaffale che conteneva quelle che aveva identificato come le "pistole" di cui si parlava in Sherlock Holmes e uno di aste di legno con la punta, presumibilmente da lanciare. Il baule era ancora come lo aveva lasciato: colmo di scatole dai colori allegri, confezioni sottili di forma rettangolare. Bacchette magiche. Grindelwald si stava prendendo gioco di loro, probabilmente per dimostrare sul campo quanto i No-Mag fossero inferiori rispetto alla stirpe magica. Il Signore Oscuro aveva fornito agli aspiranti Incantatori un potere immenso, che avrebbe potuto radere al suolo quel luogo in un istante, ma li aveva privati di una cosa ancora più importante: la possibilità di utilizzarlo.
Il pavimento era disseminato di corpi. Corpi addormentati, ma che Thunder temeva non sarebbero arrivati vivi alla fine della battaglia. Forse non se ne sarebbero nemmeno accorti. Lei non era mai stata vittima della maledizione Imperius. Come si sentivano? Provavano dolore? Avrebbero ricordato i loro cari prima di morire o si sarebbero semplicemente spenti senza un gemito, come la fiamma di una candela? E in fondo, cosa sarebbe stato peggio?
No-Mag innocenti. Manufatti capaci di amplificare una magia che loro non possedevano. E dall'altro lato armi che un mago o una strega non avrebbe mai potuto conoscere a fondo. L'enigma era etico e logico a un tempo, e su entrambi i fronti sembrava senza soluzione. Il tempo per risolverlo sembrava così poco, lo sentiva scorrere, una sensazione quasi fisica, come se il suo corpo si irrigidisse un po' di più ogni volta che un minuto che la separava dalla scadenza si vaporizzava.
La prova per entrare al MACUSA, ai tempi in cui Tina inseguiva il sogno di diventare Auror, non fu semplice. Chiunque avesse trovato il colpevole più velocemente e usando il metodo più brillante sarebbe stato assunto. Ma la concorrenza era alta. Aveva lavorato a quel caso notte e giorno, spinta da quella stessa sensazione martellante delle lancette dell'orologio che, spietate, continuavano ad avanzare. Aveva lavorato come se ne andasse della sua stessa vita, e in effetti allora pensava che davvero non le sarebbe mai potuto capitare nulla di peggio che fallire la prova. Ora ecco che per Thunder si trattava davvero di una questione di vita o di morte, e ogni scatto delle lancette era come una pugnalata.
Aveva paura di guardare negli occhi quei No-Mag e sentire il potere che lei, soltanto lei aveva su di loro. E se le fosse piaciuto? Se si fosse spinta troppo in là? E se non se ne fosse affatto pentita? Ripensò alla vecchia Judith. La sensazione che aveva provato nel lanciare la maledizione Cruciatus le faceva provare disgusto per se stessa. Odiava anche solo il fatto di essere riuscita perfettamente a usare la Magia Oscura. Ma la cosa che le faceva più ribrezzo era la parte di sé che ne era rimasta inebriata. Sarebbe stato lo stesso anche stavolta? Avrebbe provato piacere a costringerli ad affrontare quella guerra rispondendo a ogni suo comando?
No, non è questo il punto. Questo è un problema che si sarebbe posta Tina, non Thunder.
E allora qual era il punto? Il punto era che non aveva senso guidare in battaglia dei manichini senza una volontà propria. Avrebbe dovuto guidarli tutti quanti lei dal centro, sarebbe stato troppo dispendioso. Se osservava il problema da quella prospettiva, la soluzione le sembrava soltanto una. Strinse la mano intorno alla bacchetta e fece la sua mossa.Una voce provenne dall'esterno.
— Ho notizie. Avevi ragione, John Pall ha intenzione di modificare le armi Babbane con la magia per renderle più potenti e... — Emily scostò il lembo di stoffa che chiudeva la tenda e guardò in basso. — i nostri soldati sono diminuiti?
— Certo che no, li ho controllati io.
— Eppure mi sembra che ce ne fossero di più.
— Non dire sciocchezze.
Thunder vide Emily avvicinarsi a lei e fissarla con i suoi grandi occhi verdi. Immediatamente seppe che non le credeva e fu tentata di confidarle tutto, ma invece disse: — cosa dicevi su John Pall?
— Il suo comandante in seconda è un totale idiota. Mi è bastato lavorarmelo un po' e mi ha spiattellato gran parte della strategia. Niente di troppo sofisticato, non mi sorprende che abbiano già finito. Gradassi. Sono così sicuri di vincere che pensano di passarla liscia semplicemente facendo fuoco sui nostri a più non posso, il che è... — esitò.
— John Pall da solo manovrerà un intero esercito di soldati. Dovrà guidare ciascuno di loro usando soltanto le sue forze e la sua mente — intervenne Thunder.
— Sì, come del resto dovremo fare anche noi. Non trovi?
Thunder non rispose.
Emily la guardò. Di nuovo quello sguardo. — Ti prego, dimmi che abbiamo una strategia migliore, — disse.
— Ce l'abbiamo — Thunder fece un cenno verso il baule.
— Le bacchette? Ma non servono a nulla, nelle mani dei Babbani sono solo dei legnetti.
— Lo sarebbero se noi non aggiungessimo un pizzico del nostro aiuto.
— Bacchette pre-incantate...
— Sì. Con tutti gli incantesimi di combattimento a cui riusciamo a pensare. La potenza di decine di armi diverse racchiusa in un legnetto, come se fossero maghi
— Avrei un'obiezione, anzi, più di una.
— So che sono centinaia di bacchette e che quest'operazione richiede tempo, ma se iniziamo ora possiamo farcela, e il lavoro manuale ci accompagnerà mentre discutiamo della strategia.
Emily iniziò a camminare per la tenda, immersa nelle sue riflessioni. — Tu sei completamente fuori, ma il tuo piano non è male. Anzi, può essere migliorato. Sai cos'è un pār?
— Latino, vero? Significa "simile".
— Sì, ma anche "coppia". Una coppia di gladiatori. Vedi, a Roma i gladiatori a volte combattevano in due, e sai perché? Così ognuno proteggeva il proprio compagno. Anzi, nell'Antica Grecia venivano reclutate nell'esercito coppie di amanti, in modo che... be', in effetti questo non c'entra. Il punto è che noi potremmo fare di meglio: immagina coppie formate da un Babbano e un mago, cioè, un Babbano e un Babbano con la magia, insieme. Perché usare solo le bacchette e non sfruttare al massimo le nostre potenzialità?
— Uno con l'arma e uno con la bacchetta... — ragionò Thunder. — Quello con la bacchetta usa la magia per proteggere il compagno, quello con l'arma colpisce. Buon Lewis, sì! Può funzionare!
Appena quella minima speranza di vittoria si fece strada in lei, Thunder lasciò andare di colpo la tensione che la opprimeva e rise, rise a crepapelle, una risata nervosa che somigliava più a un grido. Era come essere sotto l'effetto dell'Acquallegra, con la differenza che l'Acquallegra non ti opprimeva il petto e la gola fin quasi a farti soffocare. Ormai non si riconosceva più, ma non le importava.
Tina era diventata Auror per il MACUSA, Thunder sarebbe diventata Prima Incantatrice per il Signore Oscuro. Avrebbe dimostrato tutto il suo valore e ce l'avrebbe fatta, perché quando si metteva in testa di raggiungere un obiettivo nulla poteva fermarla.
Si interruppe bruscamente quando vide uno dei Babbani che si svegliava e si alzava in piedi.
— E che diamine, non si può nemmeno dormire qui! Se dobbiamo rischiare la vita per aiutarti, almeno prima lasciaci riposare un po'.
Emily spostò lo sguardo ripetutamente da Thunder all'uomo.
— Thunder, dimmi la verità. Perché il nostro esercito è quasi dimezzato? — la voce di Emily era calata di almeno un'ottava. Sembrava dire: "se hai ancora intenzione di nascondermi le tue intenzioni, trovati pure un altro comandante in seconda".
Thunder trattenne il fiato, incapace di trovare il modo giusto per rispondere. Poi parlò in una sola emissione di fiato, prima di potersene pentire: — Ho dato loro la possibilità di scegliere se restare.
— Aspetta, tu hai... la Maledizione... — gli occhi da spettro di Emily, spalancati, sembravano ancora più grandi adesso. — Confermo, sei decisamente fuori. E io sono finita in mezzo ai pazzi.

STAI LEGGENDO
Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...