Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici.
(Papa Francesco)Il tè si era ormai raffreddato e le mosche avevano preso ad attaccare i biscotti. I ticchettio dell'orologio scandiva il trascorrere dei minuti, Theseus però non aveva affatto fame. Spostò le tende, e dalla finestra che dava sul giardino notò che il sole era già alto. Si era svegliato presto come d'abitudine, nonostante non ce ne fosse bisogno ora che non doveva lavorare, ma non si era accorto che il tempo fosse passato così in fretta. Come gli mancava andare al Ministero! Senza i suoi incarichi di Auror si sentiva svuotato e impotente. Tossì in un candido fazzoletto di stoffa con le sue iniziali ricamate in un angolo, e un'altra piccola chiazza di sangue si posò sul tessuto bianco; avrebbe fatto meglio a lavarlo al più presto, non voleva che sua madre lo vedesse. Si sarebbe preoccupata inutilmente e lui non lo avrebbe permesso: quella povera donna era già in ansia per suo fratello. Quello sciocco immaturo, chissà che fine aveva fatto... quanto a lungo sperava ancora di andare e tornare come se quella casa fosse un hotel? Una voce dentro di lui interruppe quei pensieri: quella volta la colpa non era totalmente di Newt, era stato lui a metterlo praticamente in fuga, l'aveva però capito troppo tardi. Era dispiaciuto per ognuna delle parole che aveva detto e il solo fatto di averle pensate gli procurava un senso di vergogna che non gli piaceva. Newt però non l'avrebbe mai saputo; forse non sarebbe mai più tornato. Aveva appena finito di formulare quel pensiero che la sua bocca si spalancò per la sorpresa mentre si chiedeva se il destino stesse tentando di dargli un'occasione o di prendersi gioco di lui. Guardò meglio: una figura familiare stava varcando il cancello che conduceva al giardino di casa loro, e prima ancora che se ne potesse scorgere il volto Theseus seppe di chi si trattava. Quei vestiti abbinati in maniera totalmente casuale, quell'andatura goffa e un po' incerta, quella vecchia valigia e quello sguardo basso non potevano appartenere che a un'unica persona e, a meno che non si trattasse di un fantasma, Theseus fu assolutamente certo che suo fratello Newt si stesse avvicinando. Non era un tipo facilmente impressionabile, ma in quell'istante Theseus era talmente sorpreso che avrebbe potuto ricevere un pugno in faccia e non accorgersene minimamente. Avrebbe voluto corrergli incontro, ma la malattia che lo aveva significativamente indebolito gli impediva di correre. E non solo quella: molto probabilmente Newt era ancora arrabbiato. Non era il tipo di persona che serba rancore, ma non era nemmeno il tipo di persona che perde il controllo e si lascia dominare dalla rabbia. Eppure l'ultima volta che l'aveva visto aveva percepito nei suoi occhi e nelle sue parole una furia che mai avrebbe pensato di vedere in lui, quindi non aveva idea di come avrebbe reagito. Gli sembrava di non conoscere più suo fratello, il che lo paralizzava. Si fece forza e si alzò. Quel semplice gesto gli causò un'esplosione di colpi di tosse. Controllò il fazzoletto: niente sangue questa volta. Stava guarendo. Quel pensiero lo rasserenò almeno in parte e gli diede la forza di uscire in giardino.
Anche Newt rimase sorpreso, come se quell'incontro fosse avvenuto troppo presto rispetto a come lui aveva immaginato e non si sentisse ancora pronto. Theseus pensò di abbracciarlo, ma si accorse che non era realmente quello che voleva: era dispiaciuto, sì, ma nel vedere Newt faccia a faccia realizzò che il risentimento da parte sua non era del tutto svanito. La sua espressione si indurì. Come si può desiderare in egual misura di abbracciare e prendere a schiaffi la stessa persona?
— Newt, eravamo preoccupati per te... — disse semplicemente. Era la verità.
— E perché mai? Me la sono cavata da solo per periodi molto più lunghi di questo — anche Newt tentò di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato. Vedere suo fratello gli faceva uno strano effetto, soprattutto perché sembrava pallido e triste... ricordò le parole che quell'Auror gli aveva rivolto la sera prima e capì che aveva detto la verità, ma la commozione non poteva cancellare le parole dure che Theseus aveva indirizzato a Tina.
Tra i due fratelli calò un silenzio carico di tensione e di significato, poi Theseus disse: — Abbiamo letto le ultime notizie... mamma era molto in pensiero. Ma è evidente che non fosse lo stesso per te. Ti sei divertito in America?
— Smettila, Theseus, sai che sono partito per lavoro, non è stato un viaggio di piacere
— Ah, sì? E da quando fai cose che non ti fanno piacere? Da quando la tua Auror ti ha tradito con Grindelwald, forse?
A Newt non piaceva la piega che stava prendendo la situazione.
— Ti prego, non voglio scherzare su questo —, disse. — So cosa pensi, cosa pensate tutti voi. Che me l'avevi detto, che hai fatto bene a tentare di separarci, che sono stato ingenuo e imprudente...
— Non penso nessuna di queste cose — si lasciò sfuggire Theseus, mandando al diavolo i suoi piani di freddezza e rancore. — Vieni, camminiamo — offrì, con una nuova tenerezza nella voce.
Newt lo seguì, e insieme passeggiarono in silenzio per il giardino.
— Quando vedevo tutte quelle lettere arrivarti, pensavo si trattasse di una cosa passeggera. — confessò Theseus, decidendo di aprire definitivamente il suo cuore, sperando di poter contare sulla comprensione di suo fratello. — Continuava a venirmi in mente quella Leta per cui hai sofferto tanto, non volevo che tu rimanessi deluso una seconda volta. So che non avevo il diritto di decidere per te, ma credimi, volevo davvero proteggerti — un colpo di tosse lo interruppe, così ne approfittò per lasciar andare un singhiozzo. — Ero assolutamente convinto che che lei ti stesse usando e che tu non la amassi davvero. Cercare di separarvi mi era sembrata la cosa più giusta da fare, e... forse è vero, avevo anche qualche pregiudizio sul suo conto
— Molti pregiudizi — lo corresse Newt, che ancora ricordava ognuna delle parole che il fratello gli aveva detto durante il loro ultimo incontro.
— Sì, parecchi. — concesse Theseus. — Nulla giustifica quello che ti ho detto sul suo conto. Ma il punto non è questo. Quello che voglio dire è... il modo in cui hai attraversato l'oceano senza battere ciglio per andare da lei, lo sguardo che mi hai rivolto quando hai scoperto che avevo nascosto le vostre lettere... in quel momento ho capito che mi sbagliavo. Tu la ami davvero.
— E ora se n'è andata... — aggiunse Newt in tono amaro.
— Tu non sei qui per noi, vero? Tu sei qui per cercarla. — intuì il maggiore. Non c'era rabbia nel suo tono di voce, era una semplice constatazione priva di alcun tipo di giudizio. Newt rimase sorpreso: di solito suo fratello lo criticava di continuo. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Theseus scosse leggermente il capo. — No, non dire che ti dispiace. So che non sei mai stato troppo legato alla famiglia, e non ti biasimo. Tu però continui a fidarti di lei nonostante tutto. Doveva essere una persona eccezionale
— Lo era — dopo averci riflettuto, eccezionalmente, anche Newt decise di aprirsi con suo fratello dopo tanti anni: — Ti sarebbe piaciuta, sai? Siete proprio uguali, voi due
— Eppure io non ti sono mai piaciuto...
— Questo non è affatto vero! — i due fratelli si scambiarono un mezzo sorriso.
— Scusami per quello che ti ho detto, Newt — disse poi il più grande, nonostante quelle parole gli costassero care. Newt ci pensò su e decise di dargli una seconda possibilità; nel profondo del suo cuore, sapeva che l'avrebbe fatto ancor prima di incontrarlo.
— Scuse accettate. Ma parlando seriamente, non è del tutto vero
— Che cosa?
— Che non sono legato a voi. A te. — Newt si morse il labbro e abbassò lo sguardo, in imbarazzo. — Ho pensato molto a voi mentre ero via. Temevo che Grindelwald... che lui potesse... — sospirò, lasciando sospeso su di loro il peso della parte finale della frase. — Ecco, è un sollievo trovarvi ancora tutti qui
— Vorrei tanto abbracciarti, ma... — Theseus non riuscì a finire la frase e tossì ancora una volta, questa volta in maniera più lieve.
Newt capì che suo fratello non voleva contagiarlo; non lo ricordava così premuroso nei suoi confronti. In quel momento si rese conto di quanto gli era mancato. — Mi dispiace che tu abbia dovuto rinunciare al tuo ultimo caso —, gli disse.
— Vedo che hai parlato con Ercole... — Theseus sorrise tra sé, questa volta in maniera serena — non penso che risolverà davvero il caso, ma è uno onesto, ho piena fiducia in lui. Ho pensato di lasciare che si divertisse fino al mio ritorno. Sai come lo chiamiamo, al Ministero? "Tutto fumo e niente arresto". Non è colpa sua, è molto entusiasta, ha solo una certa... abilità nell'arrivare alla conclusione sbagliata — entrambi risero di gusto.
— Entriamo in casa? — propose poi Newt. — Non vedo l'ora di rivedere mamma e papà —
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Unitevi a me... o morite
FanfictionSequel di "Tu cerca di non farti investigare" Un misterioso assassino di Creature magiche si aggira indisturbato per il Mondo Magico, scivolando silenzioso nel nero della notte, e l'unico indizio è la sua firma, una "T". Nel frattempo, la ricerca di...