Ercole Stallworthy

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Ha nevicato anche l'anno scorso: ho fatto un pupazzo di neve e mio fratello l'ha buttato giù e io ho buttato giù mio fratello e poi abbiamo preso il tè insieme.
(Dylan Thomas)

Finirono di mangiare. Jacob si avviò verso il bancone per prendere qualcosa da bere. Newt lo seguì. Una folla considerevole era accalcata davanti al bancone, così dovettero attendere qualche minuto prima che arrivasse il loro turno. Quando il cameriere annuì nella loro direzione, Jacob chiese una pinta di birra e poi guardò Newt, in attesa che anche lui prendesse qualcosa.
— Oh... be'... — balbettò lui, colto di sorpresa come se non si aspettasse di dover ordinare. — io prendo dell'Acquaviola
Il barista e alcune persone abbastanza vicine da sentire quella parola lo guardarono, alcuni incuriositi, altri divertiti. Da qualche parte ci fu uno scoppio di risate. Jacob si morse il labbro, rifiutandosi categoricamente di ridere, e lanciò un'occhiata all'amico sollevando le sopracciglia. Newt avvampò, chiedendosi se avesse appena combinato un pasticcio, fatto una brutta figura o entrambe le cose. Era assolutamente convinto che anche i Babbani bevessero l'Acquaviola. Quando le cose stavano prendendo una piega piuttosto imbarazzante, l'uomo in divisa da Auror che poco prima li stava guardando si avvicinò e parlò al barista con sicurezza: — Cocktail alle viole. Quest'uomo intendeva dire "cocktail alle viole". Penso provenga dalla mia stessa zona, lì è così che lo chiamiamo — affermò, e con un gesto ampio posò sul bancone delle banconote. Concentrò poi la sua attenzione su Newt.
— Il fratello di Theseus, dico bene? — indovinò l'Auror, sorseggiando il suo drink.
— Sì — Newt si irrigidì sentendo nominare suo fratello.
— Ne ero certo. Ho individuato subito la somiglianza! — allungò poi la sua mano tozza e diede una stretta vigorosa prima a Newt e poi a Jacob. — Ercole Stallworthy, molto piacere
Anche Jacob si presentò, esaltato all'idea di conoscere un altro mago.
— Lei conosce mio fratello? — chiese Newt, tentando in tutti i modi di ricollegare il volto di Stallworthy a quello di una persona nota ma senza successo.
— È un mio grande amico. Lo sto sostituendo per indagare su un caso, sono qui per interrogare un sospettato... che è in ritardo. Sono quasi certo che sia lui l'assassino, ce l'ho in pugno, forse stanotte risolverò il mistero! — era molto entusiasta e vagamente logorroico, ma Newt si era soffermato su una sola frase e aveva ascoltato a malapena il resto.
— Lo sta sostituendo? Perché, cosa gli è successo? — chiese, quasi senza preoccuparsi di essere educato.
— Oh... dunque lei davvero non sa nulla! — un'ombra attraversò il volto dell'Auror.
Parlando con Stallworthy, Newt e Jacob appresero notizie su Theseus. A quanto pare si era confidato con l'eccentrico Auror e gli aveva rivelato di essere in pensiero per il fratello minore. Stallworthy giurò che era divorato dal rimorso per quello che aveva fatto - Newt non fu felice di sapere che quel perfetto sconosciuto aveva una panoramica completa del loro complicato rapporto - e che non sentire a lungo sue notizie gli aveva fatto temere il peggio. Newt non si aspettava che a suo fratello importasse di lui a tal punto. Un tempo sì, erano stati molto uniti, ma temeva di aver totalmente perso suo fratello e che la vita li avesse allontanati come spesso accade. E invece ecco che uno sconosciuto lo salvava da una figuraccia in un pub e gli mostrava che nel cuore di suo fratello c'era ancora un posto per lui. Guardò dentro se stesso e scoprì che, nonostante tutto, anche lui era legato a suo fratello da un affetto che le parole non potevano spiegare. Se se ne fosse reso conto prima, forse tutto sarebbe stato diverso.
— Sì, certo, ma come mai adesso lo sta sostituendo, se posso chiedere? — Jacob aveva percepito che qualcosa non andava e riportò il commovente ma prolisso discorso del mago sull'argomento originario. Anche Newt si fece di nuovo attento, mentre ancora una volta gli occhi dell'Auror si adombravano.
— Sta male. Da settimane, ormai... il Medimago ha detto che non è nulla di pericoloso o particolarmente grave, solo una bronchite; ma dev'essere bella forte, è durata parecchio! Sapete, anche mia moglie ha avuto una bronchite l'anno scorso, pare che sia una malattia Babbana, quindi non c'è molto di cui preoccuparsi. I maghi sopportano meglio i virdus rispetto ai Babbani, in più Theseus è forte e in gamba. Se la caverà egregiamente! Sapete... — stava per iniziare a parlare di sua moglie e del "virdus" che aveva colpito lei, ma la porta del pub si aprì lasciando entrare un uomo. A giudicare dal modo fiero in cui Stallworthy si sistemò il distintivo da Auror appuntato sul cappotto era chiaro che fosse il sospettato che attendeva, lui stesso lo confermò poco dopo. Proprio mentre il mago stava per andarsene Newt, che aveva bevuto appena un sorso del suo cocktail e aveva anche rischiato versarselo sulla camicia sapendo che il fratello non era in forma - una reazione di cui non andava esattamente fiero -, spinse da parte il bicchiere e si avvicinò all'Auror, così da poter parlare senza essere sentito.
— So che voi Auror avete sempre tutto sotto controllo — disse, con un tono un po' incerto, — quindi speravo potesse aiutarmi... qualora dovesse scoprire di avvistamenti sospetti di Acromantule le sarei davvero grato se me lo facesse sapere — per la gioia di Newt, Stallworthy si mise a disposizione con grande entusiasmo e non fece domande di alcun tipo. Almeno aveva qualcosa di simile a un alleato in più nella ricerca di Aragog, non poteva che essere d'aiuto. Non aveva piena fiducia in quell'uomo, né negli Auror in generale, a dirla tutta, ma non voleva lasciare nulla di intentato. Tornò da Jacob, che aveva ormai vuotato il suo boccale. Aprì la bocca per parlare, ma l'amico sembrò leggergli nel pensiero e predisse esattamente quello che stava per dirgli: — vuoi mettere da parte il rancore e andare a trovare tuo fratello, lo so. Anch'io lo avrei fatto al tuo posto. — Newt si limitò ad annuire. — Intendi andarci ora? Insomma, subito?
— Mi piacerebbe, ma... oh, non so che fare! Non posso semplicemente bussare alla porta di casa mia e abbracciarlo! Insomma, gli abbracci non fanno nemmeno per me. E se lui non volesse vedermi?
— Amico, mi stai prendendo in giro? — Jacob sospirò. — Quelle cose che ha detto su Tina... sì, Queenie me ne ha parlato dopo averlo letto nei tuoi pensieri. Era normale che fossi arrabbiato, di certo non sei tu a essere in errore. E poi hai sentito Ercole? È dispiaciuto e preoccupato! Ha capito di aver detto un mucchio di sciocchezze
— Credi che dovrei perdonarlo? — Newt aveva disperatamente bisogno di un consiglio. Con tutto il suo cuore voleva perdonare Theseus, probabilmente in realtà lo aveva già fatto, ma era ancora ferito.
— In circostanze diverse ti direi che questa è una cosa imperdonabile, quella che si sta avvicinando è una guerra magica... Newt, oggi sei a pochi passi da tuo fratello e ti rattristi perché non sai se abbracciarlo o meno, ma domani potrebbe... potrebbe non esserci più questa possibilità — il suo volto si velò di tristezza, ma fu solo un istante. — Ah, non dare retta al povero vecchio Jacob! Mi sono lasciato solo prendere dai ricordi
— Ci andrò. Grazie per il tuo consiglio, Jacob, — Newt lo guardò con gli occhi lucidi, ricordando che lui, a differenza sua, non aveva un fratello con cui rappacificarsi. — amico mio — aggiunse poi, godendosi il suono di quelle parole che così raramente pronunciava.
— Se vuoi accettare un altro mio consiglio, ti dico di non piombare a casa loro in piena notte come un ladro
— Non devo andarci subito?
— Lascia stare. Per quanto le chiacchierate sotto le stelle abbiano un certo fascino, di solito alle persone non piace svegliarsi di soprassalto con in casa un fratello che non si rivede dall'ultima discussione. Torniamo al circo, riposiamo e domani mattina potrai partire —.
A Newt sembrò un'idea ragionevole. Accettò.
Dormì pochissimo quella notte, impegnato a pensare a come sarebbe andato l'incontro con la sua famiglia e in particolare con suo fratello. Infine il mattino arrivò e, prima che potesse cambiare idea, Newt indossò delle scarpe comode, si lasciò alle spalle il circo e iniziò a camminare.

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