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𝗕𝗮𝗷𝗶 𝗽𝗼𝘃

<Mi dispiace dovertene dare solo metà> mi sentivo un po' a disagio, al di fuori dei ragazzi della toman non avevo mai fatto venire nessuno a casa mia.

E pensare che abitiamo nello stesso palazzo.

Sarà che raramente sono in casa.

<Baji-san non ti ho mai visto in questo palazzo, rimani sempre chiuso in casa? Non hai amici?> Chiese il ragazzo, lo fissai mentre mangiavo la mia parte di ramen cercando di capire cosa rispondere, e di capire cosa mi aveva chiesto.

<Oh.. uhm.. -ingoiai il ramen- sono sempre fuori con gli amici, posso sembrare un "sapiente" ma sono tutt'altro. Ragazzo stai parlando con uno dei fondatori della toman, non sparare cazzate.> Puntualizzai tornando a mangiare.

Mi guardò storto.

<Che cos'è la toman?> Mi colpì la faccia con la mano, mantenendo la calma.

<Come cos'è la toman!? Ti reputi un teppista di alta classe e non sai nemmeno cos'è la toman!> Lo guardai sconcertato.

Si girò offeso.

<La Toman, conosciuta anche come Tokyo manji gang, è una gang di motociclisti del territorio di Shibuya. Il capo di questa è Mikey, Manjiro Sano, è stata fondata il 19 giugno da una mia idea per poter combattere i Black Dragons, un'altra gang. Il nostro motto è: "Se uno di noi si fa male, lo proteggeremo... una banda che è tutti per uno, uno per tutti". I fondatori siamo io e dei miei amici, è divisa in cinque divisioni, ogni divisione ha come capo un fondatore, io sono il capo della prima. Il nostro simbolo è il manji, stampato sulle nostre divise -mi alzai mostrandogli la mia divisa- queste sono le divise, le scritte cambiano in base alla divisione a cui appartieni. Essere nella Toman è una figata, ci si diverte un sacco!> Mi risedetti al tavolo, Chifuyu da quanto era interessato aveva lasciato raffreddare il ramen, guardava quella divisa come se fosse una bella ragazza.

<Tu, a parere mio, non ti puoi considerare un teppista, picchi a casaccio, come me, ma io mi do un contegno. Per essere riconosciuto non importa essere il migliore della scuola, guarda me, per esempio, nessuno mi conosce a scuola eppure sono un teppista migliore di te. Sei debole, non riusciresti a pestare come si deve una persona, le gang scolastiche sono dei principianti, tu hai del potenziale, devi sfruttarlo per altro, non per marinare la scuola, non è essenziale.> Stranamente diventai serio, penso che questo ragazzo abbia del talento, basterebbe allenarlo un po'.

<I tipi di oggi, avresti dovuto sconfiggerli facilmente e invece ti hanno messo all'angolo, ti aiuterò io, in cambio tu mi aiuterai con la scuola, ci stai?> Porsi la mano per stringere il patto la guardò un po' tibutante, poi prese a parlare.

<Voglio essere all'altezza di essere chiamato teppista, come dici tu, sono costretto ad accettare> mi strinse la mano, patto fatto non si può più tornare indietro.

<E in più... Come ti permetti di chiamarmi così!?> Sbraitò come una gallina, cominciò a insultarmi senza una ragione, a parer mio, ovvio.

Non sembra male come persona, è molto tranquillo.

<Chifuyu ti andrebbe di rimanere a dormire da me? Possiamo giocare un po', poi andiamo fuori a fare un giro con la mia moto, ti andrebbe?> Chiesi, lo porterò alla toman, sono sicuro che anche agli altri piacerà.

<Se non disturbo va bene, ma al posto di giocare ti aiuto con i compiti, saranno tutti sbagliati, sapientone> mi offesi girandomi dall'altra parte, però ha ragione, non ci ho messo tanto impegno.

<E va bene, chiedo a mia madre> mi rassegnai alzandomi.

<Tranquillo piccolo, ho già sentito tutto, può rimanere, così magari riesce a fare entrare in quella zucca vuota qualcosa di utile> mia madre spuntò da dietro la porta, portandoci degli onigiri.

<E dai mamma ti ci metti anche tu!> Sia Chifuyu, che mia madre, cominciarono a ridere, le guance mi si tinsero di rosso, incrociai le braccia e tenni lo sguardo basso, un imbarazzante inizio di amicizia, no?

Dopo aver finito di mangiare anche gli onigiri, il biondo mi aiutò con matematica e giapponese, le uniche materie per domani, con matematica me la cavo, faccio un po' di fatica a fare ragionamenti, ma una volta capito sono come un treno, a differenza di giapponese, la base c'è mi manca è la scrittura, come dice lui, scrivo malissimo questo mi ha portato alla bocciatura.

La calligrafia non è assolutamente il mio forte.

Verso le 9 e 30 finimmo i compiti, presi per il braccio Chifuyu portandolo in garage.

Sfoggiando la mia moto, nera come i miei capelli e i dettagli in argento.

<Questa è la mia moto! Ti piace?> Domandai mentre gli passai il casca, il quale lo prese al volo.

<Non ci sono mai andato, sarà una bella esperienza!> Esultò il ragazzo, sul suo volto si stampò un sorriso.

Salì sulla mia moto, il biondo salì dietro di me abbracciandomi per non cadere, si sentiva che aveva paura, tremava.

Lo rassicurai che, anche se sono una testa vuota, non cadrò e non farò cadere lui.

Sfrecciammo per le strade di Tokyo, mi è sempre piaciuto andare in moto, sentire l'aria tra i capelli mi fa stare bene, quando hai fortuna i lampioni sono spenti e riesci a vedere milioni di luci nel cielo, Chifuyu si è un po' calamato e adesso osserva il paesaggio con occhi sognanti, sembra un bambino, come me la prima volta.

Non fiatava, si concedeva di chiedermi qualcosa ogni tanto, si stringeva più a me fino ad appoggiare la sua testa sulla mia schiena.

Con una confidenza tale da farmi dubitare di averlo conosciuto il giorno stesso.

Cᴏᴍᴘᴀɢɴɪ ᴅɪ ɢᴜᴀɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora