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𝗕𝗮𝗷𝗶 𝗽𝗼𝘃

Sono sulla mia moto, sto girovagando per le strade di Shibuya. Ogni tanto do uno sguardo al cielo osservando le milioni di stelle che lo macchiano, la luna è più piena del solito, sembra una torta alla crema. Il sorriso viene spento quando davanti a me passano Chifuyu e la sua amica, sorridenti, che scherzano, mi manca il biondino, mi manca il suo sorriso, i suoi occhi oceanici, i suoi capelli da barboncino e la sua dolce risata. Una volta tornato a casa mi fiondo sul letto, mettendomi il pigiama e chiudendo gli occhi.
Okay, okay, non riesco a dormire; allora mi alzo, prendo le coperte ed esco dalla finestra distendendomi sulla scala antincendio. Capisco subito il motivo della mia mancanza di sonno, in lontananza sento Chifuyu ridere insieme alla così detta "Maya", gli occhi diventarono cristallini, la vista mi si appannò e cominciai a lacrimare inconsciamente. Dall'ultima volta che gli ho parlato è passata una settimana, quando lui mi ha chiesto se volevo mangiare da lui avrei accettato volentieri, anzi mi sarei dichiarato, avremmo mangiato il ramen come Lilli e il vagabondo, mangiare lo stesso ramen e finire per baciarci. Ogni volta che a scuola mi saluta, ogni volta che mi guarda, che mi parla ha sempre il sorriso, è sempre felice, è solare; lui, proprio lui, non merita il modo in cui lo tratto, non merita di essere ignorato, non merita una persona come me. Vedere che tutta quella felicità viene spenta appena mi giro fa male, fa molto male, cazzo lui è gentile, è perfetto! Perché devo rovinarlo per una fottuttissima penitenza! Chifuyu quando l'ho conosciuto sembrava una persona molto menefreghista, che ha un cuore di ghiaccio ma in realtà lui è fragile, troppo fragile! Adesso sta subendo tutto questo ed è solo esclusivamente colpa mia. Poi chi cazzo si crede quella Maya di merda! Insomma mi ha già rimpiazzato con un troia, così dal nulla viene alla toman e si crede una dea scesa in terra. Tirai un pugno sulla scala facendo rimbombare tutto, feci un casino assurdo, alcuni si spaventano altri si affacciarono dalla finestra.

<Che cosa è stato? Ahah>

<Un uccello si sarà schiantano contro la scala antincendio!!>

<Può darsi, ahahaha>

Dalla casa di Chifuyu si sentivano loro due che scherzavano non facevano altro che scherzare, mi sento tradito, mi sento male, pensavo di non essere l'unico che stava male in questa situazione ma a quanto pare dall'altra parte si sta bene, più o meno. Quando lo ignoro penso sempre a cosa potrebbe passare da quella testolina, magari adesso, dopo una settimana, mi odia, e mi odierà per sempre. Le lacrime non smettevano di bagnare le mie guance, mi sento usato, mi sento colpevole, mi sento una merda, mi sento rimpiazzato, m-mi sento male, ora come ora non ho nessuno su cui poter piangere, nessuno che mi dà la forza di rialzarmi, probabilmente domani salterò scuola, non sono capace di guardarlo, sono un fifone e ne sono consapevole.
Tornai a letto con l'intento di addormentarmi con scarsi risultati, sono stato parecchio male tutta la notte decisi quindi di alzarmi ed andare in cucina a prepararmi una tisana, mi misi la felpa di Chifuyu che non gli avevo ancora reso, andai sul tetto e osservai l'alba. Oggi ho deciso di non andare a scuola, non ho chiuso occhio tutta la notte e non sono in grado di cacciare fuori le palle e confrontarmi con il biondo.

<Si, nonna te l'ho già detto, va tutto bene.. si. Si ora vado a scuola..> mi affacciai alla strada sottostante, sul marciapiede c'era Chifuyu che parlava a telefono, faceva molto ridere, si dimenava mentre parlava con la nonna. Riassunto della chiamata: "si". Lo guardai con occhi innamorati, lui di scatto alzò lo sguardo incrociando i miei occhi. La sua voce si spezzò in gola, chiuse la chiamata e continuò a tenere fisso lo sguardo su di me. Era rossissimo in faccia, dall'emozione tremava, era così meravigliosamente bello. Balbettò il mio nome ed è lì che mi riportò alla realtà, distolsi lo sguardo schifato, pentendomi.

<Baji-san!> Riuscì ad udire. Me ne tornai in casa sedendomi a tavola, poggiai la testa su di essa e piansi, piansi fino allo sfinimento, addormentandomi sul tavolo.

Cᴏᴍᴘᴀɢɴɪ ᴅɪ ɢᴜᴀɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora