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𝗕𝗮𝗷𝗶 𝗽𝗼𝘃

Tornati da gli altri ci sedemmo in cerchio con loro, Chifuyu ogni tanto singhiozzava ancora tenendo la testa bassa; gli altri guardavano me dubbiosi, io con il labiale cercavo di dirgli di non preoccuparsi. Dopo essere stati alla toman tornammo a casa.

<A-ah domani Baji-san> disse Chifuyu mentre apriva la porta. Lui era visibilmente triste, forse ricordare quelle cose non gli ha fatto bene. Lo presi per mano.

<Chifuyu va tutto bene?> Domandai, lui era girato non vedevo il suo volto.

<Sisi, tranquillo> Rispose, io non ci credo, si sente la malinconia nella sua voce.
Lo girai verso di me prendendo il suo viso tra le mani.

<Chifuyu, ti prego, non nascondermi le cose; noto benissimo che sei triste e mi fa stare male non poterti aiutare>

<Scusami..> si scusò.

<Per cosa? Non devi scusarti, non ne hai motivo> lo rassicurai. I suoi occhi erano ancora lucidi, erano come lastre di ghiaccio.
Lui non rispose, si limitò a mantenere il contatto visivo, non muoveva un muscolo, si vedeva solo il suo petto che si alzava e abbassava per via dei respiri.
Sorrisi, lo portai da me, a casa mia, non lo avrei lasciato da solo. Una volta entrati nell'appartamento dovemmo agire silenziosamente, mia madre sta dormendo mi scoccerebbe farla svegliare. Arrivati in camera chiusi la porta facendo accomodare Chifuyu sul letto.

<Ti porto dei vestiti okay?> Non rispose, alzò solo lo sguardo su di me, sta cominciando a farmi paura. Ci mettemmo entrambi il pigiama, poi mi sedetti accanto a Chifuyu.

<Ehi.. che hai? Sei strano..> lo guardai negli occhi.

<H-ho un estremo bisogno di te> disse. Rimasi esterrefatto, non mi aveva parlato per tutto questo tempo e ora se ne esce così. Lo spinsi per farlo sdraiare a letto.
Lo baciai. Aveva gli occhi a mezza luna e le gote tutte arrossate. Mi avvicinai al suo orecchio.

<Chifuyu, qualsiasi cosa tu abbia in testa ora, sta tranquillo, adesso è tutto diverso, io non sono assolutamente come quel tipo; sono una testa vuota sì, ma non fino a questo punto. Ti prego torna con il tuo solito sorriso, vederti scherzare anche per la minima cosa detta. So benissimo che non è facile da superare per questo lo faremo insieme, in qualsiasi momento di sconforto non chiuderti in te stesso, parla con me, anche per dirmi una cosa minima. Non avrei dovuto chiedertelo, scusami, non avresti dovuto ricordarti quelle cose. Sappi che farò di tutto per dimostrarti che sono all'altezza di essere definito tuo ragazzo e..- >

<Baji-san, non serva che tu sia all'altezza, tu sei tu, sei all'altezza di tutto e sei perfetto. Poi ho fatto bene a dirtelo, sì, sono ancora sotto shock, però mi ha fatto bene, credo-. Non incolparti, la colpa è di quel maiale e i dei porcellini, non tua.> Mi baciò a sua volta. Sorrisi, ero riuscito ad aiutare in qualche modo il mio piccolo ghiretto. Lo baciai ripetutamente. Spostai i suoi capelli dagli occhi, sono sempre così belli e celesti. Posai una mano sulla sua guancia avvicinandomi per baciarlo.

<Sei sempre in astinenza delle mie labbra> ridacchiò.

<Già> risposi. Mi sdraiai accanto a lui, coprendoci con il piumone. Lui mi abbracciò e si addormentò addosso a me. Sentì miagolare alla finestra, mi alzai cercando di non svegliare il ghiretto, aprì la finestra trovandomi Peke J davanti. Lo accarezzai facendolo entrare e accomodare sul letto. Mi rimisi a letto accarezzando il viso di Chifuyu, dormiva come un vero e proprio ghiro, aveva la bocca semi aperta con la quale faceva respiri profondi, chissà cosa stava sognando.
Peke J si mise in mezzo a noi due sotto le coperte poggiandosi sul braccio del biondo. Mi girai a pancia in su, non riuscivo proprio a dormire, pur avendo avuto una giornata stressante. Ripensai a tutto quello che era successo: un incubo. Dopo qualche minuto riuscì a chiudere gli occhi, riaprendoli subito dopo sentendo la sveglia, o almeno così sembrava, in realtà avevo dormito due orette ma a me sembra nemmeno un minuto.
Spensi la sveglia e mi alzai, preparai la colazione sia per me che per Chifuyu che stava ancora dormendo. Mi raccolsi i capelli in una coda per agire meglio, notai che le scarpe di mia madre, non era ancora uscita così preparai anche a lei il caffè.

<Già sveglio?> Sentì da dietro. Mi girai vedendo mia madre già pronta per andare a lavoro.

<Già, fino a prova contraria devo andare a scuola no? Ahaha> dissi, si mise accanto a me sorseggiando il suo caffè gustandoselo tutto.

<Hai intenzione di fare doppia colazione?> Chiese indicando le due tazze di thè davanti a me.

<Oh- aaah.. Nono, una è per Chifuyu, è di là che sta dormendo> sorrisi. Anche lei sorrise, forse non si aspettava di essere in compagnia ma non credo gli abbia dato fastidio scoprirlo.

<Sei cotto di lui eeeh> disse spingendomi con il braccio. Arrosì di colpo distogliendo lo sguardo, lo sono ma non voglio ammetterlo.

<Voglio semplicemente non fare morire di fame il mio ragazzo> borbottai.

<Okok, io vado a lavoro, ci vediamo più tardi> mi baciò sulla guancia, poggiò la tazza, prese la borsa, infilò le scarpe e uscì di casa, andando verso l'agenzia. Presi le tazze e le portai in camera, Chifuyu non si è mosso nemmeno di un centimetro. Mi avvicinai a lui spostandolo leggermente, aprì lentamente gli occhi mugolando.

<Mmmmmmh lasciami dormire, non ci voglio andare a scuola> faceva i capricci come un bimbo, però come biasimarlo, chi c'ha voglia di andare a scuola!

<Dai, su! Alzati!> Esclamai togliendoli le coperte. Si attaccò a me come una cozza, guardandomi e ridendo appena i nostri sguardi si incrociarono.

Cᴏᴍᴘᴀɢɴɪ ᴅɪ ɢᴜᴀɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora