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𝗕𝗮𝗷𝗶 𝗽𝗼𝘃

È stato fantastico, Chifuyu è fantastico. Passai la mano sul segno che aveva lasciato, era ancora caldo e bagnato, sorrisi guardando il cielo.

<Chifuyu sarebbe meglio rientrare, non credi?> Chiesi mentre accarezzavo i suoi capelli, erano leggermente ricci ma privi di nodi.

<Hai ragione, mia nonna potrebbe preoccuparsi> si alzò aiutandomi a fare lo stesso, presi velocemente il suo viso lasicandoli un bacio, volevo divorarlo, le sue labbra dovevano essere doloranti, ma era meglio trattenersi.
Tornammo a casa rientrando dalla finestra, era così tardi che appena toccato il letto crollammo entrambi.

<Dormiglioni sveglia! Sono le 10, alzatevi!> Urlò sua nonna, la stanza era ancora buia. La signora si incamminò verso la finestra per aprire le tende, quando la luce entrò mi ricordai dei segni lasciati ieri. Mi buttai su Chifuyu coprendo il suo corpo con il mio, era meglio tenerli nascosti per un po', almeno agli occhi dei nonni di Chifuyu, mia madre non si sarebbe sconvolta per un succhiotto.

<Vi aspetto di là, vi preparo la colazione in tanto> ci informò la nonna.

<Baji-san mi stai schiacciando> mi fece notare il piccolo. Mi spostai mettendo le mani al lato della sua testa, lui stava perfettamente sotto di me.

<È stato una buona mossa da parte tua mettersi sopra di me, grazie per aver compreso e star facendo di tutto per nasconderli.> Mi toccò la guancia con una mano, era calda ed aveva un tocco delicato. Mi abbassai leggermente per lasciare un bacio sulle sue labbra. A quel tocco lui sorrise, potei sentirlo grazie al contatto.

<Quando torniamo a casa ti divoro, sappilo> dissi facendoli l'occhiolino. Lui ridacchiò.
Ci alzammo entrambi e ci vestimmo, con i miei capelli potevo benissimo nascondere il segno, mi misi il cappuccio così che il tutto era ancora più nascosto. Mentre sul succhiotto di Chifuyu abbiamo messo il mio fondotinta, come ieri.

<Finalmente vi siete alzati! Vi sono venuta a chiamare anche alle 9 ma mi avete schifato, a che ora siete andati a letto?> Chiese la signora poggiando due ciotole di riso davanti a noi.

<Abbastanza tardi> rispose il biondino con la voce impastata nel sonno.

<Tra due ore avete l'autobus per tornare a casa, andate a fare un giro poi tornate qua> facemmo un giro veloce per Yamato, Chifuyu andò da alcuni suoi vecchi amici, mi fece vedere la scuola materna in cui era andato e anche la scuola elementare.
Dopo essere tornati dai suoi nonni prendemmo gli zaini e arrivammo in fermata, salendo sul bus.

<Baji-san, oggi non sarebbe meglio che tu stia con tua madre? Siamo sempre insieme, la trascuri, in più quando sei a casa io sono sempre presente, magari tua madre vuole stare un po' con te> Disse Chifuyu, prendendomi la mano e giocando con uno dei miei anelli.

<Forse hai ragione.. non so nemmeno se è a casa, ora mi sento in colpa> abbassai lo sguardo, aveva ragione passavo tutto il giorno con Chifuyu, tutti i giorni. Presi il telefono chiamando mia madre, per sapere se era a casa.

Pronto? Baji?

Ciao mamma, sei a casa?

oh, no perché?

Torni sta sera?

Si certo

Possiamo passarla insieme?

certo

Poi chiusi la chiamata, preparerò la cena per mia madre.
Tornati a casa Chifuyu andò nel suo appartamento e io mi diressi a casa mia.
Cominciai a preparare la cena. In tavola servì del riso bianco cotto al vapore, accompagnata da della zuppa di miso. Preparai il kara-age, del semplice pollo fritto accostato a delle verdure in tempura. Non so se sia buono o meno ma io ci ho provato.
Sentì la porta aprirsi, mi sposti per vedere il volto di mia madre scioccato, era scioccata per tutti il cibo che gli avevo preparato.

<Sorpresa!> urlai.
Passammo la serata a mangiare insieme, come facevamo una volta, mia madre ha sempre il sorriso stampato sul viso ma sono sicuro che stia soffrendo, perché non crede di fare abbastanza per me, anche se io la rassicuro sempre lei continua a sostenere ciò.

<Vedo che ieri tu e quel piccoletto vi siete divertiti> fece cenno sul mio succhiotto, lo toccai ripensando a ieri.

<Già, ed è stato fantastico> Accennai un sorriso.

<È bello vederti sorridere> Disse. Guardai mia madre.

<Sorriderò se sorriderai anche tu, ma un sorriso vero e non come i tuoi soliti> mi guardò sconvolta, poi, finalmente, sorrise, facendo scappare qualche lacrima.

<Affare fatto> disse.

Cᴏᴍᴘᴀɢɴɪ ᴅɪ ɢᴜᴀɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora