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𝗕𝗮𝗷𝗶 𝗽𝗼𝘃

Dopo quella serata rimasi a sistemare il casino che avevamo lasciato nella struttura abbandonata.

Ero rimasto insieme a Chifuyu, per tutto il tempo mi ha raccontato cosa aveva fatto quel pomeriggio, mi aveva raccontato dei dolcetti e di quando stava giocando con Peke J, il suo gattino nero.

Mentre io sono rimasto lì, ad osservarlo tutto il tempo, mentre lo ascoltavo, mentre sorrideva e ridacchiava ripensando alla giornata passata.

Ora come ora mi trovo a fissare lo specchio, davanti aveva il barattolo di gel che usavo spesso per tirarmi indietro i capelli.

Nulla mi fermava nel farmi quegli stupidi capelli, ma la promessa fatta al biondo mi risuonava nelle orecchie.

Questa mattina sto pensando troppo a lui, ma mi viene quasi spontaneo.

Non capisco cosa mi sia preso, fa così strano.

Mia madre mi risvegliò dai miei pensieri facendomi fare colazione, lei non mi aveva detto più nulla riguardo alla "forca" fatta ieri.

Dopo poco scesi le scale, non me la sentii di fermarmi da Chifuyu, se poi li do fastidio? Se ancora non è pronto? E se stesse male!?

No, no, no, non ho tutto questo coraggio.

Mi incamminai verso scuola, non era troppo freddo, ma neanche caldo, anche se adoro il freddo, poter mettere le felpe e i pantaloni più grandi di me, e poter non legare i capelli; che tanto non mi riesce.

<Baji!> sentii chiamare il mio nome, il ragazzo si affiancò a me, aveva in mano un biscotto con il cioccolato e la bocca sporca da un po' di cappuccino.

<Chifuyu, ti sei fatto crescere i baffi?> sorrise, imbarazzato passò immediatamente il braccio sulla bocca, togliendo quel poco di schiuma.

<No... Ero solo andato a fare colazione con la mia migliore amica... Poteva avvertirmi...> aveva lo sguardo rivolto verso il pavimento, con la luce mattutina i suoi occhi sembravano del vetro appena fabbricato, con ancora le gocce di colore non omogenee.

Penso di non aver mai visto una cosa del genere.

<Mh, vuoi un po'?> mi porse il biscotto.

<Oh no, non ti preoccupare, ho appena fatto colazione, grazie comunque> fece le spallucce per poi finire il biscotto.

Entrammo a scuola, lui mi lasciò alle scale per andare al piano di sopra, io invece proseguì fino al fondo del corridoio.

Incontrai il professore di scienze poco prima di entrare in classe, mi diede il compito di andare in laboratorio e prendere degli strumenti.

Mi scocciava perché il laboratorio, come tutti gli altri laboratori, era al piano superiore, però almeno saltavo un po' di lezione.

Bussai per cortesia, anche se dentro di me non facevo altro che sperare di non trovare una classe al suo interno.

Mio malgrado rispose una professoressa, bene avrai tutti gli occhi puntati addosso.

<Uh- salv- buong- mmh.. dovrei prendere delle ampolle per il professore, disturbo?> la mia voce spezzava qualsiasi parola emettessi dalla mia bocca.

<Oh no! Tranquillo prendi pure quello che devi prendere; torniamo a noi...> Mi invitò la professoressa, entrai nella classe chiudendo la porta dietro di me.

Andai in fondo all'aula, aprì l'armadietto e presi il materiale, oltre alle quattro ampolle.

C'era un problema, ho solo due mani, già con quattro ampolle faccio fatica a portare tutto.

Cᴏᴍᴘᴀɢɴɪ ᴅɪ ɢᴜᴀɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora