Mi Dispiace.

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Successe tutto così velocente, Yoongi si liberó dalla stretta di Eunwoon, colpendolo dritto sul labbro con un pugno.
Jimin lo spinse via velocemente. Guardandolo dritto negli occhi, mentre Eunwoo si massaggiava il labbro.

-Che cazzo ti prende?-

Yoongi, si sistemó la divisa, evitando lo sguardo di Jimin.
Se solo il ragazzo nuovo non si fosse messo in mezzo. Tutto questo casino non sarebbe successo.

-Avrebbe dovuto farsi gli affari suoi-

Quando si allontanó, Jimin si voltó a guardare Eunwoo.
Era davvero dispiaciuto per quello che era successo.
Gli afferró la mano, portandolo verso la scuola.
L'infermeria era aperta a quell'ora e lo condusse li.
Lo fece sedere sul lettino. Cercando del ghiaccio.
Quando lo trovó lo passó al ragazzo, sedendosi sulla sedia di fronte a lui.

-Smettila di incolparti. La gelosia di Yoongi nei tuoi confronti non è colpa tua, tutta questa storia non è colpa tua-

Jimin afferró il telefono ascoltando le parole di Eunwoo.
Tae gli aveva scritto ancora quanto fosse preoccupato per lui e tutta quella situazione a scuola.
Se le cose fossero continuate, sicuro suo padre sarebbe intervenuto e quella era l'ultima cosa che Jimin voleva.
Si alzó dalla sedia, guardando Eunwoo che stringeva il sacchetto del ghiaccio.

-devo fare qualcosa prima che le cose si mettano male davvero-

Eunwoo poteva dire poco, voleva che Jimin fosse libero di fare quello che si sentiva di fare.
Lo guardó uscire dall'infermeria.

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Quando Jimin lasció Eunwoo, nascose il telefono in tasca, il padre di Yoongi non ammetteva apparecchi elettronici a scuola, soprattutto nel suo ufficio.
Quando Jimin ragginse la porta, fece un lungo respiro prima di bussare.
Quando una voce al suo interno gli permise di entrare lo fece.
Il preside se ne stava chino su dei fogli, intento ad esaminarli, senza prestare molta attenzione a Jimin che richiuse la porta alle sue spalle.

-Signor preside, avrei bisogno di parlare con lei!-

Gli occhi del papà di Yoongi si sollevarono finalmente dai fogli riverso sul tavolo.
Osservando la figura di Jimin di fronte a se.

-Tu sei?-

Jimin si inchinó appena, in segno di rispetto per il maggiore.

-Sono, Jimin. Park Jimin. Il ragazzo di cui la scuola parla da stamattina-

Il preside gli indicó la sedia e Jimin si sedette di fronte a lui.
Aspettando che parlasse. Yoongi aveva detto che il preside voleva parlare con lui e perchè non farlo adesso? cosa sarebbe mai potuto succedere?

-So che è stato mio figlio a mettere in giro queste assurde voci a scuola. Ma so anche che se l'ha fatto è perchè qualcuno l'ha ferito.
Cosa puoi dirmi riguardo le voci?-

Jimin si soffermó ad osservare la foto che il preside teneva sulla scrivania. Yoongi doveva avere circa 9 anni.
Sorrise davanti a quella foto, già allora dimostrava la sua voglia di evadere.

-So che per quanto suo figlio sia stato ferito. Certe voci non dovrebbero essere sparse.
Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato a tanto-

Il preside annuì alle parole di Jimin. Appoggió le braccia alla scrivania e guardó il ragazzo dritto negli occhi.

-Quanto sono vere quelle voci Jimin?
Voglio dire, sappiamo entrambi che Yoongi è sempre stato una persona difficile e che spesso alcune cose che fa, vengono fatte per ferire me.
Ma viene da una famiglia importante, con un nome importante.
Non voglio che passo il messaggio che a mio figlio piacciono questo tipo di cose-

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