Gita 5

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Le parole di Jimin fecero fremere Yoongi.
Sarebbe stato molto difficile per lui riuscire a trattenersi quando le labbra morbide di Jimin stavano giá iniziando a torturare il suo collo, con baci dolci e delicati. Mordicchiandolo piano. Stava già iniziando a stuzzicarlo in modo pesande, sapendo bene dove puntare per farlo impazzire all'istante. Si allontanò appena per guardarlo negli occhi. Notando la smorfia delusa sul suo volto.

-Vuoi davvero che la gente possa vederci perdere il controllo qui dentro?-

Yoongi indicò il locale, sorridendo per il modo in cui Jimin si guardò attorno sbuffando. Gli si avvicinò piano, appoggiando la mano sul cavallo dei jeans sentendolo trattenere il respiro. Facendolo sorridere ancora di più.

-Se lo vuoi, dovrai essere bravo e trattenere tutti quei meravigliosi gemiti. Non sono preparato per condividerli con gente sconosciuta.-

Jimin si voltò a guardarlo, alzando un sopracciglio e spingendo appena il bacino verso la sua mano, per quanto poteva resistere, non era un modo per vedere chi dei due cedeva prima? o si stava tirando indietro?

-Che c'è Min, ti arrendi? hai paura di scoprire che sono più bravo di te nel stuzzicarti? dov'è la tua spavalderia? l'hai persa qui in gita?-

Yoongi lo osservò per un lungo istante, cercando di capire a quale domanda rispondere per prima.
Arrendersi non era una parola che conosceva. Sapeva quanto potesse essere spaventosa l'idea di affrontare le conseguenze una volta tornati, ma sapeva anche che cosa voleva e in quel momento desiderava solo avere Jimin per se.
L'averlo visto infrangere le regole, affrontare suo padre, entrare nella sua stanza e fronteggiare uno che diceva di essere il suo migliore amico, lo aveva eccitato e non poco.
La stretta che usó sul cavallo dei jeans di Jimin fece fremere l'altro.
Sorrise nel vederlo appoggiarsi comodamente contro il divano e portare la testa all'indietro, strinse il suo polso, un gesto istintivo.

-Hai paura che possa farti gemere così forte in questo locale Park? lascia il mio polso!-

Jimin si voltó a guardarlo, quasi implorante di non muovere la mano, per quanto fosse eccitante l'idea di vederlo perdere il controllo in quel posto, Yoongi era geloso di qualsiasi suono che avrebbe potuto lasciare le labbra di Jimin.
Degli occhi di qualche sconosciuto che si perdeva a guardarlo. Solo l'idea gli dava la nausea.

-Alziti. Usciamo di qui!-

Jimin sbattè le palpebre più di una volta quando Yoongi lasció la presa su di lui. Notando come si alzó nervosamente dal divano, ma sorridendo nel vedere la mezza erezione farsi strana contro i suoi jeans.

-Riesci a camminare?-

Yoongi alzó gli occhi al cielo, afferrando Jimin per mano e facendolo alzare, avviandosi verso la porta d'ingresso. La cameriera che li aveva serviti poco prima si paró davanti a Yoongi, bloccandoli dall'uscire.

-Andate già via?-

Jimin notó la nota di disappunto nella voce di Yoongi quando rispose. Il conto per le cose bevute l'aveva appena pagato, ora perchè gli stava evitando di passare?
La stretta di Jimin sul suo polso si serró maggiormente, facendolo rilassare e voltare appena, prima che prendesse lui parola.

-Abbiamo una cosa molto urgente da risolvere. Siamo qui con la scuola e tra meno di 2 ore abbiamo un coprifuoco assurdo.
Il locale è bellissimo e sono certo che ci ritorneremo, prima o poi-

Yoongi sbuffó, quel posto era così affollato come la sua mente in quel momento, che dubitava ci sarebbe mai tornato con Jimin, gita o meno, non avrebbe di certo messo piede in un luogo dove qualcuno si sarebbe beato della voce di Jimin in certe situazioni.
Situazioni troppo intime che voleva tenere per se.

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