Matrimonio.

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Jimin gettó la cravatta a terra, era davvero esausto al pensiero di dover fingere di stare bene di fronte a tutte quelle persone.
Persone che si sarebbero presentate a quel matrimonio solo per convenienza.
Yoongi raccolse la cravatta da terra, portandosi alle spalle di Jimin. Afferrandone i fianchi e stringendoli appena.

-Che succede?-

Jimin si voltó a guardarlo sospirando quando Yoongi lo aiutó con la cravatta.
Il ragazzo di fronte a se sembrava così tranquillo.
Eppure a quella festa ci sarebbe stato anche suo padre.
Era forse la prima volta che si sentiva nervoso a quell'idea.

-Tutto questo è assurdo. Il solo pensiero di dover fingere a quel matrimonio, mi salgono i brividi. Per cosa poi? vederlo felice dopo tutto quello che ha fatto e che continua a fare?-

Yoongi finì di fargli il nodo e lo guardó negli occhi.
Alcune volte anche solo lo sguardo poteva dire tanto.
Sapeva come si sentiva Jimin ed era comprensibile che non fosse pronto per quel matrimonio.

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L'orario della cerimonia era alle 10:30 tutto si sarebbe svolto in chiesa e subito dopo sarebbero corsi verso il luogo dove il pranzo veniva servito.
Fosse stato di sera, Jimin sarebbe stato più calmo e tranquillo.
Ma di giorno, in mezzo a tutta quella gente che giá aveva affollato la chiesa, gli stava dando davvero fastidio.
La mano di Yoongi si strinse sopra la sua. Lo stava guardando quando si voltó verso di lui.

-Devi solo fingere Jimin, so quanto questo faccia male o quanto ti spaventi.
Ma finito tutto, sarai felice di essere stato presente a questo matrimonio.
Magari servirà ad entrambi per lasciare il passato alle spalle-

Per quanto le parole di Yoongi erano confortanti. Il nervosismo che stava provano non sembrava passare.
Scesi dall'auto, una zia che forse Jimin aveva visto due volte in vita sua, gli si avvicinó abbracciandolo così forte, da lasciarlo quasi senza respiro.

-Ma guarda un pó qui. Mio nipote è cresciuto tanto. Da quanto non ti vedo?-

Yoongi colpì appena la mano di Jimin, incitandolo a parlare.

-Avevo 7 anni quando ci siamo visti l'ultima volta. Poi che fine hai fatto?-

Yoongi si voltó verso Jimin mentre la zia gli dava le spalle.
Era evidente che non sarebbe andato tutto liscio come l'olio.
Doveva trovare il modo di tenere Jimin calmo.
Non voleva che creasse alcun problema.
Gli afferró la mano, allontanandolo piano e facendolo sedere al tavolo dove avevano scritto i loro nomi.
Per quanto Jimin facesse parte di quella famiglia, a Yoongi gli si strinse il cuore nel vedere che era stato messo al tavolo con gli ospiti e non accanto a suo padre.
Lo guardó afferrare un bicchiere di Champagne e alzarsi in piedi, picchiettando piano il la forchetta su di esso, attirando l'attenzione su di se.
Il mormorio generale si fermó e tutti si voltarono a guardarlo.
Anche suo padre era seduto e fermo, intento a guardare suo figlio, mentre stringeva la mano a sua moglie.

-Volevo fare un brindisi. Di solito non parlo molto e molti di voi forse neanche mi conoscono, ma visto che sono stato invitato a questo matrimonio perchè sono suo figlio, mi sento in dovere di dire qualcosa.
Sono passati anni da quando ho visto mio padre in compagnia di una donna. L'unica donna che ho sempre visto era mia madre, comprendo che sia giusto andare avanti e rifarsi una vita. Ammetto anche che pensavo facesse più male questa vista, ma voglio fare un brindisi agli sposini, quindi in alto i calici.-

Yoongi osservó il modo calmo in cui aveva pronunciato quelle parole, mentre spostava lo sguardo verso un Tae preoccupato, che stringeva forte la mano di Jungkook.
Tornó poi a guardare Jimin e a vederlo sedersi accanto a lui e bere il contenuto del bicchiere in poco tempo, senza dire una parola, mentre il mormorio in sala continuava.

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