Amicizia.

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Quando Yoongi uscì dal bagno, Jimin si era cambiato.
Indossava un camicia nera e un paio di jeans blu strappati alle ginocchia.
I capelli scuri a coprire gli occhi. Per Yoongi era impossibile in quel momento capire cosa gli passasse per la testa e questa cosa lo stava mettendo di pessimo umore.
Jimin gli si avvicinó, indicando con gli occhi il letto e Yoon abbassó lo sguardo, notando dei vestiti.
Li afferró indossandoli, prima di prendere Jimin per i fianchi e tirarlo verso di se, quel gesto fece tremare appena Jimin, che distolse lo sguardo.
Yoon se ne accorse e lo costrinse a guardarlo negli occhi.

-Che fai? mi eviti?-

Jimin scosse la testa, tornando a guardarlo dritto negli occhi. Non lo stava evitando. L'alcool in circolo si faceva sentire e le parole del padre di Yoongi continuavano a girargli in testa.
Si sentiva male al pensiero che l'umore di Yoongi dipendesse anche dalle sue azioni in quel momento.
Si sentiva responsabile e quasi alla pari di suo padre per renderlo triste e cupo in quel momento, come poteva guardare il ragazzo della quale si stava innamorando e dirgli apertamente che suo padre l'aveva minacciato ancora per avere il suo aiuto?

-Jimin mi stai ascoltando?-

Quei pensieri avevano affollato la sua mente per tutto il giorno, aveva finito per bere e di questo non ne andava fiero.
Guardó Yoongi nuovamente, sforzandosi di sorridere e gli indicó la porta.

-dovremmo andare adesso, Taehyung e gli altro ci stanno aspettando. Pensiamo solo a divertirci!-

Yoongi lo guardó sciogliere l'abbraccio e dirigersi alla porta, aprendola piano.
Decise di non indagare oltre, se avesse insistito avrebbe finito per farlo chiudere ancora di più.
Jimin richiuse la porta alle loro spalle, infilando la chiave in tasca e seguendo Yoongi fuori dal palazzo.
Arrivati alla macchina Jimin salì sul posto del passeggero, rilassandosi contro il sedile.
Quando Yoongi salì in auto e l'accese, Jimin fece scendere un pó il finestrino, l'aria fredda lo aiutava.
La mano di Yoongi scese a stringere quella di Jimin che si voltó a guardarlo.

-Non ignorarmi Jimin. So che è successo qualcosa e so anche che fatichi molto a parlarne.
Ma se questa cosa ti rovina l'umore devi parlarne!-

Jimin distolse lo sguardo, afferrando il telefono e leggendo il messaggio che Taehyung gli aveva inviato.
Si voltó verso Yoongi quando il ragazzo gli afferró il telefono, Jimin si sporse per afferrarlo, trovandosi faccia a faccia con lui.

-Lo vuoi? prendilo. Oppure inizia a parlare Park. Questo tuo silenzio è snervante!-

Jimin guardó le labbra di Yoongi e poi gli occhi.

-Tuo padre è stato a casa mia. Felice? è staro lui a farmi questo!-

Jimin si abbassó la manica indicando il polso, prima di tornare ad appoggiarsi al sedile, incrociando le braccia al petto.

-Che ti ha detto? e perchè cazzo l'hai lasciato entrare?-

Jimin si voltó a guardarlo in modo serio, puntandogli un dito contro.

-Che avrei dovuto fare? sbattergli la porta in faccia? dirgli di andarsene? complicare già la situazione? Non pensi che sia già complicato abbastanza?-

Yoongi lo guardó, era evidente quanto fosse arrabbiato Jimin, da quando avevano iniziato ad uscire suo padre non aveva fatto altro che prenderlo di mira.
Jimin gli indicó la strada. Era evidente che non voleva tornare sull'argomento. Ma cosa aveva detto suo padre per far arrabbiare così tanto Jimin da esplodere in quel modo con lui.

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Una volta raggiunto il locale, Jimin scese senza dare il tempo a Yoongi di poter dire qualcosa.
Spense l'auto e lo guardó andare verso Taehyung.
Scese svelto indossando la giacca di pelle nera e raggiungendo gli altri.
Avrebbe lasciato il tempo a Jimin di sbollire e di riprendersi.
Lo sguardo che gli lanció Taehyung era inequivocabile.
Lo raggiunse afferrandolo per il braccio, mentre Jungkook affiancava Jimin e lo portava verso i divanetti dove si sedette.

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