Punizione

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Tornati nell'appartamento, Jimin aprì la porta, lasciando entrare prima Yoongi.
Si liberó del maglione.
In quel momento aveva solo tanto caldo e voleva farsi una lunga doccia rilassante.
Per quanto avesse voluto dire molto di più, si era limitato a dire il necessario.
Guardó Yoongi fermo al centro della stanza, prima di spostarsi verso la cucina e aprire il frigo bar, prendendo una birra in lattina e aprendola.
Nella stanza si udì solo il "click" della linguetta.
Era davvero silenzioso. Jimin capiva la paura che lo avvolgeva e sapeva quanto fosse difficile andare contro al proprio padre.
Ma alcune volte, nella vita. Bisognava trovare il coraggio di dire basta.
Yoongi quel coraggio non l'aveva ancora trovato.
Lo aveva affrontato, ma non si era lasciato andare del tutto.

-Ti salirà il mal di testa!-

Le parole di Yoongi gli fecero alzare gli occhi ad incontrare i suoi, così scuri e profondi.

-Uhm?-

Yoongi sorseggió la birra, avvicinandosi piano a Jimin e sollevandogli il mento per poterlo guardare dritto negli occhi.

-Pensare troppo, ti salirà il mal di testa. La serata è andata. Non mi aspettavo certo che te ne saresti rimasto fermo a guardare!-

Jimin alzó le spalle, afferrando la latina dalle mani del ragazzo e portandola alle labbra, sorseggiandone un pó, prima di parlare.

-Penso che neanche tuo padre si aspettasse che rimanessi fermo e zitto a guardare.
Ha solo detto cazzate.
Quello che non capisco è cosa pensi tu!-

Yoongi lo guardó, sorpassandolo per raggiungere la camera da letto, seguito da Jimin.
Lo guardó lasciarsi ricare sul letto con le braccia sopra la testa.

-Importa davvero quello che penso io?-

Jimin salì sul letto, portandosi a cavalcioni su di lui, fu in quel momento che Yoongi lo guardó, rimanendo fermo, senza toccarlo.

-Ti ha sminuito. Ha avuto il coraggio di mettere bocca sulla tua sessualità.
Ha usato la frase "questo ragazzo" ha detto che è falsa la voce su di noi.
Ha sminuito quello che proviamo, quello che tu provi.
Cosa provi davvero Yoongi? Se non provi niente, se dai ragione a tuo padre, perchè sei qui?-

Yoongi si portó a sedere, portando le braccia ad avvolgere il bacino di Jimin, guardandolo dritto negli occhi e sospirando piano.

-Sono qui perchè un ragazzino masochista e pazzo ha avuto le palle di affrontare mio padre e perchè ho perso la testa per lui!-

Jimin rimase a bocca aperta, guardando Yoongi e spostando lo sguardo imbarazzato.

-Chiunque troverebbe il coraggio di affrontare tuo padre!-

Yoongi scosse la testa, avvicinando Jimin a se stesso e respirandone il profumo dolce.

-le cose che per te sono ovvie, per molte persone non lo sono.
Molto miei amici non hanno avuto il coraggio di fare o dire quello che hai fatto tu.
Essere espulso per nulla, prendersi un colpo per evitare che lo prendessi io.
Parlare a quella cena di fronte a tutte quelle persone.
Non avere paura delle conseguenze di queste azioni.
Sono queste le cose che ti rendono speciale e unico.
Non pensare che quello fai tu lo farebbe chiunque.
So di essere stato codardo e di averti messo in situazioni spesso poco simpatiche, ma sono cresciuto così, non riesco a cambiare!-

Jimin afferró il viso di Yoongi con le mani, obbligandolo a guardarlo.

-Ti stai incolpando di cose senza senso. Non è colpa tua se tuo padre è pazzo.
Sono stato espulso per quelle voci e allora? io sono qui Yoongi.
Non conosco tuo padre e sinceramente non me ne frega un cazzo del volerlo conoscere.
Quello che mi spaventa è quello che provi tu ogni volta che lui è nei paraggi.
Devi liberarti di tutto questo.
Io sono qui!-

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