Fue una pesadilla

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Sergio si trovava nell'hangar vicino alla Zecca di Stato dove si nascondeva, aspettando che tutti i componenti della banda uscissero e fossero in salvo. Mancavano solo Berlino, Nairobi e Helsinki.

Arrivarono Nairobi e Helsinki. Il Professore li guardò, prese tra le mani il viso di Nairobi. "Ce l'avete fatta. Ce l'avete fatta. - sorrise, Helsinki e Nairobi lo guardarono, date le espressioni soprattutto quella di Nairobi si fermò a guardarli - Dov'è Berlino?" "È rimasto dentro." Sergio guardò nel tunnel "Come è rimasto dentro?" "Sono arrivati i reparti speciali, ha deciso di coprire il tunnel." intervenne Helsinki "Ci ha salvato vita." Il Professore prese l'auricolare "Andrés? - sentì di sottofondo dei colpi d'arma da fuoco - Andrés?" "Professore!... In questo momento sarei un po' occupato." "Entra nel tunnel." "Negativo." il Professore insistette "Andrés... facciamo saltare il tunnel, devi uscire da lì." "Ce li ho addosso, è tardi... Andate, andate via." "Non me ne andrò senza di te, lo sai?" il Professore continuava a sentire gli spari "La decadenza non è fatta per me. Tu mi ci vedi con la bava alla bocca o alle prese con problemi di incontinenza? No... per quello ci vuole coraggio, meglio questo!" "Esci, per favore." "Sergio! Non rompere. Mi hai promesso che saresti andato via se le cose fossero andate male e sono andate male. - era rimasto l'auricolare anche ad Helsinki e a Nairobi, Berlino continuò - Helsinki, fa saltare il tunnel." il Professore si girò prontamente verso Helsinki guardandolo "No! Fermo." Berlino riprese "Helsinki, è un ordine soldato, fa saltare il tunnel!" Sergio gli si buttò addosso per fermarlo "No, fermo, no." "Helsinki, è un ordine soldato, fa saltare il tunnel!" il Professore, tra le braccia di Helsinki continuava a dimenarsi per raggiungere Berlino e farlo uscire "No, non te lo lascerò fare!" "Ti voglio bene, fratellino, non dimenticarlo." Helsinki lo tenne tra le braccia per fermarlo "Professore, devo farlo." "Non puoi farlo Helsinki. Andrés! Andrés, ti prego!" "Ho passato la vita facendo un po' il figlio di puttana, ma oggi... credo di voler morire con dignità." il Professore urlò tra le braccia di Helsinki "No!"

L'urlo svegliò Raquel che cercò di svegliarlo "Sergio... Sergio...". Il Professore si svegliò di soprassalto sedendosi sul letto, tutto sudato con il respiro affannoso. Raquel si sedette di fianco a lui, lo guardò accarezzandogli il viso "Amore, era un incubo. - continuò ad accarezzarlo, cercando di calmarlo, Sergio cercò di parlare ma lei gli fece cenno di non dire nulla - Shh, respira, calmo... riprendi fiato" continuò ad accarezzargli il viso. Il Professore tornò a sdraiarsi. Raquel si sdraiò di fianco a lui accarezzandogli il viso con dolcezza. "È stato il solito incubo?" Sergio annuì, si fiondò tra le braccia di Raquel che se lo appoggiò al petto, gli diede qualche bacio sulla fronte accarezzandogli la guancia. Piano piano si calmò, tornò con una respirazione pressoché normale "Berlino." "Lo so, amore, lo so. Calmati. - continuò ad accarezzarlo - Ti vado a preparare una camomilla?" "No, ti spiace se vado a prendere una boccata d'aria?" "No, certo che no." Lo lasciò, Sergio si alzò, si mise gli occhiali e andò verso il mare, si fermò lì a guardarlo e a pensare. Raquel si rimise giù cercando di dormire, sapeva che sarebbe rimasto lì tutto il resto della notte. Dopo un po' decise di raggiungerlo, lo abbracciò da dietro mettendogli le mani sul petto nudo, lui mise le mani sopra quelle della compagna che gli appoggiò il viso sulla schiena. Restarono lì, in silenzio, per una mezz'ora.

"Tesoro?" "Dimmi." "Torniamo dentro e andiamo a letto? C'è ancora un po' di tempo per iniziare la giornata." annuì e rientrarono. Raquel si stese e lo guardò, Sergio si tolse gli occhiali e si stese di fianco a lei, le ricambiò lo sguardo, si avvicinò a lei e le diede un bacio, lei glielo ricambiò accarezzandogli il viso. "Scusami." "E di cosa?" "Di averti svegliato, l'ennesima volta, nel cuore della notte, spaventandoti." Raquel scosse la testa "Non preoccuparti. - gli diede un bacio, lui le accarezzò il fianco - Mi importa solo che tu stia bene... e se per aiutarti a star bene devo svegliarmi nel cuore della notte e spaventarmi, lo farò fino a quando sarà necessario." "E se non finisse mai?" "Finirà, sono passati solo due anni, la ferita è ancora aperta, piano piano si ricucirà" gli accarezzò il viso.

Sentirono bussare alla porta "Sì?" Paula si affacciò "Cosa è successo? Ho sentito un urlo e poi del movimento, mi sono spaventata." Sergio la guardò con un mezzo sorriso, Raquel le allungò il braccio "Vieni, amore." Paula si fiondò sul letto con loro, si mise sotto il lenzuolo, la mamma la tranquillizzò "Non è successo nulla, tranquilla. Va tutto bene." lui fece un mezzo sorriso, la bambina lo guardò capendo che c'era qualcosa che non andava "Sergio?" "Dimmi..." "Cosa c'è?" sentendo la dolcezza con cui si stava rivolgendo, trattenne le lacrime "Niente, tutto bene. Ha ragione la mamma." cercò di sorridere. Paula si voltò per guardare Raquel che le accarezzò la guancia. "Panino?" lei buttò un occhio al compagno e annuì "Dai." sorrise, Paula lo abbracciò, Raquel si aggiunse cercando di raggiungere lui con le braccia senza schiacciare la bambina. Rimasero così abbracciati fino a quando Paula non si addormentò tra le braccia di Sergio. Lui guardò la mamma "La porto a letto o la teniamo qui con noi stanotte?" "Teniamola un altro po' qui..." Sergio diede un bacio sulla fronte a Paula, Raquel lo vide e sorrise.

Non era uno che si sbilanciava con questi gesti di affetto, ad eccezione di Raquel ovviamente. Come la mamma, anche Paula lo stava cambiando, con la sua dolcezza, la sua allegria e la curiosità di bambina di 10 anni di conoscere il mondo. I primi tempi per la piccola non erano stati semplici. Nonostante il comportamento del padre nei confronti della madre, era comunque suo papà e ogni tanto ne sentiva la mancanza, anche se a Raquel non l'aveva mai detto per non farglielo pesare. Poi ha cominciato a conoscere il tipo strano con gli occhiali, come l'aveva definito con Raquel. In seguito ha capito che il tipo strano con gli occhiali era davvero un supereroe, come Superman e Clark Kent, ed era diventato il suo preferito. Capiva che le voleva bene, come lei ne voleva a lui. E la cosa più importante di tutte, amava sua mamma.

Sergio portò Paula a letto, la coprì con il lenzuolo e le diede un bacio sulla fronte. Tornò a letto, Raquel lo stava aspettando sveglia. Si mise a letto e la prese tra le braccia. Le accarezzò la schiena, lei gli accarezzò il viso, la baciò lentamente, con dolcezza. Raquel rispose al bacio continuando ad accarezzargli la guancia, scese con le mani sul petto, glielo accarezzò. Lui sentì un brivido lungo la schiena, le andò sopra continuando a baciarla, Raquel lo interruppe "Ehi..." sorrise "Ho bisogno di stare con te, Raquel." "Sono qui, accanto a te. Non me ne vado."

Guardarlo negli occhi, le bastò per capire che non aveva bisogno di sesso ma di amore, non le chiedeva altro. Quell'amore che solo lei sapeva dargli. Lo baciò lentamente accarezzandogli la guancia, lui le palpò i glutei per poi salire con le mani per alzarle la camicia da notte e togliergliela. Lo assecondò per farsela togliere continuando a baciarlo e staccandosi solo per il tempo necessario a far passare l'indumento dalla testa, riprese a baciarlo. Non avendo il reggiseno, Sergio cominciò a palparle il seno, Raquel si accorse dell'erezione che cominciava a pulsare, gli tirò giù i pantaloni e i boxer. Lui fece lo stesso con lei togliendole il tanga e finì di togliersi i suoi vestiti. Tornò sopra di lei, Raquel gli prese il pene in mano cominciando a masturbarlo, lui fece lo stesso inserendole due dita nella vagina andando a toccarle il clitoride. Cominciarono ad ansimare senza smettere comunque di baciarsi. Ad un certo punto, si sentì sufficientemente lubrificata e voleva sentirlo di più "Entra..." "Sicura? Non è presto?" "Sicurissima." lo direzionò per farlo entrare e lo accompagnò. Scappò ad entrambi un gemito. Sergio iniziò con delle spinte lente e profonde, Raquel lo assecondò muovendosi sotto di lui. Si goderono ogni attimo di quei movimenti, pieni di passione e pieni di amore inspiegabile che solo loro sapevano darsi. Lui cominciò a muoversi più velocemente, scapparono dei gemiti che misero a tacere subito con dei baci lunghi, in cui le lingue si intrecciavano. Continuarono con i movimenti del bacino, a volte profondi, altre volte meno, aumentando la velocità. Dopo un po' raggiunsero l'orgasmo insieme.

Si misero uno di fianco all'altra, si guardarono riprendendo fiato, poi Raquel si girò verso di lui, gli andò ad accarezzare il petto. "Va meglio?" "Ora sì." sorrisero.

Nel frattempo si era fatta l'alba, erano le 4.30. Ancora troppo presto per alzarsi e iniziare la giornata. Dopo poco Sergio si riaddormentò, lei si fermò a guardarlo accarezzandogli la guancia restando tra le sue braccia.

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