Chiusero la conversazione dando modo a Sergio e agli altri di andare, arrivò Palermo nella stanza "Allora?" Raquel lo guardò "C'è qualche possibilità, il Professore si è messo in moto." "Io vado di là." "Grazie Rio." si sorrisero, Palermo e Raquel si guardarono, la vide molto provata "Come stai?" sospirò "Stanca... tu?" "Stanco... speriamo che riesca a trovare tutto." Raquel si sedette dato un giramento di testa e nausea "Che hai?" le si avvicinò "No, nulla... Solo un giramento di testa e un po' di nausea. Quando sono sotto tensione e finisce l'adrenalina, me lo fa. E direi che, da queste parti, la tensione non manca. In più ho litigato anche con Sergio poco fa..." "Non vi fate mancare nulla, proprio." sorrise "In effetti... senti, vado a sciacquarmi il viso." "Va bene, io vado a vedere come sta Helsinki."
Raquel andò in bagno, si fermò, fece dei respiri profondi. Pensò al fatto che tra poco avrebbe rivisto Sergio, Paula e Marivi. Era praticamente la fine della rapina, dovevano solo aspettare che Sergio li facesse uscire, come aveva promesso. Poi si voltò verso lo specchio e sorrise guardandosi, si lavò il viso. Quando finì, sentì dei tonfi, alzò la testa e vide entrare i poliziotti delle forze speciali, puntò la pistola addosso ma lei aveva tre M16 puntati contro. Si arrese. La gioia era svanita, in un attimo. La libertà era svanita, in un attimo. Le legarono i polsi e la portarono nella hall. Durante il tragitto rivide Suaréz che la fermò mettendole una mano sulla spalla e la guardò, lei si spostò e le fecero raggiungere gli altri. Li fecero mettere in cerchio, in ginocchio, con le mani sulla testa e un fucile alla nuca.
Arrivò nella Banca Tamayo, si mise in mezzo a loro, li guardò tutti girando su sé stesso. Poi prese la radio di Raquel e si mise in contatto con il Professore "Professore, qui Colonnello Tamayo - Sergio, che era in macchina, alzò il volume - sarà sorpreso che le parli dalla radio della sua banda, ma mi spiace informarla che non è uno dei suoi trucchetti. Se vuole la prova, aspetti." Tamayo si avvicinò a Raquel, avvicinandole la radio e facendole cenno di parlare, lei gli si avvicinò, con gli occhi lucidi, per parlare "Sergio tranquillo, siamo tutti vivi - lui inchiodò e scese - ma in ginocchio. Hanno disattivato le cariche e sono entrati in maniera coordinata..." Tamayo la fermò e le tolse la radio "E se ha bisogno delle prove visive, basta che accenda il televisore, perché inizieranno a uscire diretti davanti al giudice, uno a uno, la banda al completo. Come i Rolling Stone. - rise - Quindi le consiglio di cercare il buco più oscuro e profondo che trova perché verremo a prenderla." "Non serve, Tamayo. Mi consegno. - Raquel sentendo la frase guardò immediatamente Rio e Palermo - Neanche la mia banda ha capito del tutto perché io sono fuori. Qualcuno ha pensato che fosse per vigliaccheria, se qualcosa fosse andando male... io ero fuori e loro no. Però ho promesso a me stesso che se la banda fosse caduta, sarei caduto con loro. Ha vinto lei questa partita, Tamayo. Quindi non ha senso che continuiamo ad allungare questo con la mia persecuzione o mettendo in pericolo più gente. Le chiedo... tra cavalieri, che accetti la mia resa - sentendo il compagno, gli occhi le si riempirono di lacrime e una le rigò il viso - e lasciarmi entrare nella Banca... per uscire ammanettato con i miei compagni. Posso essere lì in venti minuti, così avrà la foto completa." "Faccia in modo che siano quindici minuti e non venti."
Nel frattempo era scesa dalla macchina quasi tutta la squadra, Alicia toccò Sergio sulla schiena, lui si voltò "Cosa significa che vuoi consegnarti?" "Sì." "Cosa vuoi fare? L'eroe o il martire?" "Ascoltami. Se la banda esce dalla Banca, è finita. Sarà tutto perso. Non si torna indietro, però ora... abbiamo ancora un'opportunità. Una su un milione ma c'è un'opportunità." si mise a pensare voltandosi "Un'opportunità per cosa? - lo obbligò a voltarsi di nuovo verso di lei - Un'opportunità per cosa?" "Ho bisogno che trovi l'oro." "Cosa?" "Con Benjamín." "Come?" "Ho bisogno che trovi l'oro. Subito, adesso." (St5Ep9) Alicia non era d'accordo, aveva appena avuto una bambina, stava allattando al limite delle sue capacità ed era molto stanca. Sergio la convinse, era riuscita a trovarlo incinta di nove mesi quando neanche l'interpol c'era riuscito in anni. Alicia si fece convincere, gli porse la mano, si abbracciarono. "Si consideri fortunato, Professore. È la prima volta che abbraccio qualcuno, veramente, dopo la morte di Germán. E la più importante. È la prima volta che qualcuno mi fa ridere, veramente." "E si può sapere chi è stato?" "Beh, niente che mi lascia con Colombo - indicò Benjamín e poi si girò a guardare gli altri - E Starsky e Hutch e i loro amici." "Sono i migliori." "Sì." "Ho bisogno che tu mi faccia un ultimo favore." scrisse su un foglietto, glielo diede e, avvicinandosi all'orecchio, gli disse di darlo a Rafael, il figlio di Berlino. Si annuirono, lui guardò le auto e poi ne vide una arrivare "Non posso andare con le nostre macchine, sono connesse e geolocalizzate, però questa..." si girò verso la banda e gli disse di andare. Alicia prese il comando "Signori, andiamo..." Benjamín si fermò "Professore, quando vede mia figlia, le dica che... le dica che la amo tanto." Sergio annuì, Benjamín raggiunse Alicia e gli altri. Lui fermò l'altra macchina e dato che il proprietario l'aveva riconosciuto lo convinse a lasciargli la macchina e si avviò verso la Banca di Spagna.
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Estoy contigo
FanfictionLiberamente ispirata alla serie TV Netflix "La Casa de Papel". Ho provato ad immaginare quello che non è stato raccontato, nelle stagioni andate in onda, a Raquel e Sergio: - l'arrivo di Raquel a Palawan dopo un anno - la vita dopo la rapina a...