Pase lo que pase

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Arrivata in camera, entrò e chiuse la porta alle spalle, il Professore le parlò continuando a scrivere "Ti devo parlare del protocollo di fuga." "Togliti quel pigiama da bibliotecario, su." lui alzò la testa di scatto corrugando la fronte, lei si tolse molto lentamente l'accappatoio, lasciandolo cadere a terra, lo guardò sorridendo. Sergio si fermò un attimo a guardare la compagna vestita con un body nero col pizzo all'altezza dell'inguine e del seno e le calze collant fino alla coscia, mise via tutto quello che stava usando per scrivere il piano appoggiandolo sul letto, cominciando a sbottonarsi il pigiama "Beh sì, il protocollo può aspettare perfettamente." Raquel si avvicinò a lui fermandolo "No, no, no, no, dimmelo. Prenditelo come... una specie di... allenamento di lavoro, sotto pressione." gli aprì il pigiama facendo saltare tutti i bottoni che caddero per terra, gli sfilò la maglia, accarezzandogli le spalle e i bicipiti. Sergio si guardò il petto "Molto bene. Eh... - la guardò - punto uno: dispersione." lei si appoggiò con le mani sulle sue gambe, avvicinandosi al viso, gli sorrise, cominciò a scendere, il Professore continuò la spiegazione "In caso di essere localizzati abbiamo il doppio delle possibilità se ci separiamo e questo dovremo farlo molto velocemente." Cominciò a parlare con fatica in quanto Raquel gli aprì i pantaloni, cominciò a toccargli il pene, che stava cominciando a indurirsi data la sua sensualità, e lo prese in bocca iniziando a muoversi. Sergio, in quel momento, voleva fare tutt'altro che spiegarle il protocollo di fuga, ma mantenne le indicazioni che gli aveva dato lei, cercando di stare calmo e andando avanti con la spiegazione. Raquel smise "Molto bene il punto uno. - tornò in piedi lentamente - E il punto due." "Punto due?" Dopo un attimo di esitazione, lo incalzò "Non sto ascoltando il punto due... Professore." sorrise e iniziò a tirare giù le spalline del body, lo fece scendere lentamente. Sergio rimase a fissarla. Per lui era la donna più sexy del mondo e non riusciva a dire nulla da tanta bellezza. L'erezione cominciò a pulsare "Eh... - Raquel lasciò il body a terra - Punto due. Nello zaino di emergenza dovremo portare soldi..." "Ah ah..." cominciò a sedersi a cavalcioni sulle sue gambe "Una rete mimetica, una coperta termica - gli prese l'erezione in mano - una pistola" "Una pistola..." lui annuì "E acqua per sopravvivere un minimo di 72... - lo fece entrare dentro di lei, presero un respiro entrambi - 72 ore." Sergio le mise le mani sui fianchi e lei gliele mise sulle spalle, cominciarono a muoversi lentamente, Raquel riprese "Come si chiama il punto due? Tu dai un nome a tutto." Sergio accennò una risata "Epicentro... nella mente di tutti..." "Mmh..." "C'è un'idea ed è che, il fuggitivo fugga. Ma noi non fuggiremo. - Raquel fece di no con la testa - Noi resteremo lì... Staremo fermi - lei annuì - qualunque cosa accada... non lasceremo un raggio di 500 metri dal luogo dove siamo stati rilevati." "L'epicentro." Sergio annuì sorridendo "L'epicentro, molto bene. E saremo a pochi metri da loro e non ci vedranno, sempre e quando ci nasconderemo nei primi quattro minuti." aumentarono di poco la velocità dei movimenti "Come ci nasconderemo?" "A sette o otto metri da terra, in cima agli alberi. Useremo la stessa tecnica di occultamento dei cecchini, mimetizzazione perfetta." Raquel non riuscì più a resistere, gli mise una mano davanti alla bocca "È finita la lezione." gli tolse gli occhiali buttandoli sul letto, cominciarono a muoversi più velocemente, iniziarono ad ansimare. Sergio le mise le mani dietro la schiena e Raquel gliele mise dietro la nuca, aumentarono ancora la rapidità e ansimarono di più. Lui le mise la faccia nel collo. Andarono avanti finché non arrivarono insieme all'orgasmo gemendo. Si fermarono abbracciati per riprendere una respirazione pressoché normale.

Una volta tornati alla respirazione regolare, Raquel lasciò accappatoio e body per terra, si tolse le calze e si andò a sdraiare mettendosi sotto il lenzuolo, Sergio mise le carte con la biro sul tavolino e gli occhiali sul comodino. Si andò a sdraiare con lei. Dopo poco lo guardò "E come usciremo dall'epicentro?" girò il viso verso di lei "Con il piano Hamelín." si sorrisero, Raquel si mise sul fianco e gli mise l'avambraccio sul petto "Vediamo." "Marsiglia suonerà il flauto e tutti i topolini gli andranno dietro." "E gli faremo credere che abbiamo annullato l'operazione gabbia." "Esatto..." "Mmh..." "Lasceremo una scia falsa ma credibile supportata da prove e, il luogo dove ci siamo nascosti, si svuoterà." gli andò sopra "E quando i predatori se ne andranno, scenderemo dagli alberi come scimmie." risero "Non ti sembra il ricongiungimento più bello di tutta la tua vita?" Raquel annuì, si misero a ridere e poi si baciarono, prima lentamente, poi con più passione. Si coccolarono per qualche ora, poi Raquel si mise con la testa sul suo petto, il Professore riprese "Poi, se servirà, metteremo in atto il piano Parigi." lei gli accarezzò il petto e poi scese sul braccio "Cos'è il piano Parigi?" la guardò un attimo, poi appoggiò di nuovo la testa sul cuscino "Un piano di salvataggio se uno dei due dovesse venire catturato." Raquel alzò la testa di scatto, lo guardò e gli mise la mano sul petto "E perché Parigi?" "Beh... è... - lei lo guardò sorridendo, lui cercò di fare il sostenuto - è... la città della libertà." "Mh mh..." sorrise guardandolo poi accennò una risata "E dell'amore." lui buttò il braccio sul letto e Raquel si mise a ridere appoggiandosi al petto. Le spiegò che nel momento in cui li avrebbero portati in tribunale, avrebbe dovuto raccontare tutto, come e quando si erano rincontrati, dove avevano vissuto e con che frequenza avevano cambiato casa. Quando sarebbe passata un'ora o un'ora e mezza, avrebbero iniziato a raccontare tutto il piano in quanto dovevano creare un rapporto di fiducia con il giudice. "Gli daremo i dettagli di tutto. - Raquel che era con il viso appoggiato alla spalla lo alzò e lo guardò in faccia - Li sommergeremo di tecnicismi in modo che il loro cervello non smetta di elaborare informazioni" "E questo lo faremo per... stancarli." "Esatto." "Io sì che ti stancherò." si misero a ridere, Raquel glielo prese in mano, Sergio cominciò a stimolarla inserendole due dita nella vagina. Quando tornò l'erezione e lei era lubrificata abbastanza lo fece entrare cominciò a muoversi lentamente, sedendosi sul suo bacino, gli mise le mani sul petto, Sergio le mise le mani sui fianchi assecondando i suoi movimenti, cominciò a muoversi più velocemente, iniziarono ad ansimare "Direi che è un ottimo metodo per stancarsi..." risero, Raquel si mosse più velocemente, scappò qualche gemito si baciarono per evitare di farsi sentire dagli altri. Sergio fece in modo di invertire i posti, le andò sopra dando delle spinte più profonde, continuando a baciarsi. Dopo qualche altra spinta vennero entrambi. Sergio si andò a sdraiare. Lei gli si appoggiò al petto, si coccolarono.

"Ad un certo punto... dovranno per forza rimandare al giorno successivo. Ma il giorno dopo, non testimonieremo." Raquel lo guardò perplessa "Come no?" "Non testimonieremo perché nella notte sarà stato scavato un tunnel di 12 metri che va dal ristorante di fianco al tribunale al parcheggio del tribunale e al ritorno, perché dovranno riportarci in carcere, nel parcheggio troveremo un giudice, un PM, un poliziotto e due avvocati." Le spiegò come fare per far scavare il tunnel e il cambio delle telecamere del parcheggio. Raquel lo guardò "Sei proprio un genio del crimine..." risero, si baciarono. Si appoggiò di nuovo con la testa sulla parte sinistra del petto mettendogli la mano sull'altra spalla. Lui le accarezzò la schiena.  "E dopo?" "Dopo il piano Parigi?" "Mh..." "Inizia subito il piano Roma." si alzò guardandolo sbalordita "No. Roma? Sul serio?" "Mh mh..." "Che bello!" sorrise andando a baciargli il collo "Che be...?" lui rise, gli diede un bacio sulla bocca poi alzò il viso "Ehi, che ti sta succedendo? - rise - Eh? Uomo di ghiaccio? - gli accarezzò i capelli - Non ti stai lasciando trasportare dal romanticismo...?" "Assolutamente no..." Raquel non gli lasciò finire la frase perché gli diede un bacio "E dopo Roma cosa viene? Il piano Venezia?" risero, gli andò a baciare il collo, lui riprese sorridendo "Mi riferisco alla Roma bruciata, alla Roma distrutta da Nerone?" lei lo guardò, mordendosi il labbro "Nerone? - lui annuì - Beh, non mi piace più così tanto. Dai, continua." cominciò ad accarezzargli i capelli e il viso "Se liberiamo l'unica persona che hanno arrestato e la mettiamo nella Banca sotto ai loro nasi, sarà talmente umiliante che vorranno finirci nel minor tempo possibile. Ricorreranno al massimo che hanno." "L'esercito." Sergio annuì, Raquel si rimise dalla sua parte restando con la testa sopra al suo petto e la mano sull'altra spalla "Un battaglione, forse due. Non lo so. - lei sospirò, lui continuò - Inoltre, entreranno e metteranno tutto a ferro e fuoco perché la morte degli ostaggi diventerà un male minore." "E quindi?" "Possiamo solo portare fuori l'oro che siamo riusciti a fondere fino a quel momento." "Cazzo... e io che mi ero eccitata con Roma. - sorrisero, Sergio le accarezzò la testa. - L'oro poi da dove uscirà?" "Dalla rete di raccolta dell'acqua piovana, in graniglia. Dove verrà fuso di nuovo per formare i lingotti." "E che succede se qualcuno scoprisse la rete di raccolta dell'acqua piovana?" Sergio fece cenno di no con la testa "Sarebbe la fine." rimase con lo sguardo fisso al soffitto, Raquel lo guardò e gli accarezzò il viso, restando a pensare.

"Se uno dei due venisse catturato... non usciremo vivi da lì, vero?" Sergio la guardò "Ti ho promesso, e vi ho promesso, che farò di tutto per tirarvi fuori, vivi. E te lo ripeto... vi tirerò fuori da lì... vivi." Raquel pensò un attimo e lo guardò "Mi devi promettere un'altra cosa. - la guardò - Qualsiasi cosa succeda, tu resterai fuori dalla Banca." Sergio tornò a guardare il soffitto "Non te lo posso promettere. Non ti lascerò dentro." Raquel sospirò "Amore, guardami. - gli voltò il viso con dolcezza - Guardami. - la guardò, gli accarezzò il viso - Pensa a Paula. Se sei fuori, qualunque cosa accada nella Banca, starai fuori." Sergio annuì, non convinto. Dentro di sé non gliel'avrebbe mai promesso. "Comunque... ne usciremo tutti." "Non puoi averne la certezza." "Vi ho promesso che vi tirerò fuori, e lo farò." si guardarono e appoggiarono le fronti una sull'altra. Poi Raquel si appoggiò al suo petto.

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