Como... Supermán y Clark Kent

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Avendo bisogno di preparare le nuove identità, non potevano andar via subito da Madrid. Il Generale dell'esercito li fece stare una notte in un accampamento militare in disuso.

Arrivarono con le ambulanze all'accampamento, scesero tutti. Raquel appena scese, si girò a guardare dove fosse Sergio, vide arrivare dietro di loro l'ultima ambulanza. Aspettò che si fermasse e gli corse incontro. Gli saltò in braccio e lo baciò. Lì con loro c'erano la banda, i cinque militari che avevano guidato le ambulanze e altri tre militari designati per far vedere la struttura. Non gliene importava nulla. In quel momento c'erano solo loro. Raquel e Sergio. Lisbona e il Professore non esistevano più.

Ad un certo punto il resto della banda gli andò addosso, esattamente come era successo la notte del merluzzo al Monastero, tra le risate di tutti si staccarono e Sergio la mise giù. I militari gli fecero vedere la struttura, gli lasciarono la cena, solo da riscaldare, e andarono via. Palermo si guardò intorno "Beh devo dire che ci trattano bene." Raquel lo guardò "Non possono fare altro... se non vogliono che finisca male..." risero. Tramite i contatti del Professore erano riusciti a recuperare gli effetti personali lasciati il primo giorno. Le cose di Nairobi e Tokyo le lasciarono lì, con le cose di Berlino. Si divisero le camere, misero in ordine tutto e andarono a cena. Stoccolma guardò il Professore "Professore, Denver?" "Denver arriva domani. Purtroppo stanotte dovrà passarla in carcere per salvare l'apparenza, ma sarà trattato nel completo rispetto. Stai tranquilla." "Ne è sicuro? Non è che poi succede come è successo a Rio..." "Non gli possono fare nulla. Il Governo è sotto ricatto, sanno perfettamente che se gli faranno qualcosa, noi agiremo di conseguenza, stai tranquilla." Stoccolma annuì, Palermo guardò Sergio "Professore, un discorso?" "Manca Denver e quindi... parliamo domani. In più stasera, ci svaghiamo, pensiamo ad altro..." Sapeva perfettamente che sarebbe stato un discorso tutt'altro che facile da fare quindi, volle rimandare. "Domani che facciamo?" "Domani ci daranno le nuove identità e poi siamo liberi." esultarono, qualcuno chiese cosa fosse successo con Tamayo. Sergio e Raquel raccontarono tutto. "E un hip hip urrà per il Professore e Lisbona?" urlarono tutti insieme, Raquel e Sergio si misero a ridere, poi prese la parola lei "Qualcuno... ci aveva promesso di tirarci fuori... quindi promessa mantenuta." il Professore cambiò discorso per evitate di essere al centro dell'attenzione "Avete già tutti una destinazione?" "Denver e io dobbiamo tornare al Monastero a riprendere Cincinnati, poi non saprei." "E io devo trovare mio padre." "Domani ti so dire dov'è, Manila." Tutti gli altri non ne avevano idea, Raquel li guardò "Noi domani dobbiamo tornare nelle Filippine a riprendere mia figlia e mia madre. La casa di Palawan è ancora là però... se volete usarla come posto di appoggio, poi deciderete come muovervi. Il posto c'è." Accettarono tutti "Dove sono adesso?" "A..." guardò Sergio "Sagay, sempre nelle Filippine" "Erano a Mindanao ma quando mi hanno catturata hanno scoperto dov'erano e si sono dovute spostare." Palermo prese la parola "Io dovrei fare un annuncio..." il Professore lo guardò "Oh Dio..." "No, Professore, tranquillo. Helsinki e io andremo a vivere insieme." Si congratularono tutti per la nuova coppia, cominciando ad urlare a gran voce a ritmo "Bacio, bacio, bacio" Quando Helsinki e Palermo se lo diedero partì l'applauso. Raquel e Sergio si guardarono e si capirono "Anche Lisbona e io abbiamo una comunicazione da fare... - li guardarono tutti - Ci sposiamo." anche con loro si congratularono, Palermo interruppe "Ma quando, dove?" "Non lo sappiamo ancora... dacci il tempo di organizzare un po' di cose..." Stoccolma li guardò "Ma quando avete deciso?" "Me l'ha chiesto mentre eravamo nella Panic Room della Banca attaccati al soffitto con le manette" si misero a ridere "Posto romanticissimo, eh Professore?" Sergio arrossì visibilmente "Beh direi che io e lui ci siamo sempre dichiarati appesi per i soffitti con le manette..." Raquel lo guardò ridendo ricordando la fine della rapina alla Zecca "In effetti."

Dopo qualche altra chiacchiera sparecchiarono, Raquel guardò Sergio "Abbiamo la possibilità di fare una telefonata? Volevo sentire Paula..." "Certo, andiamo di là." andarono nell'altra stanza, prima di fare il numero Raquel lo guardò "Le facciamo una sorpresa?" "Va bene." "Il numero è lo stesso?" "Sì." Raquel chiamò "Mamma." "Paula, tesoro. Come stai?" "Bene, voi?" "Anche noi..." "Ciao Paulita..." "Ciao Sergio, ci siete tutti e due." "Sì amore, siamo qui. - si sorrisero - Che hai fatto ieri e oggi?" "Niente mamma, solite cose. Quando tornate?" "Ancora non lo sappiamo, Paulita..." "Mh..." "Amore, la nonna come sta?" "Bene, sta facendo colazione in giardino. Io stavo leggendo, tra poco arrivano Felipe e Naima." "Tesoro, allora ci sentiamo domani... d'accordo?" "Va bene. Vi voglio bene." "Anche noi a te. Dai un bacio alla nonna da parte mia." si salutarono. Raggiunsero gli altri, il primo a vederli fu Palermo "Ma dove vi eravate cacciati?" "Siamo andati a chiamare mia figlia, là adesso sono le 9 del mattino." sorrise, Stoccolma la guardò "Mi manca Cincinnati come se mi mancasse l'aria." Raquel sorrise "So perfettamente cosa intendi." "Domattina, sarai là. Per noi ci vorrà ancora un altro po'." si guardarono sorridendo. Rimasero ancora un po' a parlare e poi andarono tutti a letto.

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