Estoy aquí

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Entrarono in sala parto lasciando, ovviamente, Martín fuori che cominciò a fare avanti e indietro davanti alla porta. Fecero mettere Sergio di fianco a Raquel, si guardarono "Sergio..." le prese la mano "Sono qui, non ti lascio sola. Stringimi la mano quanto vuoi, sono qui." si sorrisero. Seguendo le direttive dell'équipe medica e ricordandosi del parto di Paula, Andrés nacque alle 01.34 del mattino. Peso 2200g per un'altezza di 48cm. Come peso era ancora un po' piccolino ma giusto essendo prematuro. Lo sentirono piangere, si guardarono sorridendo tra le lacrime, Sergio appoggiò la fronte su quella di Raquel "Ti amo, Raquel." "Ti amo anch'io." si diedero un bacio. Quando si staccarono, Raquel chiuse gli occhi per poi diventare incosciente "Raquel, guardami. Raquel!" arrivò la dottoressa, lo mandarono fuori e portarono lei in sala operatoria.

Palermo lo vide uscire, si avvicinò sorridente "Allora? Com'è andata?" Sergio lo guardò con gli occhi pieni di lacrime "Che succede?" "Raquel..." "Raquel?! Sergio parla!" "L'hanno portata d'urgenza in sala operatoria. Non so cosa sia successo, appena nato il bambino ha perso coscienza e da lì... mi hanno buttato fuori. L'ultima cosa che ho sentito è stata 'Veloci altrimenti la perdiamo.' Ma io non posso perderla." Martín lo abbracciò "Ehi, andrà tutto bene. Vedrai." Andarono davanti alle sale operatorie per aspettare. Palermo lo guardò "Posso chiederti una cosa?" "Dipende..." "Io te lo chiedo, decidi tu se rispondere. Cosa ti doveva dire quando ci ha mandati fuori?" Sergio prese fiato "Sapevamo che non sarebbe stata una gravidanza facile e sapevamo che non sarebbe stato un parto facile. Mi ha fatto promettere, se ci fosse stata la necessità di scegliere se salvare lei o Andrés, di salvare lui e poi di star dietro ai nostri figli e di chiamare sua sorella per sua mamma..." "Che hai fatto?" "Che dovevo fare?" "Non gliel'avrai promesso spero." "Che avrei dovuto fare? Lasciarla con l'angoscia?" Martín sospirò "Hai ragione tu." "Comunque... la scelta non l'ho dovuta fare e Andrés è vivo." cercò di far prevalere lo spirito del Professore ma si trattava di Raquel, la sua Raquel, era impossibile ragionare razionalmente.

La dottoressa uscì, Sergio e Martín si alzarono di scatto e li aggiornò sulla situazione. La decisione da prendere non era tra Raquel e Andrés, ma, se fosse stato necessario, chiuderle le tube e non darle più la possibilità di avere figli. Sergio guardò la ginecologa e le disse solo una frase "Doctor, save her. Please." (Dottoressa, la salvi. Per favore.) lei capì e rientrò. Loro si rimisero a sedere e Sergio si mise a fissare il pavimento "La colpa è mia..." Martín lo guardò "Non è colpa di nessuno, Sergio." "No Martín, la colpa è mia." "Ma perché?" "Avrei dovuto impedirle di partire." "Sì... e tu saresti riuscito a fermare una donna come Raquel? Con la sua grinta e la sua determinazione?" "Avrei dovuto convincerla." "Sergio, fratello, non ce l'avresti fatta. Lei te l'ha detto da subito che sarebbe partita. E non ci ha pensato due volte." "Gliel'avrei dovuto imporre allora." "A chi? A Raquel? Che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno? Sergio... - lo guardò - Vuoi che ti dica l'unica colpa? - annuì - Dovevate stare attenti quando l'avete fatto. Non c'è da aggiungere altro." "Me l'ha detto anche lei." "E sai che ha ragione."

Arrivò un'infermiera chiedendo chi fosse il padre di Andrés. Sergio era ancora lì che pensava non sentendo minimamente la domanda, intervenne Palermo rispondendole e scuotendo l'amico. L'infermiera, conoscendo la situazione, gli disse che l'intervento sarebbe andato avanti ancora per molto e se avesse voluto avrebbe potuto vedere il figlio, dato che l'avevano portato al nido. Martín lo guardò "Dai, intanto qui non possiamo fare nulla, almeno stai con lui..." Sergio annuì e l'infermiera li accompagnò. Il piccolo era nell'incubatrice e attaccato a mille fili. Sergio mise una mano sull'incubatrice non potendolo toccare. Quello che voleva fare più di ogni altra cosa era prenderlo in braccio, coccolarlo e proteggerlo da tutti i mali del mondo. L'infermiera lo rassicurò, Andrés stava bene, era solo più piccolo essendo prematuro. I parametri vitali erano nella norma, doveva solo crescere. Erano tutte cose che Sergio conosceva, gli era bastato dare un'occhiata alla macchina, e non stava minimamente ascoltando. Nel momento in cui Raquel era rimasta incinta, si era messo a studiare anche tutto quello che concerneva la gravidanza, il parto, il postpartum e le possibili problematiche, dalle più lievi alle più gravi. I libri e i siti internet erano belli, istruttivi, a volte illustrati, ma non l'avrebbero mai preparato allo sconvolgimento emotivo che gli avrebbe provocato se quei casi clinici descritti fossero stati i suoi affetti; il suo bambino prematuro quindi non del tutto formato e la possibilità di perdere la compagna, il suo primo amore, la persona di cui era innamorato e di cui aveva bisogno nella sua vita.

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