Dopo il contatto avuto con Sergio, Raquel cercò di riprendersi. Tokyo la guardò "Ci deve essere un piano B. Il Professore ha sempre un piano B." "Questa volta no... non c'è un piano B." "È così egocentrico? Ce l'ha per tutti ma non se sbaglia lui? Non può essere così una merda." Raquel la guardò "Che piano vuoi che ci sia, Tokyo? Si può estrarre l'oro solo da un posto. Non c'è un piano B, perché è solo possibile il piano A." Raquel era innervosita da Tokyo, ma in lei prevaleva il senso di sconforto. Non c'erano altre soluzioni. Erano bloccati dentro alla Banca. Poi prese coraggio, forse non era tutto perduto, si rivolse alla banda "Ci hanno messi alle strette. Ma non siamo ancora morti!" Helsinki, che stava guardando fuori dalla finestra, intervenne "Esercito!" Rio si affacciò "Militari, molti militari." Si affacciarono tutti a guardare. Sergio seguì le immagini delle telecamere e dei telegiornali dal nascondiglio. Tutto quello che aveva immaginato, stava accadendo. La polizia, data l'introduzione di Raquel, si sentì umiliata e Tamayo chiamò l'esercito. I civili non contavano più.
Era arrivata l'ora di negoziare con la polizia. Si prepararono ad uscire dalla banca senza armi, senza giubbotti antiproiettile e scalze Raquel e, dietro di lei, Tokyo e Stoccolma. Con una ventina di ostaggi alle spalle. Prima di uscire si misero in cerchio abbracciate a parlare, per prepararsi all'incontro con Tamayo. Denver diede la bandiera bianca a Stoccolma e disattivò le cariche esplosive alla porta della banca. Una volta uscite, passarono in mezzo agli ostaggi, c'erano i militari che gli puntavano le armi addosso. Lisbona richiamò l'attenzione di Tamayo "Colonnello Tamayo! Bandiera bianca!" Stoccolma la sventolò. Dopo poco arrivò Tamayo, senza giacca, né cravatta e le maniche arrotolate, si guardarono "Sono uscite le Tre Grazie per dare un volto amabile alla rapina." "Siamo uscite a viso scoperto perché tutti vedano che non sono in tribunale, non mi state interrogando nella tenda e che non sono neanche in carcere." "Vediamo, che cazzo volete?" "Gandía è ferito. Devo farti vedere qualcosa." Mise una mano nella tasca, tutti i militari dietro Tamayo le puntarono le armi contro caricandole, lei si bloccò vedendosi circondata, guardò Tamayo "Alza la mano che tutti sanno cosa significa." Tamayo alzò il pugno, i cecchini abbassarono le armi, Raquel prese il cellulare e fece una videochiamata "Palermo." Dall'interno della Banca fecero vedere la schiena di Gandía, Tokyo intervenne "Ha delle schegge tra le vertebre C3, C4 e C5. Un gesto sbagliato e perde l'uso del braccio, per sempre. O dei polmoni. 'Nervo frenico' si chiama." Raquel riprese "Ha bisogno di un neurochirurgo d'urgenza, militare se vuoi, ne hai vari." "Se ti metto un medico, devo aspettare tre o quattro ore per entrare e sai che è quello che sto per fare. Per questo esci con l'unica carta che hai: Gandía ferito." "E tu lascerai che un uomo che hai usato diventi paraplegico?" "Mh... mandalo fuori, lo curo." "Ma io non ci guadagno nulla, Tamayo." "Sì, che ci guadagni. Lascia che te lo spieghi. Se non lo fai uscire, entro subito. Ma se lo fai uscire, finché non mi dirà cosa fate lì dentro, passa un'oretta. Decidi tu." "Dammi un minuto per parlarne con le mie compagne." "Certo." si allontanarono, Tokyo iniziò "Dobbiamo mandare fuori Gandía, ci serve questa ora." Stoccolma la incalzò "Lisbona." Raquel si accorse di un dettaglio, Tamayo non aveva menzionato il Professore, guardò le compagne "Non hanno il professore." "Cosa?" "Come?" "È uscito per darci un ultimatum e non ha giocato la carta vincente. Se puoi fare uno scacco matto in una sola mano e non lo fai..." Stoccolma la interruppe "Significa che non sai che puoi farlo." "Esatto. Sierra è libera." Tokyo guardò Raquel "Comincia a piacermi quella stronza pazza." Raquel prese il telefono "Preparate Gandía." poi tentarono la prova del 9 "Libereremo Gandía. Però prima ho bisogno di consultarmi con il Professore." ricevettero la risposta che speravano "Consultati con chi vuoi consultarti. Avete 4 minuti." Raquel gli porse la mano "Dallo per fatto." Tamayo le strinse la mano, tornarono dentro più veloci che potevano.
Una volta dentro trovarono Bogotá che stava prendendo a pugni Gandía, Raquel corrugò la fronte "Che cazzo... - si girò verso la porta e gli ostaggi - Chiudete le porte! In fila!" - si voltò verso gli altri - "Smettetela, adesso! Subito!" si avvicinò, Palermo la fermò "Lasciali!" "Fermatevi, cazzo!" Raquel guardò Palermo "Fermali!" "No!" Tokyo fermò Bogotá e Raquel continuò con Palermo "La polizia non ha il Professore. - Palermo rimase perplesso - Tamayo non sa nulla del Professore, non siamo sotto scacco. Abbiamo un'opportunità." Gandía provocò Tokyo parlandole della morte di Nairobi, Tokyo iniziò a prenderlo a pugni. Palermo sparò in aria "Dai, ragazzi, è finita la ricreazione!" Bogotá portò via Tokyo che continuò a urlare contro Gandía, Palermo diede ordine a Stoccolma di ricucirlo. Gli ostaggi presero di nascosto le armi che avevano lasciato in disparte per fermare la rissa tra Bogotá e Gandía. Arturo cominciò a sparare all'impazzata, colpendo Rio al giubbotto antiproiettile, Denver al braccio e due ostaggi. Una parte degli ostaggi che erano usciti con Raquel, Tokyo e Stoccolma scapparono andando a rifugiarsi con il governatore, incluso Arturo. Palermo chiamò Helsinki e Manila per farsi aiutare a recuperarli. Corsero dietro agli ostaggi Palermo, Tokyo, Denver ferito, anche se Stoccolma cercò di fermarlo, e Raquel che urlò a Stoccolma di curare Gandía essendo la priorità. Gli ostaggi riuscirono a rifugiarsi nell'arsenale.
STAI LEGGENDO
Estoy contigo
FanfictionLiberamente ispirata alla serie TV Netflix "La Casa de Papel". Ho provato ad immaginare quello che non è stato raccontato, nelle stagioni andate in onda, a Raquel e Sergio: - l'arrivo di Raquel a Palawan dopo un anno - la vita dopo la rapina a...