El amor es lo que mueve el mundo, ¿sí o no?

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Raquel rientrò in casa, andò dalla banda. Sergio la vide entrare. "Rio?" "Ha bisogno di un attimo da solo..." sorrise, guardarono la banda "Tutti abbiamo sbagliato. Chi prima e chi dopo, qualcuno in maniera più grave e qualcun altro in maniera rimediabile. Ma la banda era lì, per tutti. Sinceramente non voglio mettere sul patibolo nessuno e mi piacerebbe che la banda ci fosse anche adesso per Alicia e Victoria." Il Professore se ne andò incazzato. La compagna lo guardò andare nell'altra stanza, calò il silenzio. Alicia guardò Raquel "Posso parlarti un attimo?" "Certo, andiamo di là." Andarono in un'altra stanza, la guardò "Dimmi." sorrise "Io vado in albergo e ci vediamo domani per l'accordo e poi me ne riparto subito." "Tu non vai da nessuna parte. Hanno bisogno di tempo, come è successo quando sono entrata io nella banda. Non mi potevano vedere, mi guardavano storto, non mi coinvolgevano. Dagli tempo... e dai tempo, soprattutto, a Rio. È quello che ha sofferto più di tutti loro." arrivò Sergio "Raquel ha ragione. Hanno bisogno di tempo." "Fermati con noi. Dovremmo avere l'ultima stanza libera." Alicia li guardò "Sicuri?" "Certo." Raquel sorrise "Va bene, allora grazie." guardò Victoria che dormiva tranquilla nella fascia arrivò nella stanza Clea "Il pranzo è pronto." "Grazie."

Andarono tutti a tavola. Il pranzo passò tutto abbastanza nella norma, Rio non guardò minimamente in faccia Alicia e Denver cercò tutto il tempo di distrarlo. Dopo pranzo, dopo aver sparecchiato e messo a posto, Paula si mise con Sergio a studiare, la banda si disperse tra spiaggia e paese e Alicia, dopo aver messo Victoria nel lettino da campeggio che si era portata, si mise sul patio con Raquel. La guardò "Tua madre come sta?" Raquel storse il naso "Dipende dai momenti... c'è il momento in cui è lucida, gioca con Paula, la mette a letto la sera... c'è il momento in cui la vedi disorientata, le hai appena detto una cosa e se l'è già dimenticata..." fece mezzo sorriso "Ti ammiro." Raquel la guardò "Per cosa?" "Stai cercando di tenere in piedi tutto e hai deciso, da un giorno all'altro, di mollare tutto e venire a rintanarti qui... con un uomo che conoscevi da meno di una settimana. Solo per amore..." "L'amore è ciò che muove il mondo, sì o no?" sorrisero "Sì." "Comunque... rintanarmi... non è che si stia così male qui, eh..." rise, Alicia si guardò intorno "Mh... effettivamente. - risero - E Paula?" "Cosa?" "Come l'hai convinta?" "Non l'ho convinta... me l'ha detto lei. Quando ne abbiamo parlato mi ha chiesto se lui mi amava, se ero felice con lui e se avevo la certezza assoluta che non mi avrebbe trattato come Alberto. Quando le ho detto di sì, mi ha detto di partire e che mi voleva vedere felice." Raquel sorrise con le lacrime agli occhi ricordando la scena sul letto con Paula, si accarezzò la pancia poi guardò Alicia "Invece io ti devo chiedere scusa. - la guardò corrugando la fronte - Germán." Alicia fece un mezzo sorriso scuotendo la testa "Non potevi sapere Raquel, non l'ho detto a nessuno se non ai parenti più stretti. Io... nella tenda... ti ho fatto passare l'inferno. Ti sei solo difesa con la tua grinta da ispettore quale sei..." "Quale ero." "Quale eravamo..." sorrisero annuendo.

Alicia la guardò "Beh... senti... parlando di cose serie. Dimmi un po'... perché sarei artefice di questa gravidanza?" Raquel sorrise "Ti ricordi tutte quelle cose brutte che mi hai detto nella prima telefonata alla tenda?" "Certo. Perfettamente." "Dopo io e lui abbiamo litigato, tra la tensione causata da te e il litigio ho vomitato e avevo appena preso la pillola. Il giorno dopo, con tutto il casino, l'ho dimenticata e... la sera abbiamo fatto pace." "Ah... complimenti... siete riusciti a scopare nel bel mezzo di una rapina... mica male." "Alicia!" rise "Eh, dì che non è vero... Eravate nel bel mezzo di una rapina con sette persone da governare, sotto tensione e avete trovato il tempo... e sei riuscita anche a rimanere incinta. - rise - Mi ricordo che il mio ginecologo mi diceva che la tensione non aiuta... ma vedo che a te ha fatto un baffo." "Beh, il padre è un ladro... è sprezzante del pericolo." "Davvero eh..." risero. Erano tornate le compagne di accademia che erano.

Dopo poco arrivò Paula, Raquel la vide "Amore..." "Posso sedermi con te?" "Certo... - le fece posto - che succede?" "Niente, volevo stare con te." sorrise, si accoccolò, Raquel le diede un bacio sulla testa, Alicia le guardò "Paula, - si voltò - quanti anni hai?" "Dieci e mezzo." sorrisero, la mamma le tolse i capelli dalla fronte "Sai che sei proprio una bella bambina?" "Grazie." sorrise, Raquel la coccolò "Amore, ma Sergio?" "Di là, sta parlando con Palermo. Mi raccontate della visita?" la mamma la guardò "E... se ne parlassimo sul lettone stasera?" la guardò alzando le sopracciglia sorridendo "Davvero?" "Sì..." Paula si illuminò abbracciandola "Sììììì..." Raquel rise "Però, signorina, a dormire nel tuo letto." "Va bene." la mamma le diede un bacio sulla testa. Arrivarono Naima e Felipe, Paula andò a giocare. Alicia guardò Raquel "Non la fate stare nel letto con voi?" "No, non voglio che si abitui. Anche quando siamo andate a vivere con mia mamma non volevo. A maggior ragione che arriva il fratello o la sorella." sorrise "L'abbiamo tenuta nel lettone con noi i giorni prima di partire per la rapina perché sapevamo che non l'avremmo vista per settimane e poi... non eravamo neanche sicuri di riuscire a tornare... - Alicia la guardò - L'avevamo messo in conto. Lo sai anche tu... nella migliore delle ipotesi saremmo tornati ma potevamo anche essere messi in carcere e nella peggiore saremmo morti. Come è successo a Tokyo e a Nairobi." Raquel si asciugò una lacrima "Lo sa?" "No, almeno per il momento, voglio che ne stia fuori... Alicia, ha vissuto per cinque anni e mezzo con due poliziotti. Alberto e io, i ladri, li mettevamo in carcere, lo sai anche tu. Dai cinque anni e mezzo ai sette ha vissuto con me. Sarebbe una botta per lei se sapesse la verità. Quando siamo tornati ci ha chiesto di Nairobi e Tokyo, le abbiamo detto che sono andate a stare via."

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