Il Professore non dormì praticamente mai, durante la notte. Cercò per casa un cellulare, lo trovò, vedendo che era scarico, lo mise in carica. Arrivò nella stanza Alicia che si svegliò, chiedendogli cosa stesse facendo, le fece vedere il cellulare, prese la password del Wi-Fi e chiamò Shakir per farlo mettere in contatto con Benjamín che era nella cisterna. La strada era piena di poliziotti perché Tamayo aveva attivato l'operazione Gabbia. Gli chiese di prendere un camion per la raccolta dei rifiuti e di andarli a prendere. Si sarebbero inseriti in bidoni verdi per far sembrare alla polizia che stavano veramente raccogliendo la spazzatura. Riuscirono così a scappare e, dal camion, il Professore riuscì a riprendere il comando. Quando tornò alla cisterna vide che l'oro stava uscendo e che la squadra di Benjamín stava rifacendo i lingotti. Chiamò nella Banca "Palermo. C'è una fusione nella cisterna." si commosse vedendo che il piano del fratello e di Martín aveva funzionato, Palermo gli rispose "Certo che è uscito, fratello! Non mi dire che non è la cosa più bella che hai visto nella tua vita eh!" il Professore rise con le lacrime agli occhi "Sta uscendo l'oro. - diede una pacca sulla spalla a Benjamín - Sta uscendo l'oro!" abbracciò Marsiglia.
Il Professore stava filmando tutto, improvvisamente sentì Raquel nell'auricolare "Professore? Ascolti, nelle sue lezioni non ci ha mai detto che sarebbe stato così difficile tirare fuori l'oro da qui." - Sergio sorrise sentendo la compagna - "Beh, non ho neanche mai detto che sarebbe stato facile. Altrimenti smetterei di sembrare il genio del crimine di cui ti sei innamorata come una quindicenne." - lei si mise a ridere - "Ma che scemo che sei." "Cambio e chiudo." sorrise. Nella Banca, Raquel prese l'ascensore, ripensando alla conversazione con il compagno sorrise, arrivò Matías che scese in ascensore con lei "Beh, sembra che stia finendo tutto, no?" "Sì." "Quando usciamo da qui... mi comprerò una moto e gli farò il sedile con la forma del mio culo. E girerò il mondo." Raquel lo guardò "Mh... che bello." Matías riprese "E lei cosa preferisce? Spiaggia o piscina?" rimase perplessa "Spiaggia?" "Bikini o intero?" lei alzò le sopracciglia, lo guardò "Cos'è questo? Il test della Cosmopolitan?" Matías rise imbarazzato "No, no, no, no... era... per parlare di qualcosa. - prese un attimo di pausa - Però... se vuole, quando usciamo da qui... le offro un Gin Tonic. - Raquel lo guardò sgranando gli occhi - E le finisco il test." sorrise facendole l'occhiolino. Lei capì che ci stava provando e anche abbastanza goffamente, in più dandole del lei, rise girando la testa dall'altra parte per non farsi vedere. Ad un certo punto, cominciarono a sentire dei rumori come se fossero tamburi. Si guardarono non capendo. Quando l'ascensore si aprì videro che erano Rio, Bogotá, Palermo, Manila e i fonditori che stavano cantando e ballando Bella Ciao per festeggiare la riuscita della completa uscita dell'oro. Si aggiunsero a loro cantando e ballando. Alla fine si abbracciarono.
Il lavoro ora era nella cisterna, loro potevano solo fare turni di vigilanza e aspettare che l'oro, portato fuori, fosse tutto convertito in lingotti. Anche il Professore poteva solo aspettare, chiamò in Pakistan "Shakir, ho bisogno di una linea privata con Lisbona e, se puoi, avrei bisogno di parlarle da solo." "Professore, la metto in contatto e mi scollego, mi richiami quando ha bisogno." Dopo poco li mise in contatto, Raquel gli rispose "Non c'è molto movimento lì fuori. Solo dei veicoli che abbandonano il perimetro." "State in allerta ma credo che abbiate un po' di calma. La polizia mi sta cercando nel centro di Madrid. Approfittate per riposare." Ci fu un attimo di silenzio, poi il Professore riprese "Come stai?" "Beh... stanca. Però felice di sentirti..." "Abbiamo un attimo di tempo per scambiare due parole - si allontanò dalla postazione - da soli." "Tu come stai?" "Stanco anch'io, non vedo l'ora di riabbracciarti..." "Anch'io, amore." Raquel si sedette "Aspetta un attimo, resta lì." "Va bene" sentì dei rumori dall'altra parte, all'improvviso una voce "Mamma." Era Paula, Sergio appoggiando la ricetrasmittente al telefono riuscì a metterle in contatto, Raquel sentendola scoppiò in lacrime, senza riuscire a dire nulla "Mamma?" "Raquel, dì qualcosa..." cercò di calmarsi "Vita mia." "Perché piangi? È successo qualcosa?" Raquel sorrise "No, amore, stai tranquilla. Sono felice di sentirti, dopo tutto questo tempo." "Anch'io..." "Come stai?" "Bene, tu?" "Anch'io tutto bene." "Quando tornate?" "Amore, non lo sappiamo... però ti prometto che appena possiamo veniamo subito lì da te." "Va bene..." Sergio le ascoltò affascinato, sorrise "Cosa hai fatto in questi giorni?" "Le solite cose..." "Dai, raccontami qualcosa." "Ho giocato, ho finito due libri. Ah, ieri siamo andati alla Città giardino e al museo degli alberi qui a Sagay. Non ho capito molto perché non avevo Sergio che mi spiegava - Sergio sorrise sentendola, Raquel rimase un attimo perplessa quando sentì 'Sagay' allo stesso tempo era troppo felice di sentirla e non aveva tempo per le spiegazioni, la ascoltava con le lacrime agli occhi - Quando tornate ci andiamo?" "Certo, tesoro." "Però tornate presto..." "Facciamo tutto quello che possiamo amore, stai tranquilla. La nonna come sta?" "Bene, è qui con me..." "Me la passi?" "Sì, ci sentiamo domani?" "Appena possiamo, ti chiamiamo." "Va bene, saluta Sergio." le passò la nonna "Tesoro, come stai?" "Bene, mamma, tu?" "Bene... stasera torni tardi? Stamattina sei andata via tanto presto..." gli occhi le si riempirono di lacrime di nuovo, li chiuse cercando di trattenere il pianto "Non lo so, mamma. Se vedi che ritardo però, vai a letto. Non stare ad aspettarmi sveglia." "Va bene... a stasera." "Ciao mamma." la telefonata si chiuse, riprese Sergio "Raquel?" "Sì, sono qui. È stata una sorpresa bellissima. - lui sorrise, lei si asciugò gli occhi - Ascolta, ma ha parlato di Sagay?" "Sì, quando Antoñanzas mi ha chiamato per dirmi che le avevano trovate le ho dovute trasferire. Calcolo sempre tutto, no?" "Grazie... - sorrisero, lei rimase per l'ennesima volta senza parole chiedendosi come facesse a calcolare tutto nei più piccoli dettagli - Sapevo che le avresti protette. Le avevano trovate davvero?" "Sì, è arrivata tutta la polizia e anche il console spagnolo, si sono spostate appena in tempo. - lei fece un respiro profondo - Raquel, va tutto bene. Sono al sicuro, adesso." annuì "Grazie." "Ringraziami quando saremo da loro..." sorrisero "Lo farò." "Ci sentiamo più tardi. Vado a dare una mano a caricare, voi cercate di riposare. D'accordo?" "Va bene, a dopo."
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Estoy contigo
FanfictionLiberamente ispirata alla serie TV Netflix "La Casa de Papel". Ho provato ad immaginare quello che non è stato raccontato, nelle stagioni andate in onda, a Raquel e Sergio: - l'arrivo di Raquel a Palawan dopo un anno - la vita dopo la rapina a...