¿Plan Venecia?

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Sergio la guardò "Vedo che è proprio curiosa, ispettore... Sta riaffiorando il suo istinto di poliziotta?" "Può essere..." sorrisero "Aspetta." Raquel si spostò lasciandolo libero, lui si sedette sul letto, si mise gli occhiali e prese i fogli, si girò e glieli diede, Raquel si sedette e li guardò "Piano Venezia? - lo guardò aggrottando le sopracciglia - Che significa? - mise i fogli sul letto - Che vorresti andare a rubare, ora?" lo guardò infastidita "Significa che... - mise a posto i fogli e si sdraiò di nuovo guardandola - non volevi andare in viaggio di nozze?" Raquel si illuminò e sorrise, gli diede un bacio accarezzandogli il viso, gli andò sopra "E... quale sarebbe il piano, Professore?" sorrise "Beh... arrivare in Italia... prendere un camper e poi girare, quello che avevamo pensato, no?" "Sì, sarebbe bellissimo, solo che... in città non si gira con il camper..." "Hai ragione... ma lo si può lasciare fuori dalla città. Ci sono tantissime cose...sai?" "Tipo?" sorrise "Il ponte di rialto... il ponte dei sospiri... la Basilica di San Marco... Palazzo Ducale... Canal Grande...! - lo fermò dandogli un bacio, lui sorrise - Allora? Che ne dici?" sorrise "Dico che... non vedo l'ora di partire." gli baciò il collo, sorrise accarezzandole i fianchi "Potrebbe esserci anche... il piano Firenze." la guardò "Vediamo?" "Ponte Vecchio... la Basilica di Santa Maria Novella... la Galleria degli Uffizi... Palazzo Vecchio... Palazzo Pitti..." - lo fermò con un altro bacio - "Però... ho bisogno di aspettare due settimane... vediamo come si mette con Paula, se la vedo un po' più tranquilla partiamo." "Va bene." "La visita è prenotata per settimana prossima. Prima non avevano posto." "Quando?" "Martedì mi pare, l'ho scritto in agenda comunque..." "Va bene. Senti... stavo pensando al nome..." "Il Professore che pensa al nome del bambino o della bambina... l'uomo di ghiaccio si sta lasciando prendere dal romanticismo... - risero, gli accarezzò i capelli - a che hai pensato?" "Se fosse un maschio Salvador..." "Mh... - trattenne una risata - e per una bambina?" "Lucía... visto che a te piace..." gli baciò il collo accarezzandogli il viso, lui sorrise accarezzandole la schiena "A me, invece, per un bambino piacerebbe Andrés e per una bambina Ágata. Visto che Lucía l'abbiamo dato ad Alicia... - aspettò la reazione del compagno che non riuscì a proferire parola - Amore, dammi cenni di vita..." rise "Mi stai facendo il terzo regalo più bello e grande della mia vita." la baciò, sorrisero, gli accarezzò il viso "Il terzo?" "Il terzo..." "E gli altri due?" "Il primo essere entrata nella mia vita... il secondo è portare dentro di te il nostro amore..." Raquel lo guardò emozionata, gli occhi le si riempirono di lacrime. Si baciarono, intrecciarono le loro lingue accarezzandosi, lei lo guardò "Non potevi dirmi cosa più bella di questa..." sorrise "È quello che sento. - gli diede un bacio - Senti, vuoi portare anche Paula alla visita?" lei si mise dalla sua parte, mettendogli la testa sulla spalla e accarezzandogli il petto "No, preferisco stia a casa. Non sapendo a che settimana sono, non so che tipo di visita mi deve fare." "E le volte future?" "No, no... mi deve ispezionare, palpare e non voglio che ci sia anche lei." "È un uomo o una donna..." "Non lo so... sicuramente è un medico. - lo guardò - Sergio... non puoi essere geloso del ginecologo... dai." "Non sono geloso." "Mh..." "Forse un pochino..." Raquel sorrise inclinò la testa "Vieni qui, gelosone..." gli diede un bacio accarezzandogli il viso. "Ci mettiamo a dormire?" "Sì." sorrisero, si diedero un bacio.

Una settimana più tardi

Raquel si svegliò, trovò Sergio seduto a pensare mentre guardava gli occhiali, lo guardò "Qualcosa non va?" "No..." sorrisero. Lei si sedette, gli diede un bacio accarezzandogli il viso "Buongiorno..." "Buongiorno. Pronta per la visita?" "Sì, mi faccio una doccia e sono pronta. - sorrise lo guardò - Tu?" "Sì... sono tranquillo." le bastò un'occhiata "Amore..." "No, va bene. Non sono tranquillo, sono in ansia. Non so cosa aspettarmi. Non ho nulla sotto controllo. E po..." Raquel, essendo l'unico modo, lo fermò dandogli un bacio "Respiro profondo. - prese fiato - Calmo. Tranquillo. Andrà tutto bene." sorrise "Come fai ad essere così calma?" "Non ho tutta questa calma... ma non è la prima volta per me. Più che altro sono emozionata - sorrise - Calma mia o no, cerca di star tranquillo." annuì, sentirono le voci della banda "Vado a fare una doccia. Vai a fare il caffè?" "Va bene..." "Forse per te è meglio una camomilla... - rise, Sergio sorrise - Dai..." gli diede un bacio, si alzò e andò in bagno. Il compagno la guardò, poi si alzò, si vestì e andò in cucina "Buongiorno a tut... - trovò Stoccolma e Manila - Buongiorno a voi due... gli altri?" "Buongiorno Professore, qualcuno è già uscito e gli altri in giardino." Manila lo guardò "Professore, si è rimesso la cravatta..." "Sì, devo accompagnare Lisbona alla visita." Paula gli si attaccò alla gamba "Paula... che ci fai lì?" "Niente." la prese in braccio "Che c'è? Ti conosco." "Posso venire con voi?" "Mamma ha detto di no. - le fece una carezza, lo guardò - Non fare quella faccina, dai... Guarda che non entro neanch'io, l'accompagno e basta." "Perché non vuole che venga?" "Perché è una visita un po' particolare e vuole essere da sola con il dottore. - lui sorrise - Chiaro, Paulita?" "Mh, mh." "Hai fatto colazione?" "No..." - la mise giù - "Guarda, c'è Stoccolma che stamattina si è svegliata barman." Stoccolma si girò "Mi dica, signorina, cosa vuole?" Paula rise "Succo e una merendina." "In arrivo..." Sergio sorrise, le diede un bacio sulla testa. "Professore, caffè?" arrivò Raquel "No, stamattina al Professore facciamo una bella camomilla." sorrise "Mamma!" "Amore..." diede un bacio a Paula, Stoccolma lo guardò "Agitato?" "Un pochino..." "Anche Denver lo era." sorrise, Sergio guardò la compagna "Già pronta?" "Sì.." "Lisbona, caffè?" "Decaffeinato, grazie." Paula la guardò "Che c'è, amore?" "Posso?" "No, ne abbiamo già parlato." "Te l'ho appena detto, Paula..." "Non è continuando a chiedere che ottieni... lo sai." Paula fece colazione "Mia madre?" "È andata fuori con la signora..." "Clea?" "Lei." sorrisero "Vado a salutarla." "Ok..." "Intanto ti faccio il caffè." "Sì, grazie." uscì a salutare Marivi, Paula finì di fare colazione "Ci sei oggi per la lezione?" "Certo... guarda che andiamo, fa la visita e torniamo. - sorrise - Per pranzo siamo qui." "Vi aspettiamo allora?" "Sì, sì, rientriamo. In caso di cambiamenti, ci sentiamo per telefono, ma non credo ci siano." Paula si alzò "Come si dice?" guardò Stoccolma "Grazie." "Prego, tesoro." "Cincinnati dov'è?" "Credo che sia con Denver." sorrise, Paula uscì "È un amore, Professore." il Professore sorrise "Merito di Lisbona..." arrivò Raquel "Lisbona, il caffè." "Ah sì, grazie. - sorrise - Stavate parlando di me?" Stoccolma la guardò "Stavo dicendo che hai un amore di figlia." "Grazie." il Professore intervenne "E le ho detto che è merito tuo..." "Anche tuo, abbiamo..." "Ho fatto poco..." "Beh...sei passato da essere 'il tipo strano con gli occhiali' al suo supereroe preferito... Io non l'ho influenzata..." Manila li guardò "Il tipo strano con gli occhiali?" "Sì, quando le ho parlato prima di venire qui, gli ho parlato di lui, le ho chiesto se si ricordava mi ha detto 'Sì, il tipo strano con gli occhiali' e io che ho pensato 'Benissimo...' - risero - però... lo adora adesso" sorrise, gli fece una carezza e finì il caffè.

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