Y espero algún día ser padre de ladrón

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La mattina successiva Raquel si svegliò tra le braccia di Sergio, rimase ferma per non svegliarlo. Dopo non molto si svegliò anche lui, le diede un bacio sulla spalla e le accarezzò la pancia, lei sorrise, gli accarezzò le mani "Buongiorno..." si girò "Buongiorno." si diedero un bacio, gli accarezzò il viso. "Come state?" "Abbastanza bene. Qui con papà meglio." sorrise, si andò a mettere con la testa sul petto, lui si ripeté ad alta voce la parola fatidica "Papà." Lei sorrise guardandolo "Devi cominciare ad abituarti..." sorrise, gli accarezzò il petto, le diede un bacio sulla fronte accarezzandole la schiena "Tu come stai?" la guardò "Ne sarò capace?" "A far cosa? Il papà? - lui annuì - Non lo so... di certo il genitore perfetto non esiste... e non esisterà mai. - sorrise - Saremo i genitori che potremo essere e faremo il possibile per dargli, o darle, il meglio. Come stiamo facendo con Paula, no?" Sergio annuì, Raquel gli andò sopra "'E spero un giorno di essere padre di un ladro.'" sorrise, lui annuì felice "Te lo ricordi ancora?" Raquel annuì sorridendo, le tornarono le lacrime agli occhi ripensandoci "Non lo dimenticherò mai, è la cosa più bella che mi hanno detto in tutta la vita." sorrisero, le diede un bacio e lei gli accarezzò il viso ricambiandolo. "Sai che mi piacciono tanto queste coccole di prima mattina?" sorrise, gli baciò il collo, le mise una mano tra i capelli. Sentirono la banda in moto "Mmh... non ci dobbiamo alzare, vero?" "Credo di sì... alle 10 arrivano anche Rafael e Tatiana." Raquel sbuffò, gli accarezzò il viso e la barba "Intanto che tu parli con loro, Alicia, la banda, io vado a fare una passeggiata con Paula. Così la tolgo da casa che oggi non ci sono neanche Felipe e Naima. Mia mamma starà con Clea." "Va bene. Se tu e Paula non tornate presto, vi raggiungo." "Va bene." sorrisero, si strofinarono i nasi e si baciarono lentamente e poi mettendoci passione, intrecciando le lingue, giocando e accarezzandosi. "Io starei qui anche per giorni così con te ma..." "Dobbiamo alzarci. Messaggio ricevuto." sbuffò, si mise dalla sua parte e si sedette, lui si sedette sul letto e mise giù le gambe, lo guardò "Tutto bene?" "Sì, sì, tutto a posto." sorrise, Sergio si vestì, lei si alzò e si vestì.

Andarono in cucina "Buongiorno a tutti." "Buongiorno." li salutarono "Professore, quando dovrebbe arrivare Rafael?" "Mi ha scritto alle 10." "Caffè?" "Grazie Manila." "Decaffeinato, per me." Preparò i caffè "Eccoli." "Grazie." "Grazie mille." "Professore, Denver ed io, dato che con oggi si chiude tutto, torniamo in Indonesia. E... Rio verrà con noi." "Benissimo, sono contento." sorrisero "Buongiorno." Raquel si voltò "Ciao Alicia." sorrisero "Buongiorno." Palermo guardò Sergio "Helsinki e io andiamo in Argentina a Buenos Aires." "Torni a casa." "Sì, ogni tanto ci vuole." sorrise, il Professore annuì sorridendo, Benjamín lo guardò "Professore, che ne pensa del Guatemala?" "Buona meta." "Te l'avevo detto, papà, ma mai che mi ascolti." sorrise "Volevo essere sicuro." "Andate tranquilli. Vi do qualche contatto." sorrise, intervenne Bogotà "Io mi avvio verso la Finlandia per..." Sergio lo fermò "Per il momento niente Europa." "Mh... allora in Venezuela. Così raggiungo Emilio." il Professore annuì "Marsiglia hai già deciso?" "Penso a parte asiatica della Turchia. Così imparo anche turco." "Bene. - sorrise - Alicia? Già deciso?" "Beh... volevo tornare in Spagna ma credo che non sia possibile... nei Caraibi." "Allora dopo ti do qualche contatto." "Grazie." "Anzi - finì il caffè - ve li vado a prendere." sorrise, si alzò e andò in studio.

Mentre Sergio cercava, arrivò Paula in cucina "Ciao..." la salutarono tutti, Raquel si voltò sentendo la voce della figlia "Amore..." si sedette in braccio alla mamma che le diede un bacio sulla tempia "Colazione?" "Dopo... - le accarezzò i capelli - Papà?" "In studio, è andato a prendere una cosa per Alicia e per Benjamín e Manila." Tutti si voltarono a guardare Paula sentendo la parola 'Papà', la piccola si accoccolò al petto della mamma che la coccolò, guardò la banda "Che ho detto?" Raquel che stava guardando la figlia, spostò lo sguardo sulla banda, sorrise, poi guardò la piccola "Niente amore, non hai detto nulla di male. Senti... ti va se tra un po' andiamo a fare due passi lungomare?" "Va bene." sorrise felice di stare con la mamma "Dai, vatti a vestire e dopo fai colazione, intanto te la preparo." le diede un bacio sulla tempia, Paula corse in camera a cambiarsi. Raquel si alzò per preparare la colazione alla figlia, Palermo la guardò "Ma davvero l'ha chiamato papà?" "Sì... ieri sera abbiamo guardato i passaporti e ha notato che, la sua nuova identità porta il cognome del Professore e gli ha chiesto se può chiamarlo papà." "Hai fatto cambiare l'identità anche a lei?" "Sì, così non ho più problemi col suo padre biologico. Io per la Spagna sono morta e lei andrebbe, di conseguenza, in custodia a lui. Invece cambiando identità non esisterà più il cognome Vicuña in casa. - sospirò - E io riesco a respirare, finalmente, libera - sorrise - e non con la costante paura che possa portarmela via. Rovinando la sua vita. Ha già rovinato abbastanza la mia." Alicia le mise la mano sulla spalla, Raquel la guardò con un mezzo sorriso "Alberto non si merita una figlia come Paula e una moglie come te. E tu non meriti uno come Alberto." Raquel sorrise annuendo "Grazie. L'unica mia preoccupazione è mia sorella. Sta con lei ora." "Non riesci a parlarle?" scosse la testa guardandola.

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