Este perfume qué huele de casa

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Dopo un mese e mezzo di ospedale, Raquel venne dimessa e stava preparando la borsa per tornare a casa. Sergio bussò ed entrò in camera, lei si voltò "Ehi..." sorrisero "Pronta?" "Sì, visto che ero qui la dottoressa mi ha fatto la visita di controllo." "Quella dei quaranta giorni dopo il parto?" "Sì." "Tutto bene?" "Sì, è tornato tutto al suo posto. - sorrise - Passiamo da Andrés prima di andare a casa?" "Sì." Presero tutto, andarono in sala infermieri a prendere le carte per le dimissioni e, dopo aver salutato, andarono al nido. Trovarono l'incubatrice vuota e andarono in panico. Guardarono dappertutto ma il piccolo non c'era. Raquel cercò immediatamente l'infermiera trovando l'unica che non parlava una parola né di inglese né, tantomeno, di spagnolo, però, sentendo il nome 'Andrés', non proprio comune come nome filippino, capì e li portò da lui. Quando lo videro tirarono un respiro di sollievo entrambi. L'avevano tolto quella mattina dall'incubatrice perché stava meglio e già da tre giorni aveva cominciato a respirare da solo. Raquel chiese se finalmente era possibile prenderlo in braccio, si sedette e glielo diedero. La mamma lo guardò sorridendo mentre le lacrime scendevano sulle guance "Ciao amore mio..." Sergio sorrise guardandoli e asciugandosi gli occhi che, come quelli della compagna, erano un fiume in piena. Raquel chiese se potessero portarlo a casa con loro dato che stava meglio ma il permesso le venne negato, stava meglio ma doveva restare in ospedale ancora qualche giorno per gli ultimi accertamenti. La mamma lo guardò "Ti veniamo a prendere tra qualche giorno... d'accordo?" gli sorrise accarezzandogli la guancia. Andrés cominciò a piangere, Sergio andò in panico ma Raquel aveva capito e l'infermiera non fece in tempo a tornare con il biberon perché la mamma, dopo qualche tentativo, era riuscita ad attaccarlo al seno e lo stava già allattando. Sergio rimase affascinato dalla scena, Raquel guardò Andrés sorridendo con gli occhi pieni di lacrime di felicità di poter allattare il figlio e l'infermiera li lasciò soli. Raquel guardò il compagno che era rimasto di fianco quasi imbalsamato, sorrise "Sergio... Sergio... - lui la guardò - Tutto bene?" "Sì, sì, sto bene. Sono affascinato." sorrise, Raquel lo guardò "Mi piace che stai qui con noi." "Il minimo che posso fare." "Non è così scontato..." sorrise. Quando Andrés si staccò la mamma si coprì, gli fece fare il ruttino e lo tenne in braccio dondolandolo, poi guardò il compagno "Vuoi prenderlo?" "Sì ma, mi sembra fatto di cristallo, ho paura di fargli del male..." "Stare in braccio a papà gli farà del male? - Raquel si alzò con il piccolo in braccio - Siediti lì al mio posto." Sergio si sedette e facendo più piano possibile e seguendo alla lettera le indicazioni della compagna prese in braccio il figlio restando completamente rigido, Raquel lo guardò sorridendo, gli mise una mano nei capelli cercando di farlo rilassare "Come si sta?" "Da favola. - sorrisero - Avevo preso in braccio Victoria ma..." "Lui è un'altra cosa." sorrisero "Sì, lui è tutta un'altra cosa..." Andrés lo guardò, lui gli accarezzò la guancia con una delicatezza come se stesse maneggiando un materiale che si sarebbe rotto solo a guardarlo. Arrivò la neonatologa, chiese ai genitori di darle il piccolo per un accertamento, Sergio e Raquel si guardarono e poi guardarono la dottoressa "Is there a problem?" (C'è qualche problema?) Li invitò ad uscire, dopo aver chiesto varie volte la motivazione uscirono senza nessuna risposta. Si guardarono entrambi con gli occhi terrorizzati e si abbracciarono aspettando che qualcuno li dicesse qualcosa.

Dopo più di un'ora uscì la neonatologa. Visto che Andrés era migliorato molto e visto che la mamma era riuscita già ad allattarlo potevano portarlo a casa con l'obbligo di controllo la settimana successiva. Lo cambiarono, gli misero la tutina che avevano scelto per portarlo a casa e uscirono dall'ospedale più felici di quanto potessero essere stati in tutta la loro vita. Sergio aveva montato il seggiolino in macchina il giorno dopo il parto, prima di andare in ospedale da Raquel. Lo caricarono in macchina, Andrés si guardò un po' intorno, la mamma lo guardò "Si va a casa entrambi amore mio..." sorrise. Sergio guardò lo specchietto retrovisore essendo la compagna dietro con il piccolo "Posso partire?" "Certo, pronti." mise in moto e partì. Dopo poco essere partiti dall'ospedale, Raquel buttò un occhio sul tachimetro "Sergio, stai andando ai venti e hai strada libera, puoi accelerare un pochino." "Voi..." "Andrés è legato perfettamente e io ho la cintura di sicurezza, che credo di essere l'unica a portarla dietro in tutta la nazione, siamo su strada di campagna non ti dico 80 ma ai 60 ci puoi arrivare, stai tranquillo. Altrimenti ci arriviamo domani a casa." Sergio aumentò un po' la velocità e dopo mezz'ora arrivarono a casa. Paula era alla finestra che li stava aspettando, come li vide arrivare, uscì aspettandoli sulla soglia. Raquel vedendola guardò il compagno "Prendi tu Andrés? Così saluto Paula." "Certo, non vedeva l'ora che tornassi." sorrisero. Quando Sergio parcheggiò, Raquel scese e Paula le andò incontro "Mamma!" "Vita mia! - la riempì di baci - Sei cresciuta così tanto in un mese e mezzo?" "Boh... - la mamma rise - Sono felice che tu sia a casa." "E io sono felice di essere qui con voi." sorrise, le diede un bacio "Andrés?" "È con papà." Sergio arrivò con il piccolo nell'ovetto, Paula guardò il fratello "È piccolo." "E non l'hai visto prima... era ancora più piccolo..." sorrise, Raquel guardò Paula, le mise i capelli dietro all'orecchio "Allora? Entriamo?" "Stiamo ancora un po' qui?" "Perché?" "Eh... vorrei stare un po' con voi..." "Stiamo insieme in casa..." "Ma ci sono tutti gli altri dentro... qui siamo da soli." i genitori si guardarono e poi la mamma la guardò "Paula, non hai mai saputo dirle le bugie... allora?" "Ma niente voglio stare con voi, davvero..." uscì Manila "Lisbona, Professore! - poi vide Andrés dormire - Ma è un amore." sorrisero "Ciao Manila." "Non vi aspettavamo così presto." "Siamo rientrati il prima possibile, per fortuna tutti e tre... adesso vorremmo entrare in casa." Manila li fermò "Aspettate, aspettate, cinque minuti." Raquel la guardò scocciata "TRE. Non uno in più perché non ho fatto neanche in tempo a rimettere piede in casa che sono incazzata." "Tre, prometto, tre." rientrò, Paula guardò i genitori.

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