Somos cuatro

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Raquel si svegliò, si strofinò il viso e si voltò per guadare Sergio ma non lo trovò a letto e non sentì neanche la doccia in funzione. Rimase un attimo perplessa, guardò l'ora pensando che fosse tardi: 07.30. Non era tardi, almeno rispetto al solito. Si alzò e si vestì. Andò in cucina e lo trovò a bere il caffè "Buongiorno..." sorrise "Buongiorno." "A che ora ti sei alzato?" "Alle 6 più o meno, non riuscivo a dormire." "Qualcosa non va?" gli mise la mano nei capelli "No... caffè?" "Mh... - gli diede un bacio lungo accarezzandogli il viso e i capelli, Sergio le accarezzò i fianchi - ...adesso sì." sorrisero, lui le accarezzò il viso "Te lo faccio..." "Grazie. - si sedette - Mia madre e Paula si sono già alzate?" "No, nessuna delle due." lo guardò "Che hai?" "Niente, cosa dovrei avere? Ho solo dormito male..." gli andò di fianco "Che succede? - lui non le rispose - Sergio, guardami... - si voltò a guardarla - Che hai?" Si guardarono negli occhi, e quelli non mentono mai, Raquel aveva già capito che c'era qualcosa che non lo faceva stare tranquillo. "Ehi... ti prego amore, parlami." "Mi sono sognato Tokyo. - lo guardò abbracciandolo senza dire una parola - È colpa mia." "No..." "Sì, è colpa mia. Avrei dovuto trovare un'altra soluzione per salvarti." "Non è colpa tua... - lo guardò - Senti, Tokyo sapeva... che sarebbero stati i più esposti, come lo sapevano Denver e Manila. Palermo quando ha fatto la strategia, gliel'aveva detto che sarebbero stati in pericolo più degli altri. Aveva anche detto a Denver e a Tokyo di salutare Stoccolma e Rio, perché la notte sarebbe stata lunga e c'era la possibilità di non rivedersi la mattina dopo. Quindi, Tokyo sapeva che ci sarebbe stata la possibilità, ma non si è tirata indietro. Non mi sono fatta avanti io, proprio per quel motivo. - Sergio la guardò - Palermo ha chiesto dei volontari. Non mi potevo mettere in ulteriore pericolo. Avevamo parlato del fatto che c'era la possibilità di non tornare. Ti ricordi?" "Sì, certo." "Invece siamo qui... - sorrise - Sarebbe stato molto peggio se non fosse tornato nessuno... no?" gli asciugò gli occhi e gli diede un bacio. Raquel sapeva che era anche colpa loro, ma restare con i sensi di colpa per tutta la vita e rivangare il passato, non sarebbe giovato a nessuno. La perdita di Tokyo e Nairobi era un dolore ancora forte e presente.

Mentre si stavano baciando, arrivò Rafael "Buong... scusate." fece un passo indietro, la coppia si lasciò "Vieni Rafael." Raquel sorrise "Non volevo disturbarvi, scusate." "Non disturbi. Caffè?" "Sì, grazie." "Ve lo faccio." si sistemò gli occhiali "Io decaffeinato, Sergio." "Sì, tranquilla." Rafael e Raquel si sedettero "Sei riuscito a riposare?" "Sì, sì, abbastanza, grazie. Devo solo abituarmi un po' all'ambiente." sorrise, Sergio portò i caffè, lo ringraziarono e lui si andò a sedere di fianco alla compagna e guardò il nipote "Che fai oggi?" "Non lo so ancora, intanto bevo il caffè così mi sveglio... - risero - sai che penso di non averti mai visto senza cravatta?" Raquel sorrise guardando il compagno, lui si guardò "Ah... eh... qualcuno mi ha detto di non portarla qui..." "Ha ragione..." "Visto?" "Buongiorno." si voltarono "Ciao mamma." sorrise, Sergio e Rafael la salutarono, Raquel guardò il compagno "Vado a prepararle il caffè." "D'accordo." sorrise, andò verso sua mamma "Siediti mamma, metto su il caffè?" "Sì, grazie. - fece in modo di non farsi sentire dagli uomini - Tesoro, ma quei due uomini?" "Mamma, Sergio il mio compagno e Rafael è suo nipote... è arrivato ieri sera." sorrise. Le fece il caffè e la fece sedere con loro, Marivi li guardò e Raquel notò lo sguardo, si avvicinò a Sergio parlando con la madre "Sergio, il mio compagno - gli mise una mano sulla spalla - e lui è Rafael il nipote. È arrivato ieri pomeriggio." "Sì sì, mi ricordo." sorrisero, Raquel e Sergio si guardarono, lei si sedette e lui le prese la mano, gliela strinse leggermente.

Arrivò Clea "Buongiorno a tutti." la salutarono. Dopo aver fatto colazione, Marivi andò con Clea a fare una passeggiata. Raquel guardò Rafael "Mi dispiace." "Per cosa?" "Chiederà un milione di volte al giorno chi sei, con Sergio lo chiede ancora dopo quattro anni che stiamo insieme." "Non preoccuparti, l'Alzheimer è così. Nessun tipo di problema." sorrise, Sergio le fece una carezza "Tranquilla, non succede nulla." Arrivò Paula, Raquel si voltò sentendo dei passi "Amore, è l'alba per te... sono appena le 8.30... che ci fai sveglia?" "Non lo so, mi sono svegliata." "Colazione?" "No..." fece per andarle in braccio, Raquel la prese "Amore senza spingere..." sorrise, la bambina si appoggiò, le diede un bacio sulla testa "Paulita, neanche il succo?" "Quello sì." Raquel sorrise "Dai, vallo a prendere..." Paula andò in cucina a prendersi il succo, tornò da loro "Che si fa oggi?" "Cosa vuoi fare?" "Possiamo andare alla fattoria dei coccodrilli? Ho visto su internet che è a Puerto Princesa." Raquel la guardò perplessa, fu Sergio a risponderle "Non oggi però, ci dobbiamo organizzare." sorrise "Va bene." vide che la nonna era tornata con Clea "Vado a giocare con la nonna." andò da Marivi, Rafael guardò Sergio "Esiste anche una fattoria dei coccodrilli?" "Siamo nelle Filippine. È un po' complicato trovare una fattoria con tori, mucche, galli, galline e tutto quello che c'è generalmente in Spagna, o no?" sorrise, Rafael rimase un attimo lì "Sì, in effetti, hai ragione." risero, Raquel lo guardò "Ma dov'è?" "Vicino al Giardino delle farfalle. Ci si impiega approssimativamente un'ora e mezza da qui. Se te la senti possiamo organizzare prossima settimana." "Vediamo come sto." sorrise "Va bene." "E vediamo anche mia sorella." Rafael li guardò "Viene tua sorella?" "Non lo so ancora, spero di sì. Oggi le scrivo una lettera, gliela facciamo arrivare a Madrid e vediamo cosa succede. Sappiamo solo dove vive e che ha divorziato dal mio ex marito."

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