Raquel si sdraiò sul letto nella parte di Sergio e Marta dalla parte di Raquel, sbadigliò. "Sei sicura di non voler riposare?" "Sì, sì. Altrimenti non dormo stanotte. Allora?" "Che vuoi sapere?" "Beh, per esempio... dove hai conosciuto quel gran figo del tuo compagno. Anche se è un po' strano, lasciatelo dire." risero "Ti ricordi la rapina di, ormai, - ci pensò - quattro anni fa alla Zecca di Spagna?" "Certo. Eri tu a negoziare, giusto?" "Sì. Il primo giorno ebbi da dire con Prieto, il Colonnello dei Servizi Segreti, su alcune divergenze operative. Oltre al fatto che aveva fatto lo sbruffone. Avevano già tutti saputo della mia situazione famigliare, la denuncia fatta contro Alberto e creduta da tutti falsa, ecc. Me ne sono andata dalla tenda. Erano le 6 del mattino, sono andata alla caffetteria vicino alla Zecca..." "Hanoi, no?" "Esatto. Dopo aver chiesto un decaffeinato ho chiamato mamma dicendole che sarei tornata e dovevo chiamare il Commissario per dimettermi dal caso. Appena ho iniziato a parlare alla segreteria di mamma mi si è scaricato il telefono..." "Mamma mia Raqui, sempre con questo telefono scarico." "Eh, lo so. È un mio difetto." "Andiamo avanti..." "Ho chiesto al titolare se aveva un carica batteria. Dopo che il titolare mi aveva detto di no, Sergio era lì, si è girato e mi ha offerto il suo. Mi disse che potevo utilizzarlo tranquillamente." "Ah beh no, per fortuna era scarico." "Marta, smettila o non ti dico più nulla." "Va bene, va bene, ti ascolto e basta." "Ho chiamato mamma e Sánchez e gli ho restituito il cellulare ringraziandolo. Lui dopo aver recuperato il telefono si accorse che alla TV stavano parlando della rapina e c'erano delle mie immagini mentre parlavo con Ángel, mi pare, fuori dalla tenda. Mi ha fatto notare sorpreso che ero in televisione e poi ha cominciato a farmi domande sulla rapina." "Del tipo?" "Come trattavo con i criminali, se cercavo di prendere tempo o di entrare subito..." "Poi?" "Il giorno dopo, durante la festa del compleanno di Paula ho ricevuto una telefonata dal Commissario dicendomi che non dovevo lasciare il caso. Sono tornata alla tenda, ho ripreso in mano il comando della situazione e, quindi, la negoziazione." "Lui?" "Con lui ci incontravamo ogni sacrosanto giorno alla caffetteria perché era sempre lì. Il giorno dopo l'inizio della rapina, quando sono tornata, erano andati avanti nell'indagine in mia assenza, mentre attendevamo i risultati di una identificazione, sono andata a mangiare qualcosa. Lui è entrato ed è ripartito a fare delle domande. Prima di andare all'Hanoi ci eravamo resi conto che la stampa ne sapeva più della polizia, lui era tutti i giorni lì a chiedere e l'ho scambiato per un giornalista. L'ho incollato al bancone perquisendolo e cercando il registratore. Mi ha risposto che non era un giornalista che si chiamava Salvador Martín chiedendo al titolare di garantire per lui. Il titolare mi ha detto che lo conosceva e che andava lì tutti i giorni." "Si è presentato con il nome in codice diciamo - Raquel non disse nulla - ma scusa un attimo, c'eravate solo voi?" "La Caffetteria era piena di gente." "E gli altri?!" "Tutti pietrificati a guardarci, soprattutto, a guardarmi. Sono andata via, sarei sprofondata..." "Ci credo... poi ti chiedi da chi ha preso quel caratterino Paula? - rise, Raquel la guardò - Scusa, vai avanti..." "Sono andata alla tenda per poi tornare in caffetteria, l'ho rivisto e gli ho chiesto se potevo offrirgli qualcosa per scusarmi dell'accaduto. Ha accettato e abbiamo chiacchierato sulle rispettive vite."
"All'interno della Zecca avevano tagliato la fibra ottica quindi avevo chiesto a tutti di disconnettere il cellulare e mi ero dimenticata di dare a mamma il numero per chiamarmi in caso di emergenze. È arrivato lui nella tenda dicendo che aveva mamma al telefono e c'era un problema con Paula. Probabilmente, non essendo riuscita a trovarmi sul mio cellulare, era risalita al numero dal quale l'avevo chiamata la prima sera. Mi ha passato il suo telefono, ho risposto e sono scappata a casa perché Alberto era venuto a prendere Paula violando l'ordine restrittivo." "Cosa aveva fatto?" "Era venuto senza la mia autorizzazione, al di fuori delle due visite al mese, per portarla al Parque de Atracciones di Madrid ed era entrato in casa. - Marta annuì e lei riprese - Mentre mi stavo riprendendo dall'incontro, perché stavo per puntargli addosso la pistola, è suonato il cellulare che era suo. Stava chiamando dalla Caffetteria, aveva bisogno di avere indietro il telefono, giustamente. Gliel'ho riportato, mi ha chiesto se andava tutto bene con Paula e in un primo momento gli ho detto che andava tutto bene, poi... sono esplosa, mi sono sfogata e gli ho raccontato il motivo per cui ero andata via, di Alberto e dei maltrattamenti. Lui ha fatto in modo che mi fidassi. Finito di parlare con lui gli ho preso la mano ringraziandolo e, in quel momento, è arrivato Ángel. C'erano dei problemi nella rapina quindi sono scappata di nuovo. Cercando di risolvere una situazione c'è stato un mio errore gravissimo e dopo, per riprendermi, sono andata a fare un giro in ambulanza. Ángel è venuto con me, mi sono attaccata alla bombola dell'ossigeno e ho chiamato mamma per raccontarglielo." "Quando i cecchini hanno sparato al direttore della Zecca, vero?" "Sì, sembrava che un sequestratore puntasse la pistola sugli ostaggi. Il capo dei GEO ha insistito e ho dato l'ordine di sparare." "A mamma cos'hai detto?" "La verità, ero in panico non sapevo che fare e avevo bisogno di sentire qualcuno che non fosse della polizia. In più le avevo detto che, prima di tornare alla tenda, stavo bevendo un bicchiere di vino con una persona. Dopo avermi chiesto chi fosse mi ha tranquillizzata e ho ripreso a lavorare. Quando sono tornata a casa la sera, ero stanca morta mi ero appena sdraiata, ha cominciato a vibrarmi il cellulare: era Ángel. Aveva visto che gli tenevo la mano anche se lui me l'aveva lasciata appena Ángel era entrato a cercarmi. Mi chiese se sarei andata a letto con Salva..." "Mamma mia, è sempre stato geloso marcio di te." "Era innamorato di me, Marta. Lo è sempre stato..." "Cosa gli hai risposto?" "Per togliermelo di torno gli ho detto che ci sarei andata perché ero una donna di quarant'anni e che mi avrebbe fatto bene una bella scopata..." Raquel sorrise ripensandoci "Eh, mi pare che tu gliel'abbia data e non solo una..." "Marta!" "Non puoi negare l'evidenza. Dai, avanti." "Abbiamo discusso e mamma era dietro alla porta che stava ascoltando tutta la conversazione, è venuta in camera chiedendomi se fosse uno spasimante, dopo averle detto che era Ángel mi ha detto che pensava che lo stessi facendo ingelosire con lo sconosciuto del bar. Mi ha detto che visto che non ero più sposata potevo avere relazioni senza obblighi e..." "Aspetta un attimo. Stai scherzando?" "No." "Mamma ti ha detto una cosa del genere? Lei che 'Guai, solo storie serie'?" "Sì, infatti mi sono messa a ridere." risero "Poi te che se non provi qualcosa non ti ci avvicini neanche..." "Appunto, immagina la mia reazione quando me l'ha detto." "Dai, andiamo avanti."
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Estoy contigo
Hayran KurguLiberamente ispirata alla serie TV Netflix "La Casa de Papel". Ho provato ad immaginare quello che non è stato raccontato, nelle stagioni andate in onda, a Raquel e Sergio: - l'arrivo di Raquel a Palawan dopo un anno - la vita dopo la rapina a...