Te lo prometo

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Palawan, Filippine

Mancavano pochi giorni alla partenza. Sergio e Raquel dovevano parlare con Paula, ma non sapendo come dirglielo continuando a rimandare. Non trovavano mai le parole e davano sempre la colpa al momento, era sempre sbagliato. La banda era in giro per la cittadina ad acquistare le ultime cose in vista del viaggio, Sergio andò da Raquel che stava sistemando "Tesoro, hai bisogno?" "Raquel, dobbiamo dirglielo. A Paula. - sospirò guardandolo - Non possiamo più rimandare, domani dobbiamo portarle a Mindanao. E adesso siamo soli con lei." annuì "La vado a chiamare." Dopo poco arrivarono entrambe in sala "Amore, io e Sergio dovremmo parlarti..." "Dalle vostre facce, non è una bella cosa..." si guardarono "Paula... - la guardò - io e mamma dobbiamo partire." "Dove andate?" "Non te lo possiamo dire... è una cosa di lavoro di Sergio e io vado ad aiutarlo." "È una cosa pericolosa?" "No, non c'è niente di pericoloso." si guardarono, sapevano perfettamente che il rischio era molto elevato ma, ovviamente, non potevano dirglielo. "Ieri Nairobi e Tokyo parlavano di pistole e fucili, non c'entrano vero?" Sergio si morse la lingua per non dare in escandescenza, Raquel intervenne "Sicuramente parlavano di cose loro, amore, non c'entriamo nulla noi." "Quando partite?" "Tra quattro giorni." "E quanto state via?" il Professore vide la compagna in difficoltà, rispose lui "Due settimane, al massimo tre." Paula abbassò il viso, Sergio glielo alzò "Paulita... - le sorrise - non ci succederà nulla. D'accordo?" annuì.

"Paula, tu e la nonna non potete stare qui." "Un altro trasloco? Perché?" "Perché... siete solo in due e questa casa è grandissima." "Non torneremo più qui, vero?" Raquel la guardò, intervenne Sergio "Certo che torneremo qui, stai tranquilla." "Domani vi accompagniamo nella casa nuova..." "E Felipe e Naima?" "Verranno con te e la nonna. - Raquel le tolse i capelli dalla fronte - anche Clea. Così non sarai da sola con la nonna. E comunque... ci sentiremo tutti i giorni, o io o Sergio vi chiameremo per sentire come state. D'accordo?" "Stanotte posso addormentarmi con voi?" "Sì." Paula si stupì della risposta immediata della mamma. Raquel, conoscendo a grandi linee il piano visto che Sergio gliel'aveva già spiegato, sapeva perfettamente che sarebbe potuta essere l'ultima volta che avrebbe visto la figlia e la voleva tenere vicino il più possibile.

Dato che Sergio e Raquel erano seduti vicini, Paula si alzò dalla poltrona e si mise tra i due abbracciandoli. Suonò il campanello, dato che Clea era fuori con Marivi, andò ad aprire Raquel, era la banda che era rientrata. Andando via Raquel, Paula si spostò tutta su Sergio che la stava coccolando, le diede un bacio sulla spalla accarezzandole la schiena.

Il Professore guardò Nairobi e Tokyo fulminandole con lo sguardo, loro non capirono. Ma non era quello il momento dei rimproveri. Lo videro con Paula in braccio, in un altro momento si sarebbe sentito a disagio facendosi vedere in un atteggiamento così intimo con un'altra persona ma... Paula aveva bisogno di lui e lui di lei. Le ragazze andarono in camera di Tokyo. Dopo un po' Raquel chiamò Paula e le propose di andare a giocare insieme nell'altra stanza. Accettò di giocare con la madre, ultimamente capitava sempre meno, Sergio la lasciò andare e decise di raggiungere Tokyo e Nairobi, bussò ed entrò nella camera senza aspettare che qualcuno gli rispondesse. Trovò le due ragazze a parlare sul letto "Professore... non ti avevo mai visto in veste di padre ma devo dire che ti si addice." non colse la provocazione di Nairobi, era molto più importante proteggere Paula, in quel momento "Non azzardatevi mai più a parlare di armi e di rapine qui dentro, quando sapete che c'è una bambina di 10 anni." Nairobi abbassò lo sguardo, Tokyo lo guardò "E noi che ne sapevamo che la figlia di Lisbona era lì ad ascoltare?" "Non parlatene qui dentro. Paula ora è spaventata e il distacco sarà ancora più difficile per lei. Pensate prima di parlare la prossima volta." uscì sbattendo la porta. Tokyo guardò Nairobi "Ma è impazzito?" Nairobi scosse la testa "Sta facendo solo quello che avrei dovuto fare io." "Cioè??" "Il genitore. - guardò Tokyo - Sta proteggendo la bambina. Anche se non è suo papà biologico, è come se fosse sua. Sai, i figli sono di chi li cresce con amore, non di chi li mette al mondo."

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