Prologo

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Mi sveglio di soprassalto a causa di un incubo. Sempre lo stesso cazzo di incubo che mi viene a trovare ogni volta che provo a chiudere gli occhi. Mi copro il viso con le mani mentre cerco di riprendere fiato e regolarizzare il battito cardiaco. Sono sudata fradicia. Il bambino che porto in grembo mi tira dei calci fortissimi, sente la mia tensione e me lo fa capire così. Accarezzo la pancia e gli sussurro che va tutto bene. Mento. Non va bene proprio niente. Mi alzo in piedi, ho ancora sonno ma non ho il coraggio di richiudere gli occhi perciò infilo una felpa pesante e un paio di pantaloni comodi e mi preparo un caffè forte. La roulotte sembra gigantesca da quando Lei non c'è più. Ma le sue cose sono ancora qui, le sue felpe, il suo odore. Sono tornata a vivere qui, dopo il Marocco, dopo.. non riesco nemmeno a pensarci. Libero la mia mente, so che non mi fa bene, tiro su tutti i miei muri e indosso le mie maschere, ogni giorno che passa sono sempre più pesanti da sopportare. Guardo l'ora, è mattina presto ma tra un paio d'ore ho il mio solito appuntamento dalla mia amica psicologa perciò con tutta la calma di questo mondo inizio a prepararmi. La strada è deserta, mi ci vuole del tempo per arrivare in città, pioviggina e fa freddo. Parcheggio e mi dirigo verso il suo studio.

"Ciao Maca" mi apre la porta la dottoressa Laura Civantos, la conosco dall'università perché le nostre facoltà erano adiacenti e siamo amiche da allora. Ci siamo perse di vista per molto tempo ma appena ho deciso di tentare con la terapia, l'ho contattata e ha accettato immediatamente di aiutarmi. Ha il viso ancora addormentato, le ho chiesto io di fissare gli appuntamenti all'alba, ci sono troppe persone di giorno e non voglio caos intorno. Non più.

"Ciao Laura" la saluto entrando. Il suo studio è un luogo piccolo ma accogliente, sempre riscaldato e mi sento al sicuro, in qualche modo.

"Hai dormito?" conosce già la risposta. Raccoglie i suoi lunghi capelli rossi in una coda alta e libera il viso.

"Il solito" faccio spallucce e mi siedo comoda sul solito divanetto, mentre prende la sedia e si mette di fronte afferrando il suo taccuino.

"Ti ricordo che esistono dei farmaci che potrebbero aiut.." prova a dirmi ma la blocco subito.

"Non voglio diventare uno zombie.. riesco a convivere con i miei demoni" rispondo secca.

"Anche se non riesci a comprenderli?" mi provoca appena, la confidenza nelle nostre sedute ci rende libere di esprimerci, ne sono felice perché almeno sono sicura di ciò che pensa dal momento che non si fa problemi a dirmelo.

"Sono qui per questo, no?" rispondo a tono con un sorriso di sfida.

"Giusto.. di cosa vuoi parlarmi oggi?" la solita domanda del cazzo.

"Ho sentito il telegiornale e trovo deplorevole l'abuso della plastica a livello mondiale.." inizio il mio discorso evitando come sempre di rispondere, affondo nel divano.

"Oh andiamo Maca.." scuote la testa infastidita e chiude il taccuino "Ormai sono due mesi che vieni qui e mi riempi di discorsi sulla politica, il cambiamento climatico, le minoranze etniche.. vuoi parlarmi dell'inquinamento adesso?!" mi chiede quasi scocciata "L'unico motivo per cui ti ho lasciato parlare di tutte queste cose è perché ho da subito capito che fai fatica a parlare e sono stata paziente.. ora credo che tu ti sia sufficientemente ambientata da parlarmi seriamente anche perché i tuoi demoni ,che non ti permettono di chiudere occhio, non se ne andranno così facilmente" mi avverte quasi minacciosa.

"Che ti aspetti che ti risponda esattamente?!" le chiedo innervosendomi ulteriormente ma so che ha ragione.

"Maca.. ti conosco dall'università e sono tua amica.. ma questo è il mio lavoro.. quindi o ti decidi a parlarmi oppure.. che stiamo facendo?!" mi chiede quasi implorandomi.

Rimango ad osservarla qualche istante e capisco che, se voglio davvero superare tutto quello che mi sta tormentando, devo aprire il vaso di Pandora, fare cadere ogni maschera e distruggere i muri che ho costruito con tanto impegno per proteggermi dall'esterno... ma sarei mai stata in grado di farlo e sopravvivere a tutto? Non mi resta che scoprirlo. Per me e per il bambino che porto in grembo.

Ciao Ragazzi! Devo ammettere che per me è un po' tutto nuovo.. non mi è mai capitato di pubblicare questo genere di cose, ho sempre deciso di tenerle per me.. ma ci sono rimasta così male per il finale di Vis a Vis che non ho potuto evitare di scrivere un finale tutto mio.. e ho deciso di condividerlo con voi!

Spero vi piaccia!

P.s.: accetto critiche e consigli, quindi non fatevi problemi a scrivermi!

Un abbraccio,
Nenne.

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